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Vi va di discutere di geometria? Che so, di rette parallele. Quelle che non hanno alcun punto in comune, procedono ad una determinata distanza l'una dall'altra e non si incontreranno mai. Chiameremo la prima Guadagno, e la seconda Blog. Bella immagine, no? Non hanno niente da spartire tra loro, non avranno mai occasione di trovarsi nello stesso punto. Lo dice Euclide, mica un pirla qualsiasi. In una nazione caotica ed approssimativa come la nostra è bello sapere che su certe cose c'è un opinione così precisa, geometrica, direi quasi tombale. Blog e Guadagno non hanno niente in comune. Avevo in programma un post sul Guadagno già da un paio di settimane- volevo discutere un pò del lato capitalistico del blogging- ma poi è successo un pasticciaccio a causa dell'Huffington Post italiano. Ne avrete sentito parlare. Non ho intenzione di mettere un link. In parole povere, la direttrice Lucia Annunziata ha candidamente spiegato perchè i 200 blogger arruolati (ne arriveranno altri 400) non saranno pagati:
I blog non sono un prodotto giornalistico. Sono commenti, opinioni su fatti in genere noti: è uno dei motivi per cui i blogger non vengono pagati.
Fischi, levate di scudi, pubblico che abbandona lo stadio indignato. L'eco in Rete è stata fortissima: come si può pronunciare una frase del genere? Cosa rende i giornalisti migliori dei blogger? Perchè guadagnano soldi e sono tenuti in considerazione scrivendo quelle che sono, francamente, opinioni? (Per non dire st*****e, in molti casi).
Avrei potuto indignarmi anche io, scrivere un bel post sulla faccenda, e godere come un riccio. Non l'ho fatto, e sapete perchè? Perchè è successa la stessa cosa negli USA. La politica dell'Huffington è la seguente: ospitare blogger volontari senza una scaletta precisa. In quanto collaboratori esterni i blogger possono decidere se e quando pubblicare un articolo, e l'unico guadagno è la "visibilità". Leggete il link che ho messo sopra: risale al marzo 2012. Anche all'estero l'Huffington ha sollevato un polverone per via di questa sua linea di condotta. Quindi la colpa non è (tutta) della sua controparte italiana. Quindi i blogger devono incassare e stare zitti? Per quanto riguarda l'HP, si. Lì non ci si può fare niente. E' nel contratto: voi scrivete per noi, noi vi ospitiamo. Punto. Ma basta leggere uno dei commenti nel link di cui sopra per capire quanto sia profondamente diversa la situazione negli States. Secondo uno dei commentatori è importante avere una piattaforma su cui affinare le proprie abilità, anche se gratis. Per un blogger l'allenamento è fondamentale, e poi il guadagno arriva comunque: If you want to be paid for your work, then build an audience and charge for your work. If it is worth it, people will pay. Se sei bravo a scrivere, ti crei una bella fetta di pubblico e ti fai pagare, il guadagno è assicurato. E questa, signori, è la fondamentale differenza tra l'Itaglia e gli States.
Se un blogger americano non vuole scrivere per l'Huffington Post (o un'analoga piattaforma/webzine/testata) può scegliere di scrivere per conto proprio E guadagnarci dei soldi. Sempre che sia bravo, beninteso. Come, con la magia? No, esistono decine di modi diversi per guadagnare con un blog. Potrebbe sorprendervi, ma non tutti prevedono l'uso di annunci pubblicitari. Anzi. La strategia è semplicissima: si crea un blog. Si parla di un argomento che può interessare ad un pubblico il più ampio possibile (calcio, fantasy, scarpe, unicorni). Si scrivono articoli interessanti. Ci si autopromuove tramite Facebook, Twitter, Pinterest, Tumblr. Si crea un rapporto di confidenza coi lettori. Infine, si sceglie una strategia di guadagno che faccia contenti tutti. Per esempio, infarcire il blog di pubblicità a scapito degli articoli potrebbe non essere una scelta saggia, ma qualche annuncio qua e là, coadiuvato da affiliazioni con siti esterni (es. Amazon), donazioni, vendite di e-book e collaborazioni retribuite potrebbe fare la differenza. In molti casi anche sostanziale. Non è per fare il solito lamentino piangino ("All'estero si sta meglio!") ma conosco più di un blogger indipendente che è riuscito a guadagnarsi da vivere parlando delle stesse cose di cui parlo io. Magia, davvero.
