Di Giuseppe Timpone il 11 ottobre | ore 12 : 41 PM
Si è conclusa la missione degli ispettori della Troika (UE, BCE e FMI), che da diversi giorni si trovavano ad Atene, per un giro di incontri con i ministri economici e finanziari del governo Papandreou e per verificare se l’azione di risanamento intrapresa dall’esecutivo ellenico stia procedendo adeguatamente.
Dal loro rapporto, nei prossimi giorni dipenderà lo sblocco o meno della sesta tranche di aiuti da 8 miliardi, che consentirebbe alla Grecia di evitare il default. Infatti, come oggi stesso il ministro delle finanze Evangelos Venezilos ha dichiarato in conferenza stampa, quei soldi sono vitali per Atene, che ha liquidità disponibile solo fino a metà novembre.
Il ministro ha anche dichiarato di essere pronto ad accettare qualsiasi modifica alle decisioni adottate a Bruxelles il 21 luglio scorso, che non rappresenti un rischio per la Grecia e che le consenta di rimanere nell’Eurozona. A tale proposito, circola con insistenza la voce che si stia discutendo in Europa di riformare l’operazione di swap dei titoli ellenici, che prevedeva il taglio nominale del 21% del valore di rimborso per i bond con scadenza fino al 2020. L’ipotesi sarebbe di aumentare il cosiddetto “haircut” al 60% del loro valore.
E si apprende anche che una lettera della Troika abbia chiesto al governo di tagliare gli stipendi privati e pubblici, al fine di stimolare l’occupazione e la produttività, altrimenti in pericolo. Si consigliano due ipotesi: ricontrattazione degli stipendi con le parti sindacali o tramite disegno di legge. Inoltre, si chiede al governo Papandreou di abolire o almeno diminuire il livello minimo salariale previsto per legge.
Ad agosto, intanto, i dati sulla produzione industriale in Grecia sono allarmanti. Su base annua, il calo è stato dell’11,7%, dopo che a luglio si era già registrato un -2,8%. Segno della profonda recessione ancora in atto nel Paese, con un pil previsto a -5,5% nel 2011 e ancora in diminuzione nel 2012, per il quarto anno consecutivo.