Scoperte per caso nel 1970 da un gruppo speleologico, le Grotte di Frasassi sono uno di quei luoghi che tutti o quasi conoscono.
Le grotte sono situate nelle Marche, nella municipalità di Genga (provincia di Ancona), all’interno delle Gole di Frasassi. Si tratta delle grotte più famose e grandi d’Europa che tra stalattiti e stalagmiti che decorano le enormi sale fanno rimanere a bocca aperta i turisti che percorrono il lungo corridoio che dall’ingresso porta alla prima sala per poi affacciarsi alla balconata e trattenere il fiato ad ammirare quello che si para loro di fronte.
Dura circa un’ora il giro delle grotte e passando da una sala all’altra ci si ferma ad ammirare l’orso e i giganti, osservando il lago di acqua sulfurea e “le candeline” per fermarsi infine davanti al “cuore” delle grotte.
Ma c’è un altro modo di scoprire queste incredibili cavità e calarsi davvero nel cuore della terra quasi ad imitare i protagonisti del romanzo di Jules Verne. Presso le Grotte di Frasassi infatti è possibile prendere parte ad un tour speleologico guidato che insieme a istruttori esperti permette di esplorare in modo diverso questa zona.
Armati di caschetto, stivali di gomma e tuta i novelli esploratori vengono accompagnati in un percorso che tra rocce, stalattiti e formazioni calcaree porta nel ventre della terra.
Il tragitto più semplice dura poco più di un’ora ed è percorribile a partire dai dodici anni. Ci si arrampica su piccoli pendii e rocce, cercando il passaggio migliore per evitare di scivolare sul fango, incoraggiati – e a volte aiutati – dagli istruttori.
Io ho fatto questa esperienza a maggio e confesso che quando il cancello all’imbocco del percorso si è chiuso alle mie spalle la sensazione è stata quella di curiosità mista a un po’ di timore.
Durante il tragitto si cammina piano alla luce delle pile frontali, osservando i passi del compagno davanti, attenti a trovare il giusto appoggio ed il tempo perde di significato mentre si passa da una stanza all’altra, immaginandosi come dovevano sentirsi gli speleologi che per primi hanno scoperto le grotte e si sono avventurati nel buio della terra.
La sala Finlandia con i suoi laghetti, il torrente che scorre limpido sotto alle rocce e la sala Gentile da Fabriano dove ci si ferma per una sosta ad ammirare “il trono dello speleologo”. Ed è lì che, spente tutte le pile frontali, per un attimo ci si immerge nella vera essenza delle grotte: il buio è totale, un manto nero e denso che raramente siamo abituati a sperimentare nella nostra vita civilizzata e tecnologia. Gli occhi si chiudono e poi si aprono ancora cercando invano un punto a cui aggrapparsi, le risate a mezza voce rivelano il sottile disagio di chi come noi non è più abituato al silenzio e tutti i sensi si tendono a cogliere la voce del buio.
È allora che si sente: sottile, insistente, ritmico. È il rumore dell’acqua origine di ogni cosa e sorgente della vita, il suo ticchettio risuona nel vuoto, senza sosta e le guide rivelano come questo suono diventi quasi assordante quando si trascorre una giornata intera in grotta. L’acqua diventa protagonista e la sua voce che rimbomba nella testa fino a diventare insopportabile… Io l’ho ascoltata solo per poco lasciandola risuonare dentro mentre le pile venivano riaccese e si proseguiva il cammino, avvicinandosi all’uscita per andare a “riveder le stelle”.
Di certo un modo diverso per scoprire quelle bellissime grotte e forse anche un po’ se stessi.
Informazioni utili
Grotte di Frasassi – Genga (Ancona), Marche
Numero verde: 800 166 250
[email protected]
Per informazioni su costi e orari: www.frasassi.com