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Grazie.

Creato il 05 novembre 2012 da Philomela997 @Philomela997

I Monologhi di Sana – Rubrica

Con il viso all’insù osservo

le nuvole che scorrono rapide

e squarci di sole in questo cielo grigio.

Ho voglia di salire in alto, e respirare aria pura.

Ho voglia di salire, oltre i muri, sui tetti, dove lo spazio è infinito

e non ci sono barriere.

Sensazioni  felici a cui non ero più abituata,

note serene che ricalcano le mie gioie ritrovate.

Sciocca impazienza, mi piace.

Sono tornata la ragazzina sorridente che ero.

Piena di sogni e speranze, piena di buone intenzioni.

Non ho più paura.

Rinasco, in tutti i progetti che posso fare per me stessa.

E penso che la vita ha strane svolte,

mette sul nostro sentiero

lupi travestiti da agnelli e

salvatori inaspettati;

sparsi casualmente sulle caselle della nostra esistenza.

E so che “grazie” è una parola troppo difficile da dire

per la me scioccamente orgogliosa,

per la me incrollabile e astiosa.

Ma la ragazzina con i codini rossi, dall’altra parte dello specchio

lo vuole scrivere su questo vetro appannato.

E allora…

Grazie, per avermi ricordato

come si guarda la vita,

come si sorride,

come ci si emoziona,

come si racconta,

come si cammina nelle giornate di sole

e in quelle di pioggia.

Come si fa a tendere una mano,

come si fa a fidarsi,

come si fa a lasciarsi andare,

come si conosce qualcuno che è solo un amico

ancora sconosciuto,

come si dipingono affreschi di sogni,

come il peso delle parole sia importante

ma non è il tutto,

come non fuggire i propri istinti,

come non chiudersi a riccio,

come provare una strada nuova non sia per forza un pericolo,

come si fanno le domande curiose di chi non conosce

e vuole imparare,

come sia straordinario scoprire qualcosa di nuovo,

come si può sbagliare

e poi porre rimedio,

senza che esista un’unica possibilità,

come non sia mai troppo tardi,

come cercare il bello negli altri,

nelle cose,

nelle idee,

come non sia sbagliato

credere in quello che siamo,

come si possa volere qualcuno

senza obbligatoriamente essere carcerati o carcerieri,

come si può sognare per se stessi,

come si può semplicemente lasciare che le cose siano senza farsi tante domande inutili,

come si può smettere di avere costantemente paura,

come ci si sente al sicuro dai mostri che ci perseguitano,

come si vuole bene a qualcuno,

come si può lasciare che il passato sia passato

e dipingersi gli occhi con i colori del futuro,

come si ride di qualcosa,

come si è se stessi senza per forza essere sbagliati

perché non siamo quello che altri vorrebbero per noi,

come sia lecito inciampare, avere paura, fare confusione,

come non lo sia dare per scontato prima di conoscere, attribuire colpe che non si hanno

come ci si stupisce di qualcosa,

come si trova la meraviglia,

come ci si sente felici,

come si scherza,

come si crede.

Per avermi fatto ricordare chi sono,

per non avermi permesso

di arrendermi quando lo stavo per fare.

Per avermi chiesto,

risposto,

spiegato.

Per avermi insegnato che la felicità

è proprio lì, nell’angolo in cui l’hai lasciata,

e devi solo tornare a prenderla.

Per tutto questo,

e mille altre cose ancora,

la parola che sembrava avere un peso tremendo,

è invece leggera,

come il mio sorriso.

Grazie.


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