Il racconto di Giulia Barsanti, ad anno dalla sua operazione al seno. L’oncologa mi disse “Il The China Study è un libro da tenere sul comodino come una Bibbia”
La sua voce è commossa. Ad un anno dall’operazione al seno, festeggiata lo scorso 21 luglio con una candelina sulla torta subito postata su facebook, Giulia Barsanti impiegata di 47 anni residente a La Spezia si commuove davanti alle telecamera di Skype.“Devo ringraziare Campbell- ci ha detto-. Lui e le sue ricerche mi hanno cambiato la vita e mi sono state di grande appoggio in quei giorni tanto difficili. Non smetterò mai di ringraziare l’occasione di incontrare di persona il prossimo ottobre ad Abano Terme questo grande scienziato e di parlare con lui”.
Parole sincere quelle di Giulia. Parole che arrivano al cuore e che non possono che portare un messaggio di fiducia e di coraggio a quante donne oggi, in Italia, stanno affrontando il suo stesso calvario.
“Ho scoperto di avere un carcinoma duttale mammario di 1,2 cm nel maggio del 2014, quando per caso mi rivolsi al mio ginecologo- racconta-. Da tre mesi avevo delle perdite tra un ciclo e l’altro e impensierita da un possibile problema mi ero rivolta allo specialista per una visita anticipata rispetto al solito controllo annuale. E’ così che nel corso della normale palpazione, che già effettuavo a casa da sola, mi è stato trovato un nodulo sospetto di cui ignoravo totalmente l’esistenza. Dopo aver trascorso la notte a piangere con mio marito, la mattina successiva, lasciato il laboratorio analisi per l’avvio della ricerca di routine, mi sono detta: questa battaglia la vinco io!
E sono entrata nella libreria di fianco all’ospedale!”
Una dichiarazione di volontà quella di Giulia, che l’ha portata diritta al The China Study.
“Ricordo che il colore giallo del libro quella mattina mi ha colpita- continua-. Una volta a casa lo lessi tutto d’un fiato in meno di una settimana e da allora mi ha sempre accompagnata in tutte le mie tappe, sul comodino dell’ospedale durante l’operazione al seno avvenuta un mese dopo e sul comodino di fianco al mio letto prima di ogni esame di controllo. Sapere mi ha dato la forza per andare avanti, prendere coscienza di ciò che dovevo fare e affrontare le mie scelte con più consapevolezza e serenità”.
“Se ho cambiato alimentazione? Certo che sì. E’ stato difficile? Si, lo è stato. Ma la motivazione era forte. E tutta la mia famiglia mi ha seguita nella mia scelta. E’ ancora più difficile se n
on credi veramente in ciò che stai facendo. Se la mia dieta era stata la “pappa” del mio cancro come poteva non essere dannosa anche a mio marito e a mia figlia? Tutti dovevamo studiare, capire e agire di conseguenza”.Non ha importanza cosa abbia funzionato, se le radioterapie subito seguite all’intervento o la cura ormonale seguita oggi su consiglio medico.
Per Giulia “l’unica cosa che oggi conta davvero è stare bene. So perfettamente perché gli esami sono così perfetti: è il cambio di alimentazione e la nuova consapevolezza che ho maturato grazie al libro del prof. Campbell a fare la differenza sui risultati clinici di altre pazienti più sfortunate. Questa consapevolezza non me la toglierà mai nessuno, nemmeno i medici più accreditati!”
Che cosa dicono i medici della tua scelta?
“Nulla di particolare, in realtà. Anche se ricordo con piacere l’appuntamento con un medico oncologo francese che riceve anche qui nella mia città, La Spezia. Quando ho spiegato lui il tipo di dieta che seguivo e il perché la dottoressa che era seduta al suo fianco si è alzata in piedi e ha commentato: Il The China Study è un libro che dovrebbe essere tenuto sul comodino come una Bibbia da tutti! E questo è ciò faccio.”