Grillo da Renzi non ci voleva andare. Era chiaro già da qualche giorno. Poi ieri in fretta e furia, come da copione, la consultazione degli iscritti in cui si chiedeva se l’incontro s’aveva da fare o meno. La butto lì: forse qualche brontolio di pancia nel movimento, che a quell’incontro qualcuno teneva, magari per provare a rientrare nel gioco e non rimanere a palleggiare in solitaria in un angolino come è stato fino ad oggi?
Poi la democrazia diretta online del Movimento ha dato il suo responso: l’incontro si doveva fare, con buona pace di Grillo.
Ora, si potrebbe discutere per ore sulla convenienza o meno di farlo in streaming e su ciò che Renzi avrebbe o non avrebbe potuto fare in quei 10 minuti (tanto è durato il faccia a faccia). Quello che però appare chiaro è che con il suo comportamento il “portavoce” del M5S ha delegittimato e, ancor peggio, ha tolto dignità e valore sia allo strumento della consultazione diretta di cui tanto si fregiavano (esibendolo come vessillo della loro diversità sana), sia agli iscritti che in quello strumento credevano e che numeri alla mano quel confronto lo avevano chiesto (ma che sono sicuro, non volevano finisse così).
Non male, se si pensa che è stato fatto tutto in 10 minuti. E forse tanti saluti anche a quelli che ancora scrivono #vinciamonoi e #sfiduciamorenzie