Non voglio fare di tutte le erbe un fascio, me ne guardo bene, tanto che tra loro ho molti buoni e stimati amici. Mi pare però un dato piuttosto rilevante la difficoltà che incontro – e a quanto pare non sono l’unico – a discutere serenamente con persone che aderiscono attivamente al Movimento 5 Stelle. Molto spesso mi trovo di fronte a uomini all’apparenza ben informati che snocciolano argomenti che sembrano inconfutabile ma che, invece, spesso, quasi sempre, provengono da fonti non verificate o difficilmente verificabili ma che riportano fedelmente il pensiero del capo.
È una vecchia tattica, usata e abusata da esponenti di estrema destra, quella di vomitare, nel vero senso della parola, fiumi di nozioni imparate molto bene alle quali la controparte fatica a controbattere per il semplice fatto che le stesse non sono documentabili e, per questo, non si è preparati alla confutazione. Quando poi si vanno a cercare le fonti si capisce che si è stati vittime di puro e semplice indottrinamento.
È inoltre spesso evidente una sorta di violenza verbale e una forte propensione alla discesa nel personale che rendono davvero complicato portare avanti una discussione serena. La cosa che più spiazza, però, è l’assoluta fedeltà al capo. Se Grillo dice che gli asini volano molti tra i suoi sono disposti a vederli volare o, magari i più scettici, almeno a vederli saltare molto in alto.
Grillo è senz’altro un formidabile comunicatore e possessore di enorme carisma. Ma di carisma solo non vive l’uomo e, a quanto pare, parecchi elettori se ne stanno accorgendo. Un po’ meno nozioni e un po’ più di progetti concreti, uniti ad una certa dose di umiltà e di disposizione all’ascolto dell’avversario forse gioverebbero. Non solo al Movimento 5 Stelle.
Luca Craia