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#Grecia, tensioni e ok al prestito ponte In #Egitto ancora scontri tra esercito e #jihadisti

Creato il 17 luglio 2015 da Luca Troiano @LucaTroianoGPM
Via libera dell'Eurogruppo al prestito ponte ad Atene. In Kashmir si torna a sparare. Poroshenko presenta l'atteso piano per l'autonomia del Donbass. Primo ok alla controversa riforma delle forze armate in Giappone. Obama ringrazia Putin per l'appoggio sul nucleare iraniano.

Notte infuocata per la Grecia, non solo per il caldo estivo. Alle 2 del mattino (l'una in Italia), dunque ben oltre scadenza ufficiale fissata da Bruxelles per la mezzanotte, il Parlamento di Atene ha approvato il contestato piano di riforme proposto dall'Eurogruppo con 229 voti a favore, 64 contrari e 6 astenuti. L'ok è giunto al termine di un aspro dibattito sfociato nella spaccatura di Syriza, nelle cui fila ci sono state 38 defezioni; spiccano quelle dell'ex ministro delle Finanze Yanis Varoufakis (già preannunciata) e del presidente del Parlamento Zoi Konstantopoulou.
" Se qualcuno ha una soluzione alternativa me la dica", aveva detto il premier Alexis Tsipras parlando davanti all'assemblea. " Non credo più di tanto a questo accordo ma siamo obbligati. Fatta una scelta di responsabilità". I punti cruciali del pacchetto di misure riguardano l'abolizione delle agevolazioni fiscali per le isole, la riforma previdenziale con lo stop nel 2022 alle pensioni anticipate e l'incremento dell'iva su alcuni generi alimentari.
E mentre il Parlamento era impegnato a votare le nuove misure d'austerità, fuori a piazza Syntagma si registravano duri scontri tra polizia e manifestanti. Le violenze hanno coinvolto circa 200 giovani che hanno lanciato bottiglie incendiarie e pietre contro gli agenti in tenuta antisommossa. In serata oltre 12 mila sostenitori di gruppi di sinistra e del sindacato filocomunista si erano riuniti nella piazza, ma la manifestazione è subito degenerata nel più grave episodio di protesta ad Atene da quando si è insediato il governo Tsipras, sei mesi fa. 38 i manifestanti fermati, 25 dei quali sono in seguito stati tratti in arresto. Tra gli arrestati c'è anche un cittadino italiano, come confermato nel pomeriggio dalla Farnesina.
Intanto, l' instabilità politica delle ultime ore ha fatto impennare le probabilità di un voto anticipato. Secondo il ministro degli Interni greco Nikos Voutsis, le prossime elezioni politiche ad Atene potrebbero tenersi già quest'autunno. " Se non sarà settembre, sarà nel mese di ottobre ", ha detto il ministro. L'unica buona notizia è che le banche greche riapriranno lunedì, secondo quanto afferma l'agenzia stampa ellenica Ana; rimarrà però in vigore il limite massimo di 60 euro da ritirare al giorno.

Al termine della teleconferenza dell' Eurogruppo per valutare l'approvazione al Parlamento greco del primo pacchetto di riforme, sono stati autorizzati i negoziati per il terzo programma di salvataggio per Atene con il fondo salva-Stati Esm. I ministri delle Finanze dell'Eurozona hanno deciso " di concedere in linea di principio alla Grecia un sostegno di stabilità di tre anni con l'Esm, soggetto al completamento delle procedure nazionali rilevanti". Una volta completate le procedure nazionali e presa la decisione formale da parte del Consiglio dei governatori dell'Esm previsto entro la fine di questa settimana, le istituzioni riceveranno il mandato di negoziare rapidamente un Memorandum of Understanding che precisi le condizionalità legate al prestito. A tal fine l'Eurogruppo ha invitato le autorità greche ad adottare rapidamente la seconda serie di misure entro il 22 luglio, come previsto nella dichiarazione dell'Eurosummit aggiorni la legislazione relativa alla prima serie di misure alle raccomandazioni formulate dalle istituzioni nel loro rapporto". Approvata anche la proposta, presentata dalla Commissione, della concessione immediata alla Grecia del prestito ponte da 7 miliardi per un periodo massimo di tre mesi, il cui via libera da parte dell'Ecofin è atteso per domani per procedura scritta.
A qualche centinaio di chilometri da Atene, il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, in visita a Nicosia, ha elogiato oggi la Repubblica di Cipro per la sua nascente ripresa economica dopo essersi adeguata alle dure misure per il salvataggio imposte dalla troika per evitare la bancarotta. Lanciando un velato invito al governo greco a seguirne l'esempio.

