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Guerra fredda tra Pd e Pdl, Berlusconi “azionista di maggioranza”

Creato il 27 aprile 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

“L’azionista di maggioranza di questo governo nascente è Berlusconi”. Pippo Civati, pronto a votare no ma in minoranza nel Pd, l’aveva rimarcato sul suo blog, http://www.ciwati.it.
Il Pd infatti non ha la compattezza del Pdl. Oltretutto quei 101 franchi tiratori già lavoravano a un governo col Pdl, tuttavia senza la forza di un partito in salute.
E Berlusconi insiste: vuole inserire i peggiori ministri del suo governo in quello di Enrico Letta. Se D’Alema avrà gli Esteri allora anche Berlusconi vuole un ministero, l’economia. Brunetta e Schifani non devono mancare.
Napolitano svolge un ruolo poco appariscente, anzi di scarso peso. Berlusconi fa mercato delle poltrone, Letta Enrico media. Berlusconi vede crescere ancora il centrodestra nei sondaggi, ampiamente prima coalizione. Il Pd è al 22%, minimo storico e Sel è statica. Grillo risale al 26,5%.
È solo un braccio di ferro per prendere il potere, da parte di Berlusconi, non per realizzare un “governo di servizio” come suggeriva Avvenire e Letta desidererebbe fare. In realtà il Pd non sembra poter contrattare né reggere allo scontro. Non si uniscono le forze, si scontrano.
I massmedia offrono versioni sdolcinate di una guerra fredda. Qui sotto gli ultimi lanci Adnkronos.

Roma – (Adnkronos/Ign) – Il presidente incaricato ha incontrato Alfano. Giuramento forse già sabato. Colloquio di due ore e mezza con il capo dello Stato. Monti:”Leader diano appoggio, ma non entrino in squadra”. Berlusconi: “Non ci sono nodi”. Renzi: “Pd voterà compatto la fiducia”. Grillo: “Governo come bunga bunga”. Letta ‘studia’ dossier Imu, anche Scelta Civica spinge per ‘forte riduzione’. Il premier incaricato: “Governo ma non a tutti i costi”. Lavora a squadra di 18 ministri. Segretario Pdl avverte: “Senza impegno pieno del Pd noi non ci stiamo”. Grillo: “Si spartiscono ossa e poltrone”. Da ministro più giovane a premier, Enrico Letta ‘torna’ a Palazzo Chigi. Nasce @EnricoLettaGov: ”Sfida difficile”. Ma lui smentisce: ”Non sono io”. Il vice del Pd dopo le consultazioni: ”Pronti su lavoro e riforme”.Resa dei conti nel Pd, Bersani lascia e si sfoga: “Partiti missili a testata multipla”. Letta al Quirinale con la sua auto e i seggiolini dei bambini. Lunedì discorso di insediamento di Napolitano.

Roma, 26 apr. (Adnkronos/Ign) – Rush finale per la formazione del governo. Enrico Letta ‘vede’ il traguardo anche se solo gli ultimi contatti e le consultazioni potranno dare il via libera alla formazione del governo. Le aspettative, dopo l’incontro di oltre due ore, stamani, con il Capo dello Stato, sono che il presidente incaricato riesca a ‘chiudere’ entro sabato mattina, per recarsi quindi al Quirinale, sciogliere la riserva e presentare a Giorgio Napolitano la lista dei ministri. Che potrebbero giurare nel pomeriggio, mentre la fiducia delle Camere sarebbe prevista tra lunedì e martedì.

