Sono diverse settimane che siamo entrati in possesso dell’ultima fatica Petroglyph, ovvero lo strategico in tempo reale con visuale dall’alto Grey Goo. Un gioco dal potenziale esplosivo che sa catturare il giocatore fin dalle prime battute e già dopo il tutorial, ci getta in un’avventura alla disperata ricerca di una via d’uscita da un pianeta alieno a noi estremamente ostile. Non è la prima volta che parliamo di questi abili sviluppatori, infatti i ragazzi di Petroglyph non sono nuovi nel mondo degli RTS, o meglio abbiamo già sentito parlare di loro e dello sviluppo di un altro strategico, fino a poco tempo fa, con i rumor che volevano l’uscita di End of Nation, entro la fine dello scorso anno. Purtroppo è rimasto tutto fermo ma gli sviluppatori hanno lavorato al gioco che andiamo a recensire oggi. Vediamo più nel dettaglio se i lavori su questo titolo hanno lasciato dei buchi nel gameplay o nella trama o se il poco tempo di sviluppo è stato sufficiente agli sviluppatori per rendere questo RTS un gioco degno di essere ricordato.

Saremo schietti e sinceri: Grey Goo è un RTS come non se ne vedevano da anni. Un gioco che vuole far sue meccaniche “antiche” che rendevano immensi i titoli orientati verso lo stile strategico in tempo reale. Meccaniche semplici e funzionali che però sono andate smarrite nell’evoluzione del genere stesso. Oggi per esempio quando parliamo di RTS, ci vengono in mente videogiochi che abbiamo giocato da giovanissimi o i nuovi strategici dove i turni sono scanditi da un timer dalla velocità variabile o dove l’IA nemica singhiozzante ci permette di fare tutto ciò che ci aggrada anche alle difficoltà medie, o peggio ancora, pensiamo a titoli dove giocare con una razza specifica tra le numerose selezionabili sia la cosa migliore per vincere su tutta la linea, uno scarso bilanciamento tra forza offensiva e difensiva, senza contare tutte le aggiunte come la scarsa capacità nel commercio o nella diplomazia, tutte peculiarità che sono minime in alcuni popoli ma eccessive in altri. Ciò rende i moderni strategici, giochi orientati alle nuove leve o a quei giocatori che non vogliono impegnarsi in una vera sfida o che semplicemente, come chi vi scrive, sono costretti ad aggiornarsi per tenersi al passo con i tempi e dover rinunciare a tutte le soddisfazioni dove la cliccata più rapida poteva garantire un vantaggio considerevole tra te e il tuo avversario, dove l’accumulo o il furto di zone ad alto concentramento di risorse portava un vantaggio alla nostra popolazione, impedendo numerose azioni ai nemici. Insomma come quasi per ogni genere, l’evoluzione non è stata un passo in avanti sotto il punto di vista del divertimento come molti sviluppatori vogliono far credere. In questo Grey Goo ci è venuto incontro. In che modo? Inserendo tutte quelle chicche che tanto abbiamo amato in passato e che ora, anche se rivisitate negli aspetti del gameplay e della strategia in generale, sono davvero apprezzabili anche da chi non si è mai accostato al genere degli strategici.
La nostra avventura partirà con una sequenza video davvero esaltante, dove vedremo il protagonista alle prese con dei test su un portale non ben specificato, inizialmente, che consentirà a noi e alla nostra razza di abbandonare il pianeta su cui siamo stanziati ma che non rappresenta la nostra vera casa. Qualcosa va inevitabilmente storto, ed invece di attraversare noi il portale verso un’altra galassia, saranno i nostri nemici a entrare nella nostra atmosfera. Da qui il panico dilaga in una manciata di secondi. Costretti a tentare una chiusura forzata del portale dimensionale, causeremo la perdita di centinaia di vite alleate e dopo aver quasi perso la testa, letteralmente, saremo “invitati” a difendere le ultime nostre truppe rimaste sul campo, riorganizzando un perimetro di difesa e accumulando risorse necessarie per lo sviluppo, il funzionamento e la ricerca di tutte le strutture e le macchine di difesa e offesa. Il Catalyst, questo è il nome della sostanza mineraria che ci fornirà ogni bene di consumo necessario per la sopravvivenza. Le mappe di gioco saranno disseminate di punti di estrazione, tali punti dovranno essere conquistati con una certa celerità rispetto al nostro avversario, sia che si giochi online sia che ci si limiti alla campagna principale offline. Considerando infatti che proprio questa “magica” pietra bluastra sarà la fonte di tutto. Prosciugata una miniera, noi saremo inevitabilmente più forti, supponendo di aver speso tutte le risorse per la progettazione e lo sviluppo di nuovissime unità d’elite, mentre il nostro avversario si vedrà togliere un vantaggio strategico non indifferente, considerato che, come avrete capito, senza risorse si è completamente fermi e appiedati. Tagliati i rifornimenti all’avversario, avremo inevitabilmente vinto. Ma non basterà questo a rendervi degli strateghi d’eccellenza, infatti il crescente numero di situazioni con cui il gioco ci mette alla prova vedrà una nostra crescita esponenziale di strategie sempre più complesse, ma in fin dei conti la base resterà la medesima, tagliare l’energia all’avversario sarà sempre la via più breve, ma non necessariamente la più semplice.
