Nuovi aiuti europei sono in arrivo in Grecia per aiutare il paese a far fronte alla grave crisi migratoria che lo ha visto colpito così duramente.
I migliaia di profughi bloccati nel campo di accoglienza di Idomeni, sul confine con la Macedonia, sono infatti ammassati in condizioni disumane, accampati in alloggi di fortuna, come i una vera e propria baraccopoli, spesso costruiti dagli stessi migranti mediante pannelli di plastica e di legno o con altro materiale trovato sul posto.
Già molti stati dell’Unione Europea, a cui si è aggiunta anche la Norvegia, hanno inviato decine di migliaia di articoli come coperte, tende, vestiti, materassi, generatori o medicinali, oltre che mezzi di trasporto, ma la situazione rimane comunque fuori controllo.
Atene infatti sta attraversando un periodo tutt’altro che semplice, con scarse risorse economiche che spesso non bastano nemmeno per soddisfare i bisogni della sua stessa popolazione, a cui si aggiunge questo sforzo aggiuntivo richiesto dal massiccio afflusso di disperati in fuga dalla guerra nel Medio Oriente.
Benché l’Ue non abbia lasciato solo il governo greco, la chiusura delle frontiere decisa dai paesi balcanici e, soprattutto, da parte di Austria ed Ungheria ha infatti bloccato la rotta migratoria che avrebbe condotto i profughi verso la loro meta, ossia l’Europa settentrionale, lasciandoli intrappolati in un limbo, con l’impossibilità di proseguire nel loro viaggio e la paura di tornare indietro.
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