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Guacamolle 19/52

Da Francibb @francibb

Il nome guacamole deriva da Ahuacamolli, dove ahuacatl è il nome azteco dell’avocado (che in messicano diventa aguacates), e molli significa salsa.
E a me questa salsa verde piace proprio.
In questo periodo devo essere proprio bisognosa di confort food. Sarà il lavoro, il bisogno di ferie, il poco sonno alla notte; fatto sta che ho bisogno di morbido. Ed in effetti, si constata senza dubbio, lo sto anche diventando.

Ingredienti

Tempo tre minuti? anche meno

Ingredienti
un avocado bello maturo
aglio, cipolla, cumino, lime,
olio, sale, pepe, peperoncino
e per chi può: pomodoro

Livello di difficoltà nullo

Costo l’avogado

Livello d’incasinamento della cucina nullo

Procedimento
Tirare fuori il frullatore ad immersione se si desidera una cremina delicata, altrimenti basta un suribachi (con surigogi)* o anche solo uno schiacciapatate o una forchetta.
Lavare l’avocado, aprirlo, toglierne il nocciolo, sbucciarlo. Ridurre da polpa a dadini. Schiacciarne con il pestello una parte, l’altra lasciarla piuttosto grossolana (oppure frullare tutto, a piacimento). Mondate aglio, cipolla,  tritare il primo finemente e a velo la seconda (buono anche con il cipollotto), una puntina di peperoncino e aggiungeteli alla crema di avocado. Lavare il lime, asciugarlo, grattugiare la scorza e spremere il succo; aggiungere anche questi ingredienti al composto insieme al cumino (meglio se macinato al momento, ne basterà una punta di cucchiaino), sale, abbondante pepe.

Miscelare con cura gli ingredienti, aggiungere qualche cucchiaio di olio di oliva e per ultimo unire al composto l’altra parte della polpa di avocado tagliata a dadini.
Coprite il guacamole e lasciatelo riposare per almeno mezz’ora, per far si che i sapori si fondano al meglio.

Io l’ho servito con una padellata di soia bella saporita, una piadina calda, tante verdure crude per farcire e foglie di insalata. Vengono dei paninoni super. Ho scoperto perché ingrasso.

 

Guacamolle 19/52

Il suribachi

* che cosa sono? Mortaio e pestello giapponesi.

Il mortaio si presenta come una ciotola piuttosto svasata le cui pareti e il fondo sono ricoperti da una serie di zigrinature, dei solchi obliqui di una certa profondità.
Io lo trovo utilissimo. Inoltre, a differenza di dei mortai di legno, si mette in lavastoviglie senza grossi fastidi e torna come nuovo.
L’ho ereditato dai miei interessi verso la macrobiotica. Gli sono affezionata.
Ma perché questa ricetta ha un numero?

Le ricette hanno un numero perché sto cercando di imparare nuove cose e per questo 2012 mi son prefissata di provare una nuova ricetta alla settimana. Il mio obiettivo è quindi di cucinare, fotografare e trascrivere 52 ricette total cruently-free. Ce la farò? Seguitemi!

  • Le tartine – 0/52 prologo
  • Pasta e Fave 1/52
  • Penne e cime di rapa 2/52
  • Funghi ripieni 3/52
  • Cipolline borrettane in agrodolce 4/52
  • Veg labneh 5/52
  • Dado 6/52
  • Oslo weather 7/52
  • Spiedino al profumo indiano 8/52
  • Tzatziki vegan 9-10-11/52
  • Hamburger di lenticchie 12/52
  • Asparagi alla polacca 13/52
  • Cavolfiore allo Yogurt 14/52
  • Riso alla cantonese 15/52
  • Salsa teriaki 16/52
  • Trancio di pesce finto 17/52
  • Insalata Russa 18/52

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