La Grecia fuori dall’euro non è solo una ipotesi astratta, ma uno scenario che si potrebbe concretizzare a giorni
La Grecia fuori dall’euro? E’ molto probabile. Dopo il fallimento delle trattative politiche per formare un Governo tecnico, la Grecia tornerà a votare tra un mese, ma è evidente che anche il prossimo Parlamento sarà a maggioranza formato da partiti anti-Memorandum, contrari cioè alle misure concordate con la UE per risanare i conti.
In assenza della loro attuazione la Grecia non avrebbe più aiuti internazionali e, non potendo rifinanziarsi sul mercato, sarebbe costretta a spendere solo quanto ha in cassa, con la prospettiva di un taglio doloroso di tutte le voci di spesa, iniziando da stipendi pubblici e pensioni. E ciò porterà dritto la Grecia fuori dall’euro, con l’inevitabile svalutazione della dracma, la vecchia moneta nazionale, che passerebbe da un rapporto di cambio di 350 ad almeno 500 dracme per un euro, perdendo tra il 40 e il 70% del suo valore.
Per tentare di salvare i propri risparmi, ancora denominati in euro, i greci si
precipiterebbero (sembra che lo stiano già facendo) agli sportelli o ai bancomat e, di conseguenza, per evitare un collasso del sistema bancario nazionale, il Governo sarebbe costretto a imporre limiti quotidiani ai prelievi, nonché a schierare l’esercito in difesa delle filiali prese d’assalto. Tale situazione si accompagnerebbe all’impennata dell’inflazione, che potrebbe arrivare in poco tempo al 20%, mentre il Pil crollerebbe fino anche al 20%.
Nel frattempo, la Grecia sarebbe espulsa anche dalla UE, visto che i Trattati non prevedono la fuoriuscita dall’Eurozona, ma permettono solo l’addio all’Unione. In tal caso, Atene si vedrebbe esclusa dal mercato unico e le si imporrebbero dazi doganali per l’esportazione delle sue merci, rendendo vana la svalutazione della dracma.
Ma non sarebbe solo lo Stato a non potere più ripagare il debito fino ad oggi emesso in euro, bensì pure i privati. Chi ha contratto un mutuo potrebbe non essere più in grado di restituire il prestito con le rate schizzate troppo in alto in rapporto al proprio stipendio. Ciò darebbe vita a una sorta di pignoramenti di massa, con drammi sociali notevoli ed il rischio di crac di numerose banche e società finanziarie.
Difficile, infine, che le scene di panico dei greci in fila davanti alle banche non abbiano un contraccolpo psicologico anche sulla vicina Italia che, oltre a condividere con Atene il Mediterraneo, ha in comune con essa anche molti dei mali venuti a galla negli ultimi anni. Per questo, la Grecia fuori dall’euro potrebbe essere solo l’anticipo di quanto attenderebbe anche noi italiani.