Grillo e i dipendenti pubblici da licenziare

Da Brunougolini


Col senno di poi oggi appare chiaro che sarebbe stato meglio aprire un confronto in campagna elettorale con i «contenuti» delle posizioni di Grillo e dei grillini, più che con le battute del teatrante, come quella relativa alla necessità di «abolire i sindacati». Sarebbe stata necessaria una battaglia politica aperta, anche per fare chiarezza tra i suoi stessi elettori, quelli che hanno contribuito senza esitazioni a una imponente ondata di consensi nelle roccaforti operaie e nel tumultuoso mondo composito dei giovani precari. Ovverosia i protagonisti di uno dei libri di Grillo Schiavi Moderni in cui si parla, tra l’altro, di «Call center organizzati come istituti di pena».
Avremmo dovuto, ad esempio, contestare l’idea che per soddisfare la collera giovanile bisogna conquistare non tanto esperienze di lavoro tutelate e dignitosamente pagate, bensì un reddito di cittadinanza sovvenzionato con il sacrificio di altri lavoratori, quelli occupati nei servizi pubblici. Ovverosia vigili del fuoco, infermieri, insegnanti, impiegati delle agenzie delle entrate, ministeriali, e via elencando. Tutti coloro per i quali proprio in questi giorni si discute di un ulteriore blocco delle retribuzioni per due anni.
Grillo aveva scelto la strada della contrapposizione, già battuta da esponenti del centrodestra come Brunetta. È così si poteva leggere sul suo Blog dell’esistenza di due blocchi. Il primo composto «da milioni di giovani senza un futuro, con un lavoro precario o disoccupati» che «cercano una via di uscita, vogliono diventare loro stessi istituzioni, rovesciare il tavolo».
L’altro blocco é composto «da una gran parte di dipendenti statali, da chi ha una pensione superiore ai 5000 euro lordi mensili, dagli evasori» nonché da politici di varie specie. Fatto sta, denunciava il Blog, che «Ogni mese lo Stato deve pagare 19 milioni di pensioni e 4 milioni di stipendi pubblici», un peso insostenibile. Bisogna aggredirlo per dare il reddito di cittadinanza ai precari. Ed ecco la proposta finale: «Licenziamenti di decine di migliaia di dipendenti della Pubblica amministrazione e taglio delle pensioni sopra a un certo tetto con l’introduzione della pensione massima che potrebbe essere di 2000 euro al mese». Altro che articolo 18, licenziamenti ad libitum, senza tener conto, tra l’altro, delle conseguenze. Ha spiegato bene Rossana Dettori, segretaria della funzione pubblica Cgil: «Dietro le parole che usa Grillo (posto di lavoro pubblico), ci sono ospedali e pronto soccorso, commissariati di polizia e caserme dei vigili del fuoco, ci sono asili nido e scuole di ogni ordine e grado, ci sono servizi sociali per anziani e non autosufficienti, ci sono istituzioni democratiche che assicurano funzioni essenziali per i cittadini».
Altre risposte polemiche sono state pubblicate sullo stesso Blog di Grillo. Così leggiamo Jeremy da Cagliari: «Io sono un dipendente statale e ho votato M5S. Non credo che noi statali siamo la causa del male italiano, almeno non tutti, e il mio potere d’acquisto è fermo da 10 e più anni». È ancora: «Io non mi sento un parassita o uno che toglie il pane di bocca al lavoratore privato. Lavoro ogni giorno e rischio pure la vita in mezzo alla strada e mi piacerebbe che in questo blog si precisasse di più e si facessero meno generalismi!». Mentre Paolo da Roma osserva: «E no, caro Beppe, mi era sembrato di capire che le risorse per sostenere il reddito di cittadinanza dovessero provenire dalla lotta al malaffare, dallo stop immediato alle opere inutili (vedi Tav ecc), dai tagli alle spese della politica, dal ritiro dei contingenti militari, dalla revoca degli acquisti dei cacciabombardieri, dal dimezzamento delle pensioni e degli stipendi d’oro, ma non dal mettere per strada dipendenti pubblici e pensionati che lottano per arrivare a fine mese!». E così un altro, Maurizio, si sfoga: «Ma lo sai quanti dipendenti statali hanno votato M5S? Lo sai??? Lo sai quante tasse per la crisi si sono presi senza permesso dal mio stipendio di statale sti quattro farabutti ? Lo sai??? Lo sai quanto prende un insegnante come me a 60 anni con moglie disoccupata e un figlio? Vuoi saperlo??? 1530 euro!!!! (e ci pago un mutuo di 500 per altri 28 anni)». Mentre c’e chi riflette: «L’unico scontro generazionale gradito, anzi auspicato, nel Paese è quello tra la casta e gli emergenti del M5S. Questi giochetti di mettere i padri contro i figli, i lavoratori precari contro quelli fissi, lasciateli fare ai Casini e ai Monti, anche perché non riescono: non si possono mettere i figli contro i padri. Il lavoratore precario non vuole che anche gli altri lo siano, ma vuole proprio il contrario: non esserlo più lui. Quest’analisi A e B è di una superficialità avvilente oltre che smentita dai fatti: io, oggi posto fisso, 60 anni e 40 contributivi, pensione trombata e prossima pensionata da fame ho votato M5S e con molti altri come me ero anche a San Giovanni. Analisi di questo acume sono degne di un Gasparri, non di una forza che rivendica la più alta connessione con la realtà italiana».
Un dibattito interessante in cui non mancano, certo, voci di diverso avviso, coerenti con le proposte di imbracciare la mannaia per colpire il pubblico impiego dei «fannulloni». Ora questo altalenarsi di opinioni avrà un peso sul vertice grillino e nella disputa sul nuovo governo e sulle cose da fare magari con l’appoggio dei grillini? Quel che appare certo é che per il Movimento a Cinque Stelle il fuggire da un impegno costruttivo significherebbe deludere speranze e attese di quegli oltre otto milioni di elettori, appartenenti al mondo del lavoro privato e pubblico, nonchè al mondo di pensionati e precari, imprenditori in crisi. Tutta gente che si aspetta risultati e non solo grida di guerra. Cosi suona, tanto per fare un esempio, l’appello di Franco da Modena: «Grillo ma quale alternativa proponi, al non votare la fiducia a nessuno, quindi a non dare la possibilità che ci sia un nuovo governo? Punti allo sfascio? Ricordati che se ci saranno nuove elezioni molti ti riterranno colpevole del disastro e non ti rivoteranno come farò io e molti che la pensano come me».
http://ugolini.blogspot.com

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