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Grillo, il leader e il suo senso

Creato il 28 febbraio 2013 da Trame In Divenire @trameindivenire
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Alessandra Liberato – Pinocchio e il Grillo parlante

Non ti fidare, ragazzo mio, di quelli che promettono di farti ricco dalla mattina alla sera. Per il solito, o sono matti o imbroglioni!

Carlo Collodi – Le avventure di Pinocchio

La democrazia partecipata, quella una-testa-un-voto, quella che si fonda su rete e condivisione, quella che parte dalla base, non ha bisogno di leader, soprattutto di leader che, in grazia del carisma acquisito o innato, impongono la linea pur nelle more della persuasione. Sarebbe un controsenso, un non senso, la perdita del senso e del suo fondamento.

Da qui alla manipolazione, fino alla tirannide il passo è breve. Correre su questo filo sottile, troppo sottile, perseverare in questa discrasia, è il segno che si sta andando oltre, che il filo sta per spezzarsi. E il filo, quello della tolleranza e della comprensione, che fa l’essere consapevole e libero,  è fin troppo sottile.

Nelle Avventure di Pinocchio – il burattino che volle farsi uomo – il grillo è il simbolo stesso della coscienza/consapevolezza che si evolve. E dunque, ora al M5S,  tocca decidere se essere Pinocchio e mentire a sé stessi, restare Grillo-parlante o evolversi e diventare uomo e uomo della polis. Affermare il suo senso. Mutare il sogno in realtà, o scoprire poi di essere stati preda dell’ennesima illusione e finire, senza averne coscienza, nel paese dei balocchi, tra grinfie di Mangiafoco. Il parlamento li attende.


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