Nuove tensioni in Almeno cinque civili sono stati uccisi negli scontri al confine tra India e Pakistan, nella regione contesa del Kashmir. Stamane il governo di Nuova Delhi ha presentato una protesta ufficiale contro Islamabad dopo che ieri le truppe pachistane hanno lanciato colpi di artiglieria e sparato contro dei civili oltre il confine nel settore di Akhnoor, nel distretto di Jammu, causando la morte di una donna di 42 anni e il ferimento di altre tre persone, tra cui un militare.

In seguito all'episodio, quattro civili sono stati uccisi e cinque sono rimasti feriti la notte scorsa dalle truppe indiane a colpi di artiglieria nel settore della Linea di Controllo (come è chiamato il confine provvisorio) vicino a Rawlakot. Tra le vittime c'è anche una giovane di 18 anni a uccisa. Secondo fonti governative pakistane, i soldati indiani di confine hanno aperto il fuoco le postazioni nemiche "senza essere provocati".
Ieri il Pakistan aveva presentato una protesta diplomatica contro l'India per una violazione dello spazio aereo in seguito all'abbattimento di un drone spia intercettato mentre effettuava una ricognizione fotografica. Nuova Delhi ha però smentito la notizia dello sconfinamento.
Dura la risposta delle autorità di Nuova Delhi. L'India " rimane impegnata a promuovere la pace sui confini" con il Pakistan ma " in caso di provocazione è pronta a rispondere al fuoco con forza e determinazione", ha detto il segretario agli Esteri indiano Subrahmanyam Jaishankar.
L'escalation di tensione arriva proprio a ridosso di un'importante visita del premier Narendra Modi a Jammu, la prima da quando è premier, in cui è previsto l'annuncio di un mega programma per lo sviluppo dello stato indiano di Jammu e Kashmir.

In Ucraina il presidente Petro Poroshenko ha proposto alla Verkhovna Rada (il Parlamento nazionale) l'atteso progetto di riforma della Costituzione che prevede maggiore autonomia per le regioni dell'est, Donetsk e Lugansk, attualmente sotto il controllo dei separatisti filorussi. Il passo è stato compiuto dopo la visita di ieri a Kiev dell'assistente del segretario di stato Usa Victoria Nuland.
Nei giorni scorsi Poroshenko aveva presentato una proposta di decentramento dei poteri in tutte le regioni del paese, soprattutto in materia fiscale, che aveva però provocato l'ira dei filorussi visto che non includeva lo status speciale per le regioni separatiste previsto invece dagli accordi di Minsk-2 dello scorso febbraio. In proposito, la Russia da tempo denuncia la mancata introduzione delle riforme in Ucraina come il principale ostacolo all'attuazione dei negoziati.

In Egitto uno scontro a fuoco tra la guardia costiera egiziana ed "elementi terroristi" si è registrato stamani nei pressi di Rafah, nel Nord del Sinai questa mattina intorno alle 9:30. Lo ha reso noto il portavoce militare egiziano Muhammad Samir sulla sua pagina Facebook. " La guardia costiera hanno inseguito gli elementi sospetti e si è verificato uno scontro a fuoco a seguito del quale è scoppiato un incendio sull'imbarcazione", ha spiegato Samir, precisando che " non vi sono state perdite umane".
L'attacco è stato rivendicato dallo Stato del Sinai, ex gruppo qaedista ora affiliato allo Stato Islamico, in un comunicato diffuso su Twitter e giunge dopo la serie di attentati e scontri a fuoco che hanno sconvolto il Paese in queste ultime settimane. Il 29 giugno il procuratore generale egiziano. Hisham Barakat è stato assassinato in un attentato terroristico. Lo scorso primo luglio sempre lo Stato del Sinai ha dato il via ad una complessa operazione di assalto contro 20 posti di blocco delle forze di sicurezza nell'area delle città di Sheik Zuid e al-Arish, nel Sinai settentrionale, dove sono rimasti uccisi 21 militari e 240 terroristi. In seguito agli attacchi l'esercito ha intensificato le operazioni nella regione anche con l'ausilio di elicotteri Apache. Lo scorso 11 luglio al Cairo è invece esplosa un'autobomba nei pressi del Consolato italiano, causando la morte di una persone e diversi feriti. Il portavoce Samir ha anche reso noto che l'esercito egiziano ha " ucciso 22 terroristi che si nascondevano nella regione di al Leftat a Sheikh Zuweid nel nord del Sinai", senza fornire altri dettagli.
Nel tardo pomeriggio il direttore della sicurezza del Cairo, generale Osama Bedir, è stato rimosso dall'incarico dal ministro dell'Interno egiziano, Magdy Abdel Ghafar. Prende il suo posto Khaled Abdel Aal. Lo ha reso noto l'emittente televisiva di Stato egiziana, senza tuttavia precisare le motivazioni alla base della decisione.