Il nostro problema non è tanto la concezione grossolana e imprecisa che i Giornalisti hanno dei Bloggers. Siamo una nazione in cui l'ADSL è ancora considerato una stregoneria e in cui gli Iphone servono più da fermacarte che altro, di che vi stupite? Quando le più alte cariche e i nuclei dell'informazione sono occupati da brontosauri paraculati non ci si può aspettare parole gentili per il nuovo che avanza... Insomma, anche lì, più le cose cambiano più restano le stesse. I problemi e le ingiustizie di ieri sono sempre attuali anche oggi. E non aspettatevi mai il contrario, sia chiaro. Per questo ho smesso di indignarmi per certe sparate "dall'alto"- che siano giornalisti, editori, politici, ecclesiastici, musicisti e quant'altro. Sono idioti e non meritano la mia considerazione. Quello su cui dobbiamo concentrarci sono gli altri. La gente "comune", che a certe fregnacce ci crede. Si, inclusi noi.
Parliamoci chiaro: siamo una nazione di furbastri menefreghisti, cinici e diffidenti. Colpa di chi ci ha governato per tutto questo tempo, certo, ma anche nostra. Preferiremmo buttare i nostri soldi giù per un tombino piuttosto che pagare per qualcosa di "intangibile". Tipo l'arte. O il cinema. O la lettura. Non possiamo pesare queste cose, non possiamo quantificarle, quindi perchè pagarle? E' ovvio che chi le crea lo fa per passione, quindi perchè dovrebbe volere dei soldi? Perchè dovremmo separarci anche solo da una manciata di centesimi per far contento questo povero mentecatto che invece di lavorare come tutti scrive racconti horror, o gira cortometraggi in stop motion, o disegna paesaggi fantasy? E' palesemente un idiota, e noi non ci facciamo fregare. Però poi siamo sempre lì a fare complimenti, a reclamare nuove opere, subito, oppure a criticare, a dire che sapremmo fare di meglio, a dire che è tutta una perdita di tempo, che ci sono cose più importanti nella vita. Cose così. Ce l'abbiamo nel sangue.
Lo stesso vale per i blog. Vi assicuro, scrivere articoli (anche col culo, come faccio io) non è facile. Porta via tempo, richiede concentrazione e dedizione. E le soddisfazioni sono poche, ma ci sono. E' quasi, potrei osare, un lavoro vero e proprio. ORRORE! Ora, sappiamo benissimo che non esiste un unico, grande gruppo di "bloggers". Pensare il contrario è molto stupido: è un pò come dire "i giovani" o "i musicisti". Ci sono tanti gruppi, sottogruppi e sottosottogruppi da tenere a mente. E' un pò un'Armata Brancaleone, ecco: ciascuno col suo background, i suoi interessi, il suo stile e il suo livello di bravura. Siamo stati abituati per lungo tempo ad ignorare completamente questo aspetto, a considerare ogni blogger all'infuori di Beppe Grillo un perditempo costantemente impegnato a cazzeggiare su Facebook. (In molti casi è così, ma non è questo il punto). Questa gente dovrebbe essere grata per l'attenzione che ottiene, trattare i propri blog come dei salotti in cui discutere liberamente e senza volere nulla in cambio. Saranno anche bravi, ma guadagnare scrivendo... no, non si fa. In fondo parlano di ciò che piace a loro, non è un incentivo sufficiente a continuare?
Ci sono blogger, là fuori, nella vasta blogosfera, che si fanno il mazzo da anni. Gente seria, che scrive bene e ha un rapporto diretto coi lettori. Ne conoscerete di sicuro anche voi. Molti di loro aggiornano il blog quotidianamente, a ritmo costante, e magari trovano pure il tempo di scrivere per altri blog, o impegnarsi in altre attività in giro per la Rete. Un tale livello di dedizione fa pensare che vengano in qualche modo retribuiti. Invece no. Siamo in Itaglia, e queste signore e signori devono lavorare, prima di bloggare. Chè scrivere non è un'attività dignitosa. E sono pure costretti a ingerire quotidianamente abbondanti dosi di m***a per colpa dei Benpensanti.
Come se non bastasse, vengono contattati in continuazione per collaborare con portali o webzine che nel migliore dei casi li pagheranno in "visibilità". La dignità stessa dei blogger più competenti viene messa in discussione anche da proposte come questa. "Non do valore a quello che fai, ma vorrei che lo facessi gratis per me, grazie." Ora mi rivolgo a voi. Mettiamoci tutti insieme una mano sulla coscienza. Quante volte avete davvero fatto qualcosa di concreto per un blogger che apprezzate? Perchè il problema non sono le sparate dell'Annunziata e company. Il nostro paese è storto solo fino ad un certo punto. I primi a non dare credito ai blogger, e a impedirne la crescita, siamo noi. Tutti noi.
