La presentazione di Pep Guardiola
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PERSONAGGI (Monaco di Baviera). Parla solo il tedesco, e di per sè è già una notizia per chi fino a un anno fa parlava in catalano, con i catalani, lui catalano. Ma Pep Guardiola non è personaggio comune, e questa non è una notizia, c’era da aspettarsi sarebbe sbarcato a Monaco di Baviera sfoderando numeri di alta scuola: il tedesco, imparato con quattro ore giornaliere di lezioni private dal Natale scorso a oggi, è un buon biglietto da visita, con la promessa di migliorarlo.
La domanda “esistenziale” di questi mesi passati ad ammirare il cammino del Bayern tritatutto è stata finalmente posta quest’oggi a Guardiola: “Chi te l’ha fatto fare?”
La risposta è arrivata puntuale, asciutta, un po’ com’è fatto lui: “Sono qui per scrivere la storia, sono convinto di poterlo fare. Ho scelto il Bayern Monaco per la sua tradizione e per i suoi giocatori”. Il ghiaccio è rotto, e allora si lascia andare, anche se non è di certo un fiume di parole, ma manda ugualmente in visibilio i giornalisti presenti: “Al Barcellona era tutto splendido, ma avevo bisogno di una sfida diversa. Lì ho dovuto rifondare – prosegue – qui trovo una società fra le più forti al mondo, che ha vinto tutto. Non sarà facile, ma possiamo migliorare ancora”.
Agli “sfidanti” storici di Pep si è aggiunto Heynckess, con il tedesco che oltre a lasciare in eredità i trofei, lascia anche scomodi paragoni: “Fa parte del gioco – sorride Guardiola – quando alleni club di questa caratura i paragoni fanno parte delle pressioni che il ruolo porta con sè”. Chiude con parole al miele per i suoi nuovi tifosi: “Essere qui è un regalo e una fortuna”.