GRILLO, GRILLO PARLANTE E GRILLO TALPA – Confessioni di un elettore pentito del M5S

Creato il 03 febbraio 2014 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali

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di Homo Neoliticus Sardus. Sappi, Beppe  Grillo, che non ti perdono per aver sciupato il mio voto dell’anno scorso.

Sappi che sono un insegnante elementare in pensione, uno che ha lavorato tutta la vita per far capire ai bambini che bisogna portare rispetto per se stessi, prima che agli altri. Perché se uno pronuncia ingiurie o parole sconce verso un’altra persona, indipendentemente dalla realtà dei fatti, quel bambino ha mancato di rispetto a se stesso perché apparirà sminuito agli occhi degli insegnanti, dei compagni, dei genitori e dei parenti.

E tu che cosa hai consigliato di fare, facendoti forte anche del mio voto?

Sei un bel grillo davvero, saltellante di qua e di là, fai il difficile e l’imprendibile. E invece le prendi, eccome!

Hai scatenato un putiferio, un sacrosanto casino mi verrebbe da dire rubandoti le parole, un gruppo di cantori benpensanti che il coro dell’Adelchi, lo vorrebbe! E devi arrenderti perché ti hanno scoperto: sei sessista, probabile stupratore, eversivo, fascista, sacrilego della genia d’incendiario di testi sacri e … anche altro, inutile infierire, tanto ti hanno sotterrato con ragioni serie e impegno morale e moralizzatore.

Però… se tu sei un Grillo che urla, questi sono grilli parlanti, non come quello della favola che era solitario e finiva spiaccicato al muro: questi sono in tanti e non finiscono mai, puoi giurarci.

E mentre il loro strepitio ci inonda dai tigi, dai talkshow, dai bollettini metereologici e da tutti i giornali stampati e online, mentre cinguettano come passeri a primavera, ecco che si mettono in moto, anzi non si sono mai fermati neanche per le feste, i grillotalpa che viaggiano in gallerie sotterranee, raramente escono allo scoperto, qualche volta sì, ma poi rientrano nella sfera dell’invisibile.

Chi pensi che siano i grillotalpa? Eh boh!

Uno assomiglia al presidente dimissionario dell’Inps, ma è di quelli piccoli. Fra l’altro suscita la curiosità della gente, specialmente dei lavoratori a cui sembrano tante le 40 ore settimanali, quando hanno il lavoro, si capisce: se costui ha 25 incarichi, a parte i pochi soldi che gli derivano,  ci si chiedo: di quante settimane sarà fatta la sua giornata lavorativa? E con la moglie, che ne ha soltanto 20 in giro per l’Italia, si vedono su Skype?

E questo è uno piccolo, si diceva. Verranno mai alla luce i grillotalpa che hanno congegnato l’aumento di capitale della Banca d’Italia? E quelli degli emendamenti alla Legge di stabilità che perdona due miliardi ai gestori delle macchinette mangiasoldi?

Ho sentito ben pochi grilli parlanti a tal proposito. Non sarà che i grilli parlanti siano parenti stretti dei grillotalpa? Che abbiano subito una mutazione genetica così che son bravi a sconsigliare i vari Pinocchi odierni dal fare quel che va fatto?

Per fortuna, tutto questo succede in Italia. In Sardegna non è così.

Non ostante le elezioni regionali siano alle porte, qui nell’Isola del Grande Verde, regna la democrazia e la giustizia. Anche in campagna elettorale. Anche da parte degli organi di stampa che sono imparziali ed oggettivi, per quanto si può esserlo, umanamente parlando. Non tutti sanno che ci sono sei sardi che si sono caricati l’onere e l’onore di partecipare alla competizione per governare al meglio questa Nazione senza Stato. Tre di questi sono conosciutissimi perché hanno già governato l’Isola.

Come? Basta vedere la condizione di chi ancora non è emigrato.

Di questi tre ben conosciuti i media sardi, e nazionali, quasi non ne parlano, insomma lo stretto necessario. Degli altri  invece, che bisogna portare all’attenzione dei cittadini elettori perché si vada a votare a ragion veduta, se ne parla e strapparla. Quanto?

Non c’è una statistica ufficiale, ma contando quante volte negli ultimi 20 giorni è apparso il nome di Luigi Sanna e quello di Francesco Pigliaru sul quotidiano di Cagliari (Pigliaru è di Sassari e se si fosse preso in considerazione La Nuova, si potrebbe pensare a un campanilismo), non ci si può credere, ma per ogni volta che Sanna ne conta una, Pigliaru pare che ne conti 140. Sì, più o meno centoquaranta!

Ah, dimenticavo: in Sardegna Grillo non c’è.

E allora?

Allora dico che Grillo ha sbagliato, Grillo ci manca da morire in Sardegna, perché ci sono rimasti solamente, anzi siamo invasi da grilli parlanti e da grillotalpa.

Per favore Beppe, vieni a Cagliari, facciamo una raccolta per le spese, ti vogliamo perché ci dia il coraggio di mandare a quel paese tutti i grilli salterini, tutti i grilli vocianti, tutti i grilli abigeatari che si sono raccolti nel palazzo di via Roma. I pastori non ne possono più, i contadini non ne possono più, i disoccupati, sì i disoccupati non hanno più la forza neanche di scappare. E neanche io, per farla breve, non ne posso più di questi scolari indisciplinati.

Vieni, Beppe, e fischia il  furori gioco a chi stabilmente staziona dietro, mostra il cartellino rosso a chi è abituato a entrare a gamba tesa sul bene comune. Non ti sarà difficile scoprirli, come segnalinee hai i pm di palazzo di giustizia.

E che Giustizia sia, almeno una volta, perché siamo in tanti ad aspettarla da una vita. Chiedi a Luigi Sanna se la pensa come me, se la pensa come te. Certo, anche lui era insegnante, il vaffa magari lo dice in greco, ma il concetto è sempre quello!

 Featured image, Gryllotalpa gryllotalpa , (Linnaeus, 1758), source Wikipedia.

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