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Guardando la tv non s’impara

Creato il 04 aprile 2014 da Beltane64 @IrmaPanovaMaino

canstockphoto2601851La televisione non è un punto di riferimento.

Partendo da questo presupposto, nulla vieta a un autore di trarre spunto da qualcosa che ha visto, da una trama di un film, da una serie televisiva o da un documentario. Tuttavia, basarsi solo su quanto lo schermo è in grado di offrire è decisamente limitante, controproducente e si rischia di cadere in trappole deleterie e fuorvianti. I casi che si possono prendere come esempio sono tanti, a partire dall’errata concezione che si crea nell’essere “crime” dipendenti, pensando che il sistema giuridico americano sia uguale al nostro. Ebbene non lo è. Quindi, dovendo scrivere un legal thriller, fate molta attenzione nella costruzione della trama e fate molte ricerche sulle differenze che esistono nei diversi testi giuridici presenti nei vari paesi. Se non siete più che esperti, chiedete a chi lo è, fate sempre delle ricerche approfondite e non lasciatevi sviare da suggerimenti sommari o superficiali. Se la legge non ammette ignoranza, in questo caso, anche il lettore non l’accetta.

Altro errore comune, che molti autori fanno, è l’ambientazione. La location scelta, attraverso le immagini televisive, non può in nessun modo sostituire l’esperienza diretta.  E non tanto per questioni puramente legate alla flora e alla fauna, quanto per gli usi e i costumi vigenti e per quelle consuetudini che si possono conoscere venendo solo a diretto contatto con la popolazione e con un vivere quotidiano. In poche parole, limitarsi a descrivere i luoghi da un punto di vista geografico non è sufficiente. Affinché una collocazione possa risultare credibile, sono necessari tutti quei particolari che possono essere rilevati solo da una profonda conoscenza dell’ambiente. Scrivere che gli americani fanno colazione con cappuccini e brioches, oppure che mettono il Nesquik nel latte alla mattina… è aberrante! Descrivere la Thailandia come un luogo di perdizione, in cui gli unici aspetti rilevabili sono quelli legati al sesso, è altrettanto assurdo. Quindi, sempre per restare fedeli al principio che si dovrebbe descrivere solo ciò che si sa, in mancanza di una conoscenza diretta lasciate perdere, oppure dedicate, anche in questo caso, molti mesi alla ricerca in modo da ricreare le giuste atmosfere. La superficialità, in tal senso, non è perdonabile.

Nella descrizione di scene basate sull’azione, cercate di essere coerenti e realisti, non esistono gli effetti speciali nella stesura di una trama e non esistono quelle esagerazioni tipiche di un film di Tarantino. Se tagliate la gola a qualcuno, il sangue non esce a fontana, andando a spandersi per un raggio di qualche chilometro e se fate esplodere un ordigno nell’acqua, i protagonisti non ne escono illesi, come se non fosse accaduto niente. Utilizzare armi, di qualsiasi genere, comporta la conoscenza delle stesse, ognuna ha delle particolarità diverse e ognuna ha anche degli effetti diversi, comprese le contro indicazioni. Sparare a raffica per mezz’ora con un AK47 significa ustionarsi le mani dopo pochi minuti, dal momento che si surriscalda. Un fucile che utilizza proiettili di calibro 22 ha un rinculodiverso rispetto a una Beretta calibro 9. Gli esplosivi hanno peculiarità diverse e non basta un panetto di C4 per far venire giù tutto il grattacielo. 

Un’altra leggenda metropolitana, anche questa erroneamente assimilata dagli autori nostrani, è la credenza che lo stile di vita degli scrittori debba essere quella proposta da Castle! L’editoria americana non solo è posta agli antipodi rispetto alla nostra, ma pensare che sia quella la meta da raggiungere può portare a delle cocenti delusioni . Castle non esiste! E non esiste da noi, nel nostro mondo editoriale, un modo per poter giungere a quel livello di fama e notorietà. Quindi, se state scrivendo un romanzo, avendo per la testa l’idea di poter un giorno condurre un’esistenza ai bordi di qualche piscina, bevendo cocktails esotici mentre firmate autografi a destra e a sinistra, toglietevelo dalla mente! In Italia non funziona in questo modo e scrittori, molto più affermati di voi, continuano a lavorare per vivere… altro che starsene in piscina a firmare autografi!

Detto questo, e sono davvero solo alcuni degli errori più comuni che si riscontrano nelle trame, ogni autore è libero di scrivere ciò che gli pare, ma la coerenza e la credibilità delle sue storie daranno corpo e consistenza alla sua figura di scrittore. Se iniziate a proporre al lettore delle stupidaggini verrete subito classificati come ingenui, inesperti o, peggio ancora, come dei ciarlatani. Regolatevi di conseguenza.

E se proprio non potete fare a meno di farvi influenzare dai palinsesti, allora prendete spunto dal fatto che anche gli scrittori d’oltremare compiono ricerche approfondite prima di giungere alla stesura di un romanzo. Quindi, se proprio dovete “copiare” spudoratamente, fatelo in tutti i sensi, non solo dove fa comodo e sulle questioni più facili.

 


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