Ma il percorso potrebbe ancora subire degli stop imprevisti. Il premier incaricato ha incontrato Angelino Alfano per mettere a punto gli ultimi dettagli. Un colloquio che non è bastato a risolvere alcune questioni ancora sul tavolo. Al quale, si apprende, avrebbe fatto seguito anche un contatto telefonico tra il premier incaricato e Silvio Berlusconi. Due i piani sui quali si è lavorato tutto il giorno: il profilo della squadra di governo e, quindi, alcune caselle-chiave, Economia e Giustizia in primis, sulle quali ci sarebbero ancora incertezze. Due piani che, nel corso della giornata, si sono più volte intrecciati. A quanto si apprende, Letta sarebbe molto determinato a presentare una squadra che abbia il senso del rinnovamento. Un mix di politici ‘giovani’, figure non logorate, e personalità con competenze tecniche precise. Uno schema nel quale non rientrerebbero i ‘big’. “Enrico sta portando avanti un’operazione ad altissimo rischio e non vuole giocarsi la faccia, né il suo futuro politico… Non può essere il governo di quelli all’ultimo giro”, riferiscono. Anche personalità di primissimo piano, come Massimo D’Alema, potrebbero non rientrare in questo schema. Sebbene, fanno sapere fonti Pd, anche lo stesso presidente Giorgio Napolitano vedrebbe di buon occhio un ruolo per l’ex-presidente del Copasir nel governo Letta. Magari con un ritorno di D’Alema alla Farnesina. Tuttavia, il piano ‘generazionale’ in questo caso va appunto a confondersi con quello degli equilibri nella squadra di governo: se c’è D’Alema, allora il Tesoro deve andare al Pdl, avrebbe alzato la posta oggi Berlusconi, mettendo se stesso in campo. Troppo. “I leader si tengano fuori”, ha avvertito in serata Mario Monti che stamattina ha avuto un lungo colloquio a palazzo Chigi con Letta. La quadratura del cerchio ancora è da trovare. “E’ ancora lunga, come sempre quando si arriva agli ultimi dettagli…”, spiegano fonti parlamentari del Pd.

L’identikit dei ministri, oltre alla definizione dei contenuti dell’azione del governo che Pdl, Pd, Sc si apprestano a far nascere, sono al centro delle riunioni e dei contatti, avuti dai leader. Letta, dagli uffici della commissione Trasporti della Camera, tesse la sua tela, mentre il Pdl fa sapere, dopo una lunga riunione con Silvio Berlusconi, tornato dagli Stati Uniti, di non accettare veti sui propri candidati alla direzione dei diversi dicasteri. In particolare nel lungo vertice di palazzo Grazioli con i big del Pdl il Cav avrebbe puntato i piedi sulla presenza di Renato Brunetta nell’esecutivo. La Lega, intanto, aspetta di vedere se ci saranno nomi inaccettabili per il Carroccio come Monti o Amato per valutare come modulare l’opposizione annunciata e per domenica Roberto Maroni convoca la segreteria del Carroccio. Il Cavaliere, per quanto ben disposto nei confronti di Letta, fa capire che la sinistra, vantando la seconda, terza e quarta carica dello Stato (senza contare la prima, il Quirinale), non può mettere bastoni tra le ruote.

Tanto più che un’uscita ‘pesante’ del premio Nobel Dario Fo contro Renato Brunetta e Renato Schifani potrebbe aver addirittura rinforzato la determinazione dell’ex premier a sostenere a spada tratta i suoi fedelissimi. Lui, Berlusconi, prima sfoggia ottimismo sull’esito della partita, rimarcando di non aver mai avuto voglia di tornare nell’esecutivo, anche se poi, i malumori crescono per le resistenze del Pd nei confronti dei nomi, avanzati dal Pdl. E Grillo spara a zero: “Un’ammucchiata degna del bunga bunga”.

La trattativa per il governo è complicata in parte da quella che sarà la decisione di Mario Monti, se accettare o meno il ruolo di ministro degli Esteri. Da tale scelta, a cascata, potrebbe derivare la soluzione del rebus di una composizione di governo che Letta, comunque, vorrebbe fatto da un mix di politici giovani e competenze esterne.

Altro nodo da sciogliere quello del ministero dell’Economia. Le possibilità della nomina di un tecnico, il capo economista Ocse, Pier Carlo Padoan o il direttore generale di Bankitalia, Fabrizio Saccomanni, che prenderebbero quota anche alla luce del’incontro di questa mattina del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano con il governatore di via Nazionale Ignazio Visco. Nel frattempo, impazza il toto ministri. Se l’attuale presidente del Consiglio dovesse rinunciare alla Farnesina, per lui resta possibile la nomina alla presidenza dell’eventuale Convenzione per le riforme, con Gaetano Quagliariello che rimane in pole position per l’incarico al relativo ministero, mentre per gli Esteri tornerebbero le candidature di Giuliano Amato e Massimo D’Alema. Continuano inoltre a circolare con forza i nomi del vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura Michele Vietti per il ministero della Giustizia e di Anna Maria Cancellieri per quello dell’Interno, ma anche in questo caso la situazione è in evoluzione e destinata a continui mutamenti di ora in ora, prima delle decisioni definitive.

