Il Movimento 5 Stelle ha rotto defintivamente il tabù dell'astensione dei suoi leader dai programmi televisivi, prima Casaleggio domenica scorsa con Lucia Annuziata a "In Mezz'ora", e poi Grillo, ieri sera con Vespa a "Porta a porta". Si tratta di due pubblici diversi (uno di "nicchia", l'altro "popolare"), e non a caso, penso, i due fondatori si sono divisi il compito. A parte questo, permane il rifiuto (per la verità, con qualche eccezione) del confronto dei rappresentanti del Movimento 5 Stelle con altri rappresentanti di partito. Ciò che è emersa principalmente dalle due interviste, secondo me, è stata l'idea di democrazia che il "5 Stelle" propone, vale a dire il sostanziale superamento del sistema rappresentativo - motivato dalla degenerazione partitocratica - e la proposizione di un altrettanto sostanziale sistema di democrazia diretta, ove ai parlamentari eletti venga disconosciuta l'autonomia (superamento dell' "assenza del vincolo di mandato"), rispetto agli elettori. In questa ottica, presentandosi come l' "unico interprete della volontà dei cittadini", proprio in quanto propugnatore dell'abbattimento del diaframma che comunque distingue (al di là di ogni degenerazione patologica), in una democrazia rappresentativa, eletti ed elettori, si spiega come il Movimento 5 Stelle non intenda accordarsi con altri partiti per dare vita ad una maggioranza di governo, ma voglia attendere la conquista della maggioranza assoluta nelle assemblee parlamentari. Secondo me, il discorso che fa il M5S di attesa quasi messianica della vittoria in solitario alle elezioni politiche, e di rifiuto della costruzione con altre forze politiche di una proposta di governo, somiglia molto alle idee della sinistra rivoluzionaria, del tipo: "fino a che non si verificheranno le condizioni per fare la rivoluzione e abbattere il sistema, non ci resta che continuare a lavorare per crearne le condizioni...", continuando a subire, nel frattempo, tutto il peggio, senza provare a migliorare le cose nella situazione data. Per tornare all'oggi e al comportamento del M5S, anche quelle proposte sulle quali la sinistra o una parte della sinistra potrebbe trovarsi d'accordo (qualche esempio: legge sul conflitto d'interesse, reddito di cittadinanza, legge anti-corruzione, taglio delle spese militari), rimangono di difficile attuazione, proprio per l'dea del "Cinque Stelle" di attesa della conquista del 51%.
Grillo e l'attesa di un'ipotetica rivoluzione che lascia le cose come stanno
Creato il 20 maggio 2014 da Gaetano61Il Movimento 5 Stelle ha rotto defintivamente il tabù dell'astensione dei suoi leader dai programmi televisivi, prima Casaleggio domenica scorsa con Lucia Annuziata a "In Mezz'ora", e poi Grillo, ieri sera con Vespa a "Porta a porta". Si tratta di due pubblici diversi (uno di "nicchia", l'altro "popolare"), e non a caso, penso, i due fondatori si sono divisi il compito. A parte questo, permane il rifiuto (per la verità, con qualche eccezione) del confronto dei rappresentanti del Movimento 5 Stelle con altri rappresentanti di partito. Ciò che è emersa principalmente dalle due interviste, secondo me, è stata l'idea di democrazia che il "5 Stelle" propone, vale a dire il sostanziale superamento del sistema rappresentativo - motivato dalla degenerazione partitocratica - e la proposizione di un altrettanto sostanziale sistema di democrazia diretta, ove ai parlamentari eletti venga disconosciuta l'autonomia (superamento dell' "assenza del vincolo di mandato"), rispetto agli elettori. In questa ottica, presentandosi come l' "unico interprete della volontà dei cittadini", proprio in quanto propugnatore dell'abbattimento del diaframma che comunque distingue (al di là di ogni degenerazione patologica), in una democrazia rappresentativa, eletti ed elettori, si spiega come il Movimento 5 Stelle non intenda accordarsi con altri partiti per dare vita ad una maggioranza di governo, ma voglia attendere la conquista della maggioranza assoluta nelle assemblee parlamentari. Secondo me, il discorso che fa il M5S di attesa quasi messianica della vittoria in solitario alle elezioni politiche, e di rifiuto della costruzione con altre forze politiche di una proposta di governo, somiglia molto alle idee della sinistra rivoluzionaria, del tipo: "fino a che non si verificheranno le condizioni per fare la rivoluzione e abbattere il sistema, non ci resta che continuare a lavorare per crearne le condizioni...", continuando a subire, nel frattempo, tutto il peggio, senza provare a migliorare le cose nella situazione data. Per tornare all'oggi e al comportamento del M5S, anche quelle proposte sulle quali la sinistra o una parte della sinistra potrebbe trovarsi d'accordo (qualche esempio: legge sul conflitto d'interesse, reddito di cittadinanza, legge anti-corruzione, taglio delle spese militari), rimangono di difficile attuazione, proprio per l'dea del "Cinque Stelle" di attesa della conquista del 51%.
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