Grillo visto dalla stampa tedesca

Creato il 30 aprile 2013 da Uvl @uvillanilubelli
Salvatore o distruttore? È così che la Zeit titola un reportage di Ulrich Ladurner su Beppe Grillo. Il giornalista tedesco ha seguito il leader del M5S nella campagna elettorale in Friuli per farsi un’idea dell’Italia a 5Stelle. Il Grillo osservato con gli occhi teutonici non è molto diverso da quello che gli italiani già conoscono. Al seguito di Grillo il giornalista tedesco riconosce le migliaia di persone che ascoltano i comizi del leader, ma registra anche una certa distanza. Il messaggio politico fondamentale registrato da Ladurner è semplice: Basta! Tutti a casa! Nell’interpretazione della Zeit Grillo è un Selfmademan che ha fatto carriera contro ogni istituzione, sia quando era un comico sia oggi che fa politica. Il suo M5S ha ottenuto successi, da Parma alla Sicilia passando per Roma. Proprio la Zeit analizza l’esperienza di Pizzarotti a Parma, un’Italia in piccolo: molti debiti e necessità di risparmiare. La Zeit ricorda che a Parma i 5Stelle governano alla Monti: aumento delle tasse e austerità finanziaria. Tesi ripresa da un articolo de Il Sole 24 Ore.
Ma un ritratto diverso l’ha offerto recentemente Petra Reski, una giornalista tedesca che ha seguito il M5S sin dall’inizio senza alcun pregiudizio. Sul mensile liberal-conservatore Cicero ha pubblicato un lungo articolo per spiegare ai tedeschi il vero vincitore delle elezioni politiche italiane. Reski evidenzia come il M5S sia l’unica grande novità di una politica italiana dove negli ultimi vent’anni i risultati elettorali erano tanto sorprendenti quanto quelli nella vecchia Repubblica comunista in Germania: a parte qualche breve interruzione vinceva sempre Berlusconi. Il successo del M5S, dice Reski, è stato un terremoto politico, uno tsunami appunto. Il M5S non ha soldi, non ha giornali, non ha televisioni, non ha banche e non ha squadre di calcio eppure grazie alle sue cinque “stelle” (Acqua, Ambiente, Trasporti, Internet e Sviluppo) è diventato il vero vincitore delle elezioni. Reski spiega anche che Beppe Grillo è stato molto più di un semplice comico perché i suoi spettacoli hanno sempre avuto una componente di denuncia. Il problema del movimento, continua la giornalista tedesca, è che il successo è arrivato troppo presto. Il passaggio da movimento extraparlamentare a partito con ampia rappresentanza e responsabilità è stato troppo veloce. Grillo ha poi rilasciato una ormai famosa intervista alla Bild nella quale ha riaffermato l’idea, già espressa qualche anno fa, di augurarsi un’invasione tedesca in Italia. Al tempo il genovese era ancora un comico. Oggi, Grillo, che guida un movimento politico del 25 per cento ha una responsabilità enorme davanti al Paese, ma continua a giocare sull’equivoco mai irrisolto tra l’essere un comico e essere un politico. Prima chiude i suoi comizi con urla liberatorie contro Angela Merkel e vede nella politica europea uno dei problemi dell’Italia, poi si augura un’invasione tedesca. I messaggi di Grillo sono spesso contradditori. Prendiamo la recente intervista alla Bild con la seguente profezia: “Il prossimo autunno lo Stato italiano andrà in bancarotta.” Il leader del M5S va preso sul serio perché è un politico a tutti gli effetti (per quanto sia sulla Zeit sia sulla Bild vengano riportate dichiarazioni in cui rifiuta l’etichetta di ex-comico: Mi hanno derubato della mia stessa identità!) e se ha elementi per ritenere che l’Italia non riuscirà più a pagare gli stipendi e pensioni lo dica pure, ma faccia delle proposte per una possibile soluzione. Il M5S ha una larga rappresentanza in Parlamento ed ha la possibilità di fare proposte di legge. L’aspetto più singolare è che Beppe Grillo, nella stessa intervista alla Bild afferma, ancora una volta, la necessità del reddito di cittadinanza. Ma se l’Italia è sull’orlo del fallimento, dove si trovano i soldi per tale proposta? Delle due affermazioni (fallimento imminente e reddito di cittadinanza) una delle due è evidentemente falsa. Forse, per avere le risposte a queste domande dobbiamo aspettare l’invasione dei Panzer tedeschi. twitter@uvillanilubelli

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