In Libia è stato raggiunto un accordo tra i rappresentanti delle città di al Zawiya e di Zintan, nella Tripolitiania, per la fine degli scontri armati. L'intesa è stata raggiunta al termine di una riunione tra i capi delle due città tenuta nel villaggio di Bir al Ghanam allo scopo di evitare ulteriori spargimenti di sangue. L'accordo prevede il ritiro delle milizie nelle rispettive città, la riapertura delle strade, la fine degli arresti indiscriminati e la libertà di trasportare merci lungo le strade che conducono a Tripoli.
Nel frattempo le Saiqa, le forze speciali dell'esercito libico (fedele al governo di Tobruk) hanno reso noto che " dalla guerra di liberazione del 2011 ad oggi sono stati uccisi 505 soldati, mentre i feriti sono stati 1500". Lo ha affermato all'agenzia egiziana Mena il colonnello Miloud al-Zwi.

In Giappone la Camera bassa del Parlamento ha approvato due progetti di riforma che ampliano il ruolo delle forze armate nel Paese e riformano la costituzione adottata dopo la fine della Seconda guerra mondiale. I provvedimenti sono stati votati dai membri del Partito liberaldemocratico del primo ministro Shinzo Abe e del suo alleato di governo New Komeito. mentre l'opposizione ha abbandonato l'aula in segno di protesta.
Il provvedimento ha causato confusione e rabbia nella popolazione giapponese. Ieri 60 mila persone hanno manifestato contro i due disegni di legge e secondo un recente sondaggio del quotidiano locale Asahi Shimbun afferma che il 26 per cento degli intervistati sostiene il progetto del governo Abe, mentre il 56 per cento è contrario. Tuttavia, ben l'80 per cento degli intervistati ritiene che il governo non abbia chiarito fino in fondo le implicazioni di questa riforma.
Il governo ha giustificato la decisione in nome dell' autodifesa collettiva, precisando che le forze giapponesi saranno autorizzate a intervenire solo in conflitti che mettano in pericolo la sicurezza del Giappone. " Il governo ha la responsabilità di garantire la vita delle persone e la convivenza pacifica in una situazione di sicurezza sempre più critica che circonda il nostro Paese, in particolare con lo sviluppo nucleare e missilistico della Corea del Nord", ha dichiarato il capo di gabinetto Yoshihide Suga in una conferenza stampa. Ora i disegni di legge passano all'esame della Camera alta. Se approvati, potrebbero mettere fine a 70 anni di pacifismo sancito nella sancita Costituzione giapponese.
Eventualità che preoccupa la Cina. La portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Hua Chunying, ha infatti avvertito che le misure volute da Abe rischiano di " indebolire la pace e la sicurezza regionale".

Due notizie dagli Stati Uniti. Il presidente americano Barack Obama, nel corso di una telefonata, ha ringraziato il suo omologo russo Vladimir Putin per " il ruolo significativo giocato dalla Russia" nel raggiungimento dell'accordo sul programma nucleare dell' Iran. Lo ha reso noto la Casa Bianca. Entrambi hanno sottolineato che l'accordo rappresenta " una soluzione storica" e si sono impegnati a proseguire nella collaborazione per vigilare sul rispetto dell'intesa da parte di Teheran. I due leader hanno inoltre espresso " il desiderio di lavorare insieme per ridurre le tensioni regionali e in particolare in Siria". Non si è invece parlato dello scudo antimissile in Europa orientale.
Prosegue intanto il riavvicinamento con Cuba. Il presidente cubano Raul Castro ha chiesto a Obama di usare il suo potere esecutivo per "smantellare" l'embargo economico in vigore contro l'isola dal 1962, considerato l'ostacolo principale nel processo di normalizzazione delle relazioni tra i due Paesi. L'embargo può essere rimosso solo dal Congresso Usa, a meno che il presidente non decida di ricorrere ad un ordine esecutivo, come auspicato da Castro. Attesa per il 20 luglio la già prevista riapertura delle rispettive ambasciate.


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