Vi sorprenderà saperlo, ma i vostri "Like" e i commenti tipo "Bravissimo, articolo eccezionale!", per quanto ben accetti, non aiutano concretamente il blogger. A volte occorre qualcosa di più, come dire, drastico. Il vil denaro. Prima che parta un coro di "Ma io la carta di credito non ce l'ho", "Ho finito i soldi questo mese" etcetera etcetera... ZITTI. Se proprio donare un euro extra vi puzza, cliccate un paio di volte al giorno sugli annunci pubblicitari. Comprate qualcosa che vi serve tramite i link di affiliazione. Se proprio non ne volete sapere, contribuite spargendo la voce e portando altre persone a conoscere il blog. VOI avete il potere per cambiare le cose. Anche in Italianistan.
Prendete me come esempio, sia come blogger che come individuo. Da quasi tre anni dono regolarmente qualche dollaro qua e là a blog stranieri che leggo con frequenza. A volte compro qualche articolo di merchandise, oppure acquisto tramite link affiliati. Clicco sugli annunci pubblicitari, anche se non ne ho voglia e poi devo star li a chiudere la finestra che si è aperta. Ormai lo faccio anche con molti blog italiani: a fine mese saranno si e no una quindicina di euro in tutto spesi in donazioni. Sono stupido? No. Pago perchè leggo qualcosa di buono. Spesso più divertente e approfondito di quello che scrivono sulle riviste o sui giornali "veri". Dato che ormai non compro quasi più riviste in edicola posso separarmi senza rimpianti dal mio denaro. Come ricompensa ottengo articoli interessanti, tarati su ciò che davvero mi interessa, e so di aver fatto una cosa buona. Ho ripagato qualcuno per il suo lavoro. Perchè è così che dovrebbe essere.
Un euro al mese fa la differenza per il blogger? No. Ma dieci si. E cento. E poi mille, duemila, e così via. Dice, ma bisogna pagare tutti i blog? Anche quelli più fuffosi? Bisogna correre in giro e dare un obolo ad ogni cazzone su Wordpress e Blogspot? Oddio, se la cosa vi fa piacere, si. Dovreste trattare la blogosfera come una specie di "edicola" virtuale, in cui comprare ogni mese "riviste" che vi interessano. Non dovete comprare ogni cosa, solo quello che vi piace. Ma se volete tornare a casa con le braccia piene di "Chi", "Gente", "Cronaca Vera" e simili la colpa è solo dei vostri gusti. :D Di sicuro le "riviste" valide non mancano. E' lì che dovreste concentrare i vostri sforzi. Quindi, pagare qualcuno solo in base alla propria coscienza per ricompensarlo di ciò che scrive. Un momento, ma pure Mr. Giobblin è un blogger! Che ipocrita! Lo dico per tirare acqua al mio mulino? Ovvio. Non ho mai nascosto il fatto che mi piacerebbe guadagnare con quello che scrivo. E' un pò lo scopo della mia vita, ma non ditelo in giro. Ma non parliamo di me (per quello ne avremo occasione più in là), concentriamoci piuttosto sui blog più professionali. Ripeto, facciamo un'analisi di coscienza collettiva. Perchè è facile dare la colpa all'Annunziata, ai Giornalisti, alla Crisi, a Monti, al gatto dei vicini e compagnia cantante. Il problema della blogosfera siamo noi, che come il Padreterno possiamo molto ma facciamo gran poco. Se i blogger di talento non hanno nè il reddito nè la dignità che meritano la colpa è solo nostra. E per favore, non cominciamo con la solita cantilena "Ma in Italia non si può". Ne ho le palle piene. Si può fare. Parte tutto da un semplice gesto.
Un vero cambiamento può partire solo dal nostro cuore. Sembrerà zuccheroso, ma vi assicuro che c'è un abisso tra "Leggo sempre questo blog" e "supporto questo blog". Perchè chi investe anima e corpo per scrivere ciò che leggete avidamente ogni giorno avrà pure bisogno di sostegno morale, ma un caffè o una birra di tanto in tanto la gradirebbe pure. Non è facile fare il primo passo, però è solo buttandosi e "scommettendo" su qualcuno che si può generare un ciclo virtuoso. Ecco perchè gli americani sono più avanti. Hanno i loro difetti, ma quando si tratta di supportare qualcosa che amano non si fanno problemi, per quanto piccolo o di nicchia possa essere un progetto. Quindi ecco: guadagnare col blog è non solo sensato, ma possibile nonostante tutti gli ostacoli (reali e immaginari) del Belpaese. Dipende tutto da noi, gente. Senza fiducia, senza correttezza, senza onore, non andremo da nessuna parte. Pensateci. Ne riparleremo.
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