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Guerra ai bolli!

Creato il 25 luglio 2014 da Libera E Forte @liberaeforte

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La trasparenza amministrativa è uno dei temi fondamentali presenti nel programma di Italia Unica. Trasparenza intesa sia come responsabilizzazione sia come semplificazione: di normative, passaggi burocratici, procedure. E un ex ministro come Corrado Passera parla certamente con cognizione di causa.

La farragine burocratica che grava sulle nostre vite e le nostre attività si rivela anche nella sua modalità espressiva, in cui viene utilizzato un linguaggio “tecnico” infarcito di termini incomprensibili, oltre che cacofonici, che storpiano una lingua tra le più armoniose di ogni tempo e paese.

Il saggio di Gian Antonio Stella Bolli, sempre bolli, fortissimamente bolli, fornisce una interessante testimonianza delle aberrazioni – spesso volute proprio perché incomprensibili – del linguaggio burocratico. Alcuni esempi: “la somma delle masse massime tecnicamente ammesse deve essere pari o superiore alla massa massima tecnicamente ammessa” è un ottimo scioglilingua, ma ancora comprensibile rispetto a espressioni come le “reversali da attergare a disdetta” o le “somme da ripetere o scomputare nella fattispecie dell’impossidenza del diritto irrefragabile”.

L’intento di Stella non è ovviamente solo quello di divertire – o sconcertare – il lettore, ma di rivelare l’inganno che “atterga” a espressioni che sembrano più gli esperimenti linguistici dei futuristi che il testo di documenti esplicativi. La ragione di questa oscurità intenzionale c’è, e va ricercata nella natura profonda di un potere che vuole dimostrarsi irraggiungibile, indispensabile e, soprattutto, inattaccabile; l’aspetto linguistico non è un fenomeno isolato dal contesto, ma rappresenta il riflesso diretto di una politica e di una amministrazione che tutto sono fuorché trasparenti – in tutte le accezioni in cui è possibile intendere questo termine, perché meno una cosa è chiara e più difficile è trovare i responsabili, risalire al bandolo della matassa per risolverla. È un inganno di cui ci dobbiamo liberare, ed è per questo che accogliamo con favore l’appello di Passera alla trasparenza e alla semplificazione.

Oltre alla lettura del libro di Stella, come antidoto contro gli assalti di quella che già Calvino denominava “antilingua”, consigliamo di consultare la rubrica online dell’Osservatorio di lingua italiana L’antiburocratese, dizionario del parlar chiaro, che “analizza esempi di italiano burocratico proponendone una riscrittura chiara, comprensibile, elegante. Perché – puntualizza – parlar chiaro è un dovere morale”. Da “accusare ricevuta” a “viciniore”, passando per “attizio”, “cerziorare”, “escutere”, “postergare”, “scuderizzazione”, “ultroneo” e molti altri, troverete molti termini in cui potreste imbattervi consultando un qualche documento amministrativo.

Anche qui, l’intento non è solo didattico, ma consiste nella volontà di combattere la “insostenibile pesantezza di un’informazione e una comunicazione istituzionale superflue, pigre, autoreferenziali”, perché “si deve parlar chiaro. E le istituzioni, in particolare, hanno il dovere di rendere quanto più trasparente possibile il dettato dei documenti da esse prodotti e destinati a noi cittadini, così da rispettare il nostro diritto di comprenderli”.

Marco Cecchini


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