Durante le partite online avremo modo di affrontare fino a quattro giocatori, in mappe che varieranno di dimensioni e di caratteristiche geografiche, sotto questo punto di vista siamo davvero stati folgorati dal dettaglio grafico, che a livello ultra ci ha permesso di godere di scorci fantastici in ambienti davvero ben caratterizzati (pur giocando con una macchina di fascia medio-bassa), nelle partite in singolo come in quelle multigiocatore, dove se avremo terminato la campagna principale acquisiremo un leggero vantaggio sull’avversario, considerato che le mappe si ripeteranno ciclicamente riproponendo campi di battaglia già calcati durante il filone narrativo in singolo. Tornando al fattore multiplayer, possiamo dirci davvero entusiasti nel constatare che la community formatasi in queste settimane attorno al prodotto finale, è solida ed esperta. In alcuni casi ci è parso di giocare con una IA a difficoltà massima, questo ci fa presupporre che moltissimi giocatori vecchia scuola si siano avvicinati al titolo, riuscendo a percepirne il potenziale già dai video gameplay rilasciati in precedenza. Spendiamo qualche parola anche per il comparto audio, considerato che su quello visivo ci siamo già espressi in modo più che positivo. Sotto questo aspetto i ragazzi di Petroglyph non sono riusciti a dare il massimo, infatti è qui che il gioco perde colpi non riuscendo a garantire un sincro degno di nota, oltre a far passare a schermo dei filmati privi di audio e sottotitoli. Non sappiamo se questo sia un problema sporadico, ma sicuramente ci ha fatto storcere il naso e siamo certi di non essere gli unici ad aver avuto questo piccolo inghippo, considerato che sui forum molti altri giocatori hanno avuto il medesimo problema. Nulla di irreparabile comunque, considerato che dopo i video, un piccolo sunto di quanto accaduto veniva recitato in-game dai volti alieni dei protagonisti, che da un monitor ci davano indizi sui nostri compiti più urgenti, commentando sugli accadimenti precedenti per darci un senso di profondità che abbiamo apprezzato. Ultimo punto in analisi ma non per importanza, è il gameplay. Quest’ultimo è una mescolanza di molteplici stili strategici già visti in passato, come appunto la raccolta di materiale per la produzione di unità è il successivo impiego delle stesse per la vittoria della campagna in corso. Oltre questo stile lineare, comune ad ogni RTS, gli sviluppatori hanno voluto migliorare il fattore sfida inserendo, come già detto in precedenza, la presenza di una IA davvero ottima, ed un bilanciamento totale delle razze aliene disponibili. Ora più che mai ogni unità alleata avrà una controparte nemica adeguata alla propria potenza offensiva, ciò non causerà fasi di stallo, ma la corsa all’ordine più veloce sarà determinante, costringendo i giocatori a muoversi velocemente da una struttura all’altra per mantenere le fabbriche calde e pronte per la produzione di unità sempre aggiornate. Ciò sarà necessario in single player quanto in multiplayer. Per il resto, non abbiamo riscontrato bug di sorta, il gioco si è presentato fluido e privo di cali di frame anche a impostazioni elevate e la ricerca di qualche componente tecnico poco rifinito sarebbe una vera sfida, anche per il giocatore più puntiglioso.







