Questo post è dedicato al terzo GdL del blog per Never sky di Veronica Rossi, titolo stato scelto dai lettori del blog tramite un sondaggio.
Voglio partire da un'affermazione di Neil Gaiman (fumettista, scrittore, giornalista e sceneggiatore televisivo e radiofonico britannico) il quale sostiene che “la fantascienza, così come ogni altra forma d’arte, è un prodotto della sua epoca, che riflette o reagisce o illumina i pregiudizi, le paure e i presupposti del periodo in cui è stata scritta.”
Ed il senso di questa affermazione appare più che evidente leggendo Never Sky, quando fin dai primi capitoli ho avuto l'impressione costante di scorrere pagine di un libro solo in partedistopico, un libro che si divide a metà tra ilfuturoe lastoria.
Ma prima di iniziare la lettura – che subito mi ha coinvolto per molti motivi che nel prosieguo spiegherò- ho voluto approfondire cos’è un romanzo distopico e come nasce: romanzo distopico (o antiutopico, o pseudoutopico) è caratterizzato dalla presenza nella storia di una società che è la peggiore possibile. Il termine distopia nasce nel 1868 ad opera del filosofo John Stuart Mill, anche se un termine diverso ma dallo stesso significato (cacotopia) era già stato usato nel 1818 da Jeremy Benthan. Si contrappone, naturalmente, al termine utopia, il quale identifica un non-luogo socialmente perfetto, reale o metaforico.
L’ambientazione del romanzo distopico è un lontano futuro, o un presente che si è evoluto in modo diverso/ peggiore da quello reale. E già nel primo Novecento si trovano narrazioni di genere come quelle di H.G. Wells, che nel 1895, nel suo romanzo La macchina del tempo, aveva immaginato un futuro in cui i discendenti della classe dirigente vittoriana, gli Eloi, venissero allevati come carne da macello dai Morlocchi, discendenti della classe operaia.
Dalla rete un intervento che può portare ad un confronto:” Sarebbe interessante un confronto tra Utopia, Distopia e Ucronia, sono cose che affascinano. Sono tre elementi da cui non possiamo prescindere. Tutti vorremmo una società "ideale", senza capire che si sconfinerebbe nell'utopia, tutti crediamo di vivere nella distopia più sfrenata e tutti siamo abituati a dire: ah, però se, ah però se io avessi fatto" (ossia ucronia)"
I PRIMI CAPITOLI
L’avvicinarmi ai primi capitoli di Never Sky,dedicati alla condivisione per Gdl di Never Sky , inizialmente mi hanno un po’ disorientata perché l'autrice ti porta in modo troppo diretto nel suo mondo futuristico. L'alternanza dei capitoli di Perry ed Aria non hanno reso la lettura molto facile e perciò mi sono dovuta abituare a due stili e concezioni di vita completamente opposte, tenendo presente da un lato la freddezza e l'astrattezza del mondo virtuale di Aria, dall'altro una fantastica esplosione di colori, suoni e odori che la tribù e Perry stesso portavano con sé.
Conciliare aspetti talmente diversi non è stato semplice, ma l’autrice americana lentamente fa prendere forma alla storia riuscendo a “catapultarti” nella Fucina della Morte, nella foresta e in terre dall'aspetto inspiegabile.
I capitoli brevi e la terza persona mi hanno poi conquistata mettendo in luce le abilità dell'autrice che pur con una trama così complessa, ha reso il tessuto narrativo fluido e scorrevole. Passo dopo passo, i personaggi e le situazioni hanno dipanato quella matassa indefinita di informazioni ed eventi, riuscendo a collocare giusti pezzi al posto a loro adatto.