Dopo Behrami, Cavani, Hamsik, Fideleff c’è Juan Camilo Zuniga: anche il colombiano si aggiunge al lungo elenco di calciatori del Napoli vittime di rapine a mano armata.
L’episodio è avvenuto subito dopo l’allenamento a porte aperte del Napoli, che ha portato allo stadio ben 15mila tifosi. Il laterale, mentre si trovava in auto insieme a Duvan Zapata, è stato affiancato da due malviventi a bordo di uno scooter che gli hanno intimato di consegnargli l’orologio. Uno dei due era armato di una pistola così il colombiano non ha opposto resistenza: il bottino finale è un Rolex Oyster Perpetual (nella foto), del valore di circa 20mila euro.
Ecco la versione di Zuniga, raccolta dal “Mattino”: “Ho avuto l’impressione che ci stessero seguendo da un po’, mi ero accorto della presenza di quei due sullo scooter. Come è andata la rapina? È durata pochi istanti: si sono affiancati al finestrino, io ero seduto al lato passeggeri, uno dei due ha estratto la pistola e ha bussato al finestrino. Sì, ha bussato con la canna della pistola, urtandola sul finestrino, quando l’ho abbassato, mi ha detto in modo chiaro: dammi l’orologio…”. Il giocatore ha denunciato il fatto ai carabinieri di Quarto precisando anche che i due “avevano sicuramente un accento napoletano. Sono molto scosso ma io amo Napoli e voglio ancora giocare con la maglia azzurra“. Una rapina che è il ritratto di una stagione veramente complicata: Zuniga si è operato il 21 ottobre scorso per una calcificazione al ginocchio destro. Ma i tempi di recupero, inizialmente fissati in 6-8 settimane, si sono misteriosamente allungati fino ad arrivare, addirittura, a sei mesi. Il suo ritorno in campo è avvenuto solamente due settimane fa, nel match contro la Sampdoria ma sono in molti a ritenerlo fuori dal progetto di Rafa Benitez.
Si infittisce il mistero sui raid armati contro i calciatori azzurri: nell’episodio in questione, i malviventi hanno sicuramente “puntato” Zuniga sin dall’uscita dello stadio San Paolo. E’ ancora da capire se nelle rapine sono coinvolti anche esponenti dei gruppi organizzati della tifoseria, un ipotesi che però è stata smentita più volte dagli stessi giocatori, come Behrami. Ma è chiaro che, dopo quel che è successo a Zuniga, resta difficile considerarli come episodi isolati. Per il pentito del clan camorristico “Mazzarella” Salvatore Russomagno, coinvolto nella rapina al calciatore svizzero, invece, non sembrano esserci dubbi: “Le rapine ai giocatori del Napoli sono punizioni per chi gioca male, per chi non si presenta presso i circoli sportivi, per chi rilascia dichiarazioni contro il tifo violento e per chi non partecipa agli eventi organizzati dai capi tifosi”.
Guarda il Rolex rubato a Zuniga e leggi le sue dichiarazioni, 10.0 out of 10 based on 1 rating