Qui entriamo in un territorio torbido, dice, perché è tutta una questione di gusti.
“Credo che la cosa importante per un giovane scrittore è leggere quelli buoni. E suppongo che questi siano quelli che hanno resistito alla prova del tempo, i grandi. Hawthorne, Melville, Dostoevskij, Tolstoj, Kafka, Dickens: è lì che si ottiene il massimo, credo.”
Qual è la trappola più comune per uno scrittore agli inizi?
“Immagino una sorta di egoismo, di presunzione, di incapacità di guardare fuori se stessi. Per questo penso che sia importante guardare molto da vicino il mondo, tutto ciò che accade intorno a te e a volte per i giovani è difficile farlo.”