Buonasera ragazzi,
di ritorno da una divertentissima serata presso il British Institutes di Imola, mi appresto a raccontarvi le mie “gesta d’eroi” durante l’ennesima presentazione del mio libro.
Sapevo già che questa serata sarebbe stata atipica, dato che come vi avevo anticipato era prevista una presentazione bilingue, in italiano e inglese… ma non mi sarei mai immaginata che un pio desiderio potesse trasformarsi in reatà. Quando Silvana, la Direttrice dell’istituto, mi ha presentato in inglese e mi ha dato la parola, io mi sono sentita quasi in dovere di tentare l’esperimento di una English presentation… e così ho fatto: ho cominciato a parlare di me e della mia esperienza di scrittrice per poi passare con nonchalance al contenuto del libro e ai miei viaggi in Scozia… tutto in inglese! Quasi un gioco da ragazzi… e badate bene che dico “quasi”
Per correttezza, ho premesso che il mio non è un British English, ma un international English (quello che si parla tra gente che non è madrelingua, per intenderci)… almeno erano tutti avvisatiMi sono stupita io per prima, perchè a dirla proprio tutta non pensavo di essere capace di tenere banco per un’oretta rivolgendomi al pubblico solo in inglese. E invece I did it! And it was very funny! Come ad ogni presentazione, il pubblico è stato molto partecipe. La serata ha rappresentato un test per tutti quanti, dato che gli studenti del British Institutes – che avevano già letto il libro, cimentandosi pure nella traduzione di alcune sue parti – avevano preparato delle domande per me in inglese. Tra suggerimenti per eventuali itinerari in moto, la passione per le cornamuse, le similitudini riscontrate tra scozzesi e italiani, la curiosità per il gaelico, gli incontri con i fantasmi e il costo di una viaggio fai da te in Scozia, la domanda che è emersa su tutte riguardava ciò che indossano gli scozzesi sotto il kilt: si dice niente… non che io abbia verificato di persona
L’unica concessione all’italiano ho dovuto farla, mio malgrado, a conclusione dell’incontro quando con non poco imbarazzo mi sono ritrovata a dover spiegare il significato dell’espressione “peterculter”, che ricorre spesso nel libro. Senza scendere nei particolari, diciamo solo che Peterculter è un paese scozzese che esiste per davvero, ma nel vocabolario inventato da me e mia cugina la parola assumeva un significato a sé stante, ad indicare che andavamo un po’ di fretta. Se leggete il libro sono sicura che dal contesto potrete facilmente arrivare a comprenderne il significato esatto
Vi lascio con una piccola anticipazione: visto il successo della serata e il coinvolgimento degli studenti, abbiamo già deciso di organizzare altri momenti di incontro, discussione e dibattito sulla Scozia con il mio libro come protagonista. Le date sono da definire, ma come volere di più dalla vita?
Insomma, great fun tonight! Peccato che, non avendo con me nemmeno un supporter, non ho potuto fare neanche una foto
Sono sicura però che rimedieremo la prossima volta, so stay tuned!Aury