Grillo, antagonista ufficiale del regime

Creato il 21 maggio 2014 da Nino Caliendo

Evito quasi sempre di parlare di Grillo per non dargli spazio e perché ne sono ampiamente schifato senza sconti per la sua ipocrisia e la sua saccenza dell’essere il Dio tenutario del Verbo populista. Ma non resisto alle provocazioni, come quella perpretata l’altro ieri sera con lo show consumato sul palcoscenico ruffiano di Vespa.

Più che commenti, vorrei porre delle domande.

1)   Storicamente, mi risulta, con il rafforzamento derivante dalle mie personali esperienze, che gli antagonisti politici mai hanno aspirato, preteso o cercato di ottenere scranni in Parlamento (accompagnati, conseguentemente, da molto congrui elementi retributivi), ma hanno sempre agito e lottato al di fuori dell’istituzione parlamentare, tanto da essere definiti extra-parlamentari da che mondo è mondo. Perché, allora, Grillo e grillini si sono inventati la figura atipica dell’antagonista parlamentare? Antagonisti all’interno del Parlamento? E che razza di antagonismo sarebbe?

2)   Sempre storicamente, mai gli antagonisti politici hanno goduto di spazi sui media di regime, nazionali e Rai, dove sono stati sempre ignorati allo scopo di minimizzare e tenere ben nascosta al grande pubblico la loro esistenza ed il loro pensiero. Domanda: perché allora Grillo è messo ogni giorno in evidente scena da questi stessi media, consentendogli addirittura uno show nel teatro di Vespa, territorio incontrastato prima della Democrazia Cristiana e, successivamente, di Berlusconi e del berlusconismo?

3)   Perché Grillo, nei suoi disgustosi show, mai si pone il problema dell’esistenza del maggior partito italiano: quello dell’astensionismo? Eppure, se ne dovrebbe preoccupare, dovrebbe chiedersi perché milioni di italiani non si recano alle urne per votarlo, dimostrando, astenendosi, di non condividerlo. Per la cronaca, i sondaggi sulle prossime europee prevedono intorno al 50% di astenuti. Vale a dire che un partito che uscirà dalle urne con il 20% dei consensi, nella realtà, avrà raccolto soltanto il 10% delle preferenze che avrebbe potuto raccogliere se tutti gli elettori avessero votato.

4)   Perché Grillo, sia pure condivisibilmente, denuncia solo il marcio della politica (di cui tutti siamo a conoscenza: da qui il populismo, cioè l’affermare con toni alti quello che tutti noi diciamo da sempre) e mai affronta i costosissimi “marci” (per gli italiani) della piaga Vaticana e delle inutili e dispendiosissime forze armate dei generali, tanto per citarne solo due? Perché alle urla di Grillo si dà tanta visibilità e a noi, che queste cose le denunciamo da prima di Grillo, nessuno ha mai dato un sia pur misero spazio?

Che “di Maastricht si muore…” (e stiamo morendo) noi lo gridavamo già nella metà degli anni novanta, ma nessuno ci dedicava una riga o un minuto di telegiornale. Oggi, Grillo predica l’uscita dall’euro, con il consenso del regime e dei media. Mah… Misteri dell’antidemocrazia!

La tentazione di una piccola considerazione, però, non riesco a trattenerla.

Negli anni ’70, con la sconfitta da parte dello Stato delle Brigate Rosse di Curcio, videro subito dopo la luce quelle di Moretti (quelle del rapimento di Moro, per intenderci: del rapimento di Stato, come si è fatto capire oggi), che poi si scoprì essere legate a servizi segreti e mafie, quindi al servizio dell’allora regime.

Niente niente, Grillo e grillini rappresentano una storia simile? Lo Stato che mette in scena e manovra gli antagonisti creati ad hoc, oscurando in questo modo quelli veritieri? Antagonismo di regime, insomma, al servizio della dittatura di oggi, che manganella pensionati e lavoratori che manifestano! Corsi e ricorsi storici, l’abuso si ripete, come già con Mussolini.

E questo spiegherebbe anche l’incremento sensibile di certe ricchezze…!

Nino Caliendo

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