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Grecia, tutto è strada

Creato il 19 settembre 2011 da Tnepd

Grecia, tutto è strada
Ola ine dromos (tutto è strada), è un film greco realizzato nel 1998 dal regista Pantelis Voulgaris.
Il film è composto da tre episodi, ed il terzo di essi, Vietnam, narra la storia di Makis Tsetsenoglu, un imprenditore benestante che vive in una cittadina sperduta nel nord della Grecia.
Makis è un assiduo frequentatore del “Vietnam”, uno skiladico, un locale non certo distinto situato in mezzo al nulla.
Skiladico, letteralmente “canile”, è il termine, tra il confidenziale e il dispregiativo, con cui in Grecia viene chiamato un genere di locali ampiamente diffusi ed altrettanto popolari.

Nello skiladico si suona musica popolare, spesso di non ottimo livello (il termine stesso skiladico nasce dalla constatazione che i cantanti che si esibiscono sulla pista nel momento di compiere virtuosismi vocali paiono abbaiare), mentre per i tavoli si aggirano ragazze disinibite, quasi sempre straniere, pronte ad offrire compagnia in cambio di qualche drink.
Un' altra caratteristica dello skiladiko è l'uso di acquistare degli appositi piatti, messi a disposizione dal locale, col solo scopo di gettarli sulla pista per distruggerli, anche se negli ultimi anni il lancio dei piatti è stato interamente sostituito da quello dei fiori, altrettanto cari ma meno pericolosi per l'incolumità dei cantanti e dei clienti.

 

C'è chi ha visto nella tradizione di questo tipo di locali un lontano rimando alle feste in onore di Dioniso della Grecia arcaica, feste dove ritmi ossessivi, balli sfrenati e lascive menadi facevano perdere ogni inibizione ai partecipanti.
In ogni caso, il gesto della rottura dei piatti si rifà senza dubbio ad una cerimonia arcaica molto radicata in diverse società del passato, ovvero al rito dello spreco sacralizzato.
Diversi popoli, in epoche pre-storiche, organizzavano infatti periodicamente dei particolari riti in cui una grande quantità di beni della comunità venivano ammassati e poi distrutti.
Con questo gesto si voleva rimarcare la vanità del possesso materiale e la caducità di tutti i beni terreni.

Nello stesso modo, negli skiladika moderni si compie inconsciamente lo stesso rito, in maniera sicuramente più grossolana: chi spende soldi per avere dei piatti da rompere sulla pista vuole rimarcare in primis il fatto di essere benestante economicamente, ed in secondo luogo dichiara di non aver timore di disfarsi dei suoi soldi in qualsiasi momento.
Non a caso, un tema ricorrente nelle canzoni che suonano negli skiladika è quello di uomini lasciati dalle loro donne, di persone che amano senza essere ricambiate, di dolori che non riescono a venire superati, e i testi sottolineano spesso il fatto che davanti a queste situazioni i soldi non abbiano alcun valore.

Makis, il protagonista del film, viene lasciato dalla moglie, stanca dei suoi tradimenti e delle sue notti brave al Vietnam, e se ne va portandosi via i loro due figli piccoli.
Per Makis questo è un colpo pesantissimo: a suo modo amava la moglie, e soprattutto amava i suoi figli, ma è anche consapevole delle sue colpe.

Per smaltire il suo dolore decide quindi di andare al suo locale preferito, dove viene accolto con servile e falsa gentilezza, dal momento che tutti sanno che si tratta di un cliente disposto a spendere grandi somme di denaro, specialmente nelle serate in cui ha dei dispiaceri da “affogare”.
Inizia così la serata di Makis al Vietnam, una serata fatta di orchestre di periferia che suonano appoggiandosi al playback, di cantanti “ululanti” che si atteggiano a grandi star, condita da alcool di infima qualità, da ragazze bulgare messe a disposizione dalla direzione del locale e da piatti da rompere.

Makis acquista e fa rompere tutti i piatti presenti nel locale, e quando questi si esauriscono fa smontare i sanitari dei bagni e li fa distruggere sulla pista.
In un crescendo di alcool e di disperazione, Makis si rivolge al proprietario del locale e gli fa una offerta per comprarlo tutto seduta stante.
Il proprietario accetta, e quando chiede a Makis cosa voglia farne, questi gli risponde che intende, ovviamente, demolirlo.
Il film si conclude con l'orchesta che suona all'aperto, con Makis che balla e con la ruspa di Ilias, un dipendente di Makis, che demolisce il Vietnam.

Makis, che finalmente ha dato sfogo al suo dolore, se ne va ballando verso il nulla, mentre ancora l'orchesta suona, ed in qualche modo difficilmente si può trovare una immagine migliore per descrivere quello che sta succedendo in Grecia negli ultimi anni.

 


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