Monti nel governo Letta?”Come ha dichiarato Silvio Berlusconi – ha detto Monti, ospite poi di Otto e Mezzo su La7 -, io non faccio questioni di nomi, ma soprattutto penso che per rafforzare il vigore del governo Letta sia molto importante che i leader politici o i personaggi senior dei partiti diano il loro appoggio, ma non siano membri del governo”. ”Il consiglio che ho dato al premier incaricato è che sia lui a dettare agenda” aggiunge. Il premier uscente suggerisce al suo successore di ”connotare molto il governo con lo spirito delle riforme strutturali”.”Escludo che il tema dell’Imu abbia quel rilievo che gli è stato dato, di Imu si parla troppo”. E alla domanda di Lilli Gruber se il più tattico sia Silvio Berlusconi, Monti replica: “E’ anche il più bravo di tutti nella politica”. Ma lei si fiderebbe di Berlusconi, fosse nei panni di Enrico Letta non avrebbe timore che possa staccare la spina? ”Beh, è il capo di un importante partito…Non voglio fare il processo alle intenzioni, poi, sa, i politici non è che si fidino mai al cento per cento gli uni degli altri”, sottolinea il premier uscente. Monti commenta poi le sortite violente di Grillo sul suo blog.”Il mondo politico prenda spunti, ma non si inginocchi a dichiarazioni prese in modo passivo e quasi idolatrico”. E poi sul governo Letta, Monti dice che “durerà tre o quattro anni”, “non vedo perché non dovrebbe durare”, aggiunge, dal momento che “ha anche un contesto internazionale favorevole”. Quanto a Scelta civica si dice ”certo che ci sarà” alle prossime elezioni. E Monti ci sarà? ”Questo non lo so…”.

Spara a zero sulla soluzione che si profila il leader M5S, Beppe Grillo: “Il governo che sta nascendo -scrive sul suo blog Beppe Grillo- è un’ammucchiata degna del miglior bunga bunga. L’ex comico parla di “una mescolanza che sconfina nell’incesto, lettiana, che ha in sé il profumo di famiglia, da Mulino Bianco dell’Inciucio”.

Tuona anche il leader Idv Antonio Di Pietro, che avverte: ”C’è un segnale infallibile per capire come vanno le cose per questo Paese e quale direzione stia prendendo la formazione del nuovo esecutivo: l’espressione di Berlusconi. Quando è contento, con il sorriso da un orecchio all’altro, è segno che le cose si sono messe benissimo per lui e male per noi. In questi giorni Berlusconi non sta in sé dalla gioia”. Una sollecitazione a fare presto viene comunque da Oltretevere. “Nell’incontro con il Movimento 5 Stelle, e poi anche tenendo presenti le dichiarazioni delle varie delegazioni dei partiti, la caratteristica che veniva ripetuta è che ci vuole sì un governo politico, e poi capacità concrete per quanto riguarda le conoscenze e l’organizzazione. Quindi, non necessariamente tecnici”, afferma il notista politico di ‘Civiltà Cattolica’, Michele Simone. Fondamentale, annota, sarà “soprattutto l’impegno nel settore economico, un’urgenza nella società e una necessaria messa in atto del programma”.

Tecnici o non tecnici, comunque, con il Vaticano Mario Monti mostra di voler mantenere rapporti proficui e cordiali: oggi è stato ricevuto in visita di congedo da Papa Francesco. Un colloquio di una ventina di minuti definito “molto cordiale”. Al centro dell’incontro, temi legati all’Italia nella prospettiva dell’integrazione europea e le migrazioni. E Monti ha colto l’occasione per ricordare a Papa Bergoglio che suo padre era nato in Argentina, nel 1900, a Lujan (località nota per la presenza del Santuario mariano più famoso del Paese), da famiglia italiana emigrata.

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