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Guai di viaggio (1)

Creato il 29 ottobre 2012 da Patrickc
la piazza
Piazza Jemaa el Fna a Marrakech (Marocco), un luogo unico, splendido, ma anche in grado di ‘alleggerirvi’ come pochi (foto Patrick Colgan)

La classifica: dieci situazioni spiacevoli che capitano in viaggio

Chi non ha subito truffe, piccoli furti o non è stato ‘convinto’ a elargire una mancia o fare un acquisto non proprio indispensabile mentre era in viaggio? Non c’è persona  più vulnerabile di un viaggiatore (o di un turista, a maggior ragione) in un Paese straniero e chi ha un po’ di esperienza ha sicuramente diverse storie di questo tipo da raccontare. Per me è sempre stato però un argomento marginale. Ho sempre preferito ricordare gli incontri che mi hanno riempito occhi, memoria, anima: basti pensare che uno dei viaggi più belli e importanti è stato quello in India, un posto dove situazioni di questo tipo capitano ogni dieci minuti.

La pensavo così fino a qualche giorno fa, quando ho visto sul canale di Sky Nat geo Truffato a Buenos Aires!, prima puntata del nuovo programma in dieci puntate di Conor Woodman, titolo italiano dell’inglese ‘Scam cities’ (‘le città della truffa’). Woodman è uno scrittore e autore televisivo inglese con un passato da broker. Qualche anno fa ha scritto un libro, mai tradotto in italiano, in cui esplorava i meccanismi della domanda e offerta attraverso il baratto in 16 paesi, mostrando i meccanismi dell’economia e le sue ingiustizie, Unfair trade. Non l’ho letto, ma l’idea sembra interessante. Io ne ho visto qualche tempo fa la variante televisiva, più furba e apparentemente meno profonda ‘Il finanziere giramondo’ (Around the world in 80 trades). Questa volta Woodman ha cambiato genere, ha smesso i panni dell’economista ‘sul campo’, si è dotato di una microcamera e si è trasformato in qualcosa a metà fra l’investigatore e un inviato di ‘Striscia’. Proprio come in quest’ultimo programma, il risultato è magnetico, perché Woodman è simpatico e ha una certa presenza, ma allo stesso tempo sgradevole e un po’ plastificato.

In 50 minuti di programma Woodman si fa derubare, rifilare banconote false, sedurre da una ragazza che gli mette droga nel drink. Tutto troppo cinematografico per sembrare completamente genuino. Il programma sembra mescolare scene in presa diretta ad altre più sospette, probabilmente ricostruzioni il che sarebbe del tutto lecito: basta spiegarlo prima.  Inutile dire che conosco molta gente che è stata a Buenos Aires e non è stata derubata, né ha ricevuto soldi falsi. Al termine del programma però, nonostante abbia viaggiato in molti Paesi, mi sono ritrovato con un retrogusto sgradevole, di inquietudine.  Ci sono poche cose facili da evocare come la paura.

La regola da seguire è sempre il buon senso – e così eviterete il 90 per cento dei guai – ed è buona norma anche non dare troppo nell’occhio e passare il minor tempo possibile nei luoghi più turistici (che per fortuna sono spesso fra i meno interessanti). E’ davvero tutto qua, non servono altri consigli. Ma se può aiutare qualcuno a evitare esperienze sgradevoli in viaggio, vi racconterò nell’arco di cinque post le dieci truffe più frequenti che ho incontrato.

Senza però dimenticare però che viaggiare è un’esperienza che arricchisce, sempre.

10. La tassa del turista

La incontrerete in molti Paesi, in quasi tutti quelli dove vige la regola della contrattazione, forse con l’eccezione della Turchia. Semplicemente potete scordarvi di pagare quanto paga la gente del posto. Alla stazione di Delhi, per esempio, dimenticatevi di pagare quanto paga un indiano per percorrere un tratto in risciò o per l’aiuto di un facchino. Per non parlare dei taxi, di cui parlerò più avanti. In un certo senso, se non diventa una truffa più articolata, la cosa è accettabile: si tratta in fin dei conti delle richieste più o meno legittime di persone che cercano di guadagnarsi da vivere e che sanno che per voi cinquanta cent significano poco, mentre per loro significano molto. L’importante, per me, è non essere presi per i fondelli, finendo per pagare prezzi dieci volte superiori. Litigare su 50 centesimi è ridicolo (e me ne sono accorto a posteriori, e vergognato), evitare di farsi rapinare no. In genere la soluzione è contrattare prima, magari facendo un po’ di ricerca sul prezzo ‘giusto’.

9. La foto imperdibile

Guai di viaggio (1)

Tutto si paga, in particolare le foto

Se entrate nella meravigliosa piazza Jemaa El Fnaa a Marrakech evitate di soffermarvi davanti agli incantatori di serpenti, o vi troverete in men che non si dica con un cobra attorno al collo. Al serpente probabilmente sono stati cavati i denti, ma vi garantisco che resterete comunque immobili mentre un simpatico amico dell’incantatore vi scatterà una foto. I larghi sorrisi che vi distribuisce cesseranno all’improvviso quando vi saranno chiesti con molta decisione dieci euro per il ‘favore’. E’ un giochetto che a Marrakech – città peraltro piuttosto sicura - amano e tutti i vari personaggi variopinti che circolano nelle zone più turistiche, dall’acquaiolo ai musicanti sono in pratica  figuranti che si fanno pagare a caro prezzo per una foto con voi. In ogni caso una foto con un anziano acquaiolo in costume può anche essere simpatica (ma non bevetene l’acqua) e tenterà anche il viaggiatore meno amante delle cartoline esotiche: se proprio la volete, contrattate prima il prezzo! Per completezza, ricordo che anche gli insopportabili centurioni (sarebbero banditi da una giusta ordinanza) che infestano il nostro Colosseo usano gli stessi trucchi con i turisti stranieri.


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