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La crisi, anche questa crisi così grave e dolorosa avrebbe potuto essere sfruttata per osare il cambiamento, ma così non è stato. E' mancato, e continua a mancare, un reale dibattito sulle cause dell'attuale situazione greca che ha tre radici: i problemi specifici del Paese, la debolezza dell'euro e la crisi globale. La vera preoccupazione dei greci resta il lavoro e solo i politici hanno fatto passare il voto del 17 giugno come un referendum sull'euro. Anche perché il destino del Paese è già stato deciso "di comune accordo con Bruxelles: a prescindere dai risultati elettorali, Atene uscirà dall'euro. Sarà un processo difficile, e avverrà in modo negoziato, visto che né l'UE né la Grecia sono pronti a questo passo. Lo dice Jason Manolopoulos, autore di "Greece’s ‘Odious’ Debt - The Looting of the Hellenic Republic by the Euro, the Political Elite and the Investment Community", saggio pubblicato lo scorso anno che propone un'analisi delle profonde radici politiche, sociali, e psicologiche del dissesto economico greco, oggi uno dei nodi più problematici della crisi globale partita nel 2008.
Nonostante la certezza dell'uscita dall'euro - "Forse ci vorrà ancora un anno, ma è inevitabile" - Manolopoulos resta convinto che la Grecia avrà ancora bisogno del progetto politico dell'Unione Europea, ma è vero anche il contrario perché "nessuno vuole uno stato fallito al centro del Mediterraneo, in una posizione geopolitica che resta di fondamentale importanza. La Russia non aspetta altro che un errore dell'Occidente per poterne approfittare in termini di influenza". D'altra parte anche una larga maggioranza di cittadini vorrebbe una vera trasformazione europea del Paese, ma non ha un partito che rappresenti questa istanza. E questo perché "la Grecia è ancora preda dei demoni del passato e non riesce a guardare al futuro. Così, "la campagna elettorale è stata un'occasione perduta di confronto vero sul futuro. Purtroppo, i cittadini greci non sono pronti a questa discussione, preferiscono cercare capri espiatori. Anche perché i media sono controllati dalla stessa élite politico-economica che ha portato il paese al disastro".
Leggi l'intervista di Francesco Martino sul sito di Osservatorio Balcani e Caucaso
Grecia, una crisi sprecata
Jason Manolopoulos è un operatore finaziario con una lunga esperienza internazionale oltre che co-fondatore e dirigente della Dromeus Capital
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