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Grumello cremonese, discarica di rifiuti d’acciaieria di cui si ha avuto notizia in modo imprevisto

Creato il 11 ottobre 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

L’attività di un’acciaieria non dovrebbe essere un mistero, non per rendere di pubblico dominio i piani industriali, bensì per comprenderne “l’impatto ambientale” in un ambiente già stracolmo di impatti di vario genere. In che “ambiente” si inserisce un gruppo industriale in crescita tumultuosa come quello di Arvedi? L’inquinamento è già elevato da decenni. Si misurano le polveri sottili, la diossina, altre sostanze, non però a partire da una base zero.
Qual è la base? Qual è il fondo da cui si parte?
A maggior ragione sarebbe utile se le informazioni circolassero facilmente. Si capirebbe qualcosa di più. Si organizzerebbe una possibile tutela dei viventi mentre lo sviluppo industriale chissà dove ci porta. E si capirebbe, forse, è auspicabile, se ci sono alternative. Come potremo vedere con la diossina nemmeno l’Europa ha chiuso i conti: i regolamenti sono ancora in discussione e il dibattito è vivace. Una soglia, un limite, è solo un numero che non spiega una realtà multiforme.
Della discarica di Grumello si è venuto a sapere non tramite organi di informazione: la notizia è apparsa sul verbale di una Conferenza dei servizi provinciale dedicata alla modifica sostanziale dell’autorizzazione integrata ambientale dell’acciaieria.

A pag. 8 del verbale si trova questo passaggio:

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La notizia coglie di sorpresa i sindaci, o loro rappresentanti, dei Comuni di Cremona, Spinadesco, Sesto ed uniti, che subito chiedono informazioni.
Cremona e provincia non riescono a distanza di decenni a intrattenere un rapporto trasparente e pacifico con un gruppo industriale locale! Come se l’acciaieria fosse straniera! Come se discuterne fosse un privilegio!

E spuntano notizie in modo insolito, improvviso, nella solita estate delle sorprese. Si è deciso prima di procedere così? È bello vivere tra persone che ti parlano apertamente.

Spuntano anche i dati che dimostrano quanto sia aumentata la produzione dell’acciaieria.

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Nemmeno finisce qui. Resta la criticità rilevata dall’Arpa, alla pag. 4 di 8.

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Nessuno stupore che quindi l’acciaieria presenti una proposta al riguardo, anche perché la questione è delicata e molto.

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Su questo inertizzatore, sulla produzione di polveri e sull’uso della discarica interna è già iniziata una nuova Conferenza dei servizi. Si nota che stavolta hanno potuto assistere comitati e rappresentanti di cittadini. Un bel segnale ma non può bastare.
Non è in gioco la gloria di un industriale bensì uno status vivendi generale. Come vivere nei pressi di un’acciaieria e in una pianura padana senza vento, che trattiene polveri e le fa depositare sul terreno e aleggiare a lungo nell’aria? È un problema che va oltre di noi e quanto sappiamo, tranne alcuni, ma non senza di noi.

L’arte di progettare la convivenza civile è la politica, la quale a Cremona non riesca nemmeno a parlare. Le persone competenti stanno zitte. Lavorano per una delle parti in causa, l’unica. Enti indipendenti dal centrodestra lombardo in grado di valutare scientificamente quel che accade non ce ne sono.

Sarebbe gradevole se più comitati e più cittadini potessero assistere a queste conferenze di servizi. Nulla dovrebbe restare riservato di quanto accade all’aria che respiriamo.

Qualcosa forse sta cambiando. La battaglia condotta da Salviamo il paesaggio e Terre nostre nei confronti di una lobby del biogas per niente convincente ha insegnato qualcosa, come anche l’impegno di altri Comitati.

Il dilemma, a proposito dell’Arvedi, resta oggettivo, non solo comunicativo e sociale: resta la diossina e non per prendersela con Arvedi o tutto il mondo economicamente “sviluppato” bensì con la diossina, cancerogena.

Quanto alla discarica di Grumello, è stata prima annunciata dall’acciaieria poi proposta da Cremona Ecologia, riproponendo in linea di massima lo schema di Crotta D’Adda.

Curiosamente i Comuni di Sesto e Spinadesco non sono stati invitati all’ultima conferenza “grumellese”. Unico politico presente il vicesindaco locale Luigi Tantardini, uno degli amministratori più longevi della provincia (difficile contare i mandati!).

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