Grazie Union valdotaine!

Creato il 30 settembre 2012 da Patuasia

«Quand on s’indigne, il convient de se demander si l’on est digne». Alla frase dell’Abbé Pierre, Luciano Caveri, consigliere regionale unionista nonché ex deputato, ex assessore al Turismo, ex presidente di Giunta ecc ecc…, risponde dal suo blog che sì i valdostani sono degni di indignarsi in quanto tale diritto è scritto nella Storia. Cos’è la Storia? Per molti è un fossile. Un segno scolpito nella pietra che non subisce mutamenti alcuni. Eppure anche le pietre si trasformano, alcune diventano sabbia. Nello scorrere della Storia il nostro Statuto speciale non ha più una ragione di essere e neppure quella cosa che Caveri descrive come prepolitica e che si fonda sul senso di identità e appartenenza. Quale identità? Quella della neolingua iniettata a forza per riempire il vuoto lasciato da un’altra lingua che madre non è più? Quella delle sagre inventate? Quella dello sfruttamento intensivo dell’ambiente? Quella degli scandali? Quella degli sprechi? In questo siamo perfettamente uguali a tutti gli altri, niente di speciale. Troppo facile e ormai inefficace rivolgersi alla Storia per reclamare un diritto che secondo Caveri avrebbe le caratteristiche del divino: siamo speciali per natura! Una motivazione, questa sì ridicola, che si frantuma facilmente nell’osservazione attenta del nostro attuale essere. Non è alla Storia che avremmo dovuto appellarci, cullati nella manna statale che mai avremmo pensato potesse venire meno, ma al presente. Il presente di ieri che avrebbe dato dignità al presente di oggi. Quel buon governo di onesti e capaci che avrebbe dato un esempio di eccellenza e di capacità al resto del Paese. Conferito quella dignità che ci avrebbe permesso di indignarci contro gli scandali, gli sprechi di risorse, l’immoralità che devastano la Penisola. Avremmo potuto difendere la nostra autonomia con i risultati di una buona politica e al tempo stesso difendere il Federalismo dallo “Stato scialacquatore”, come lo definisce Caveri. Ma non possiamo farlo, perché la Valle d’Aosta è il riflesso in piccolo dello Stato centrale. Un esempio? Il nostro Presidente è un pregiudicato. (E Caveri che se la prende con Roma ladrona, non è quello che voleva la Porta della Valle d’Aosta? E la funicolare”Cablò”? E l’aeroporto e… . Che non si indigni troppo che l’Abbé Pierre si incazza!). I politici unionisti e i loro portaborse che cercano di difendere oggi l’autonomia minacciata di fatto l’hanno uccisa LORO! (Come al nostro interno hanno fatto fuori l’autonomia dei Comuni, delle Comunità montane, dell’economia… tutti i settori della vita pubblica, sociale e imprenditoriale sono asserviti a piazza Deffeyes!). Con quali argomenti potremmo mai difenderla? Con il diritto naturale? La Storia? Sai le pernacchie! No, il processo è irreversibile e l’autonomia della Valle d’Aosta scialaquatrice è segnata, non resta che seppellirla. Grazie Union valdotaine!


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