GUERRA IN LIBIA: I caccia italiani iniziano a bombardare la Libia

Creato il 28 aprile 2011 da Oblioilblog @oblioilblog

È avvenuta la prima missione dei caccia Tornado italiani armati di bombe sulla Libia, lo ha dichiarato lo Stato maggiore della Difesa:

In data odierna hanno iniziato a partecipare alle operazioni aeree a protezione della popolazione civile le nuove configurazioni idonee ad assolvere gli ulteriori compiti assegnati dalla Nato.

I caccia si sono levati in volo da Trapani e hanno portato a termine la missione assegnata, dicono fonti del ministero della Difesa, lo ha anche confermato, uscendo da Montecitorio, il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, senza aggiungere particolari:

Ieri sono stati forniti gli assetti aerei alla Nato e sarà eventualmente sempre la Nato a dare informazioni sulle missioni

I due Tornado avrebbero operato nell’area di Misurata. L’ordine di ingaggio assegnato dal comando della missione internazionale prevedeva infatti per i nostri caccia una missione operativa nella zona della città-simbolo degli insorti, da settimane sotto assedio delle forze di Tripoli.

Alla missione ha partecipato una coppia di Tornado schierata nuovamente nella base di Trapani Birgi. Si tratta di due velivoli in configurazione Ids (Interdiction and Strike) specializzati nell’acquisizione di target specifici a terra, armamento di precisione per colpire “bersagli selezionati“.

La nostra attività non si è mai fermata, a partire dal 19 marzo

questa è la dichiarazione odierna dalla base militare di Trapani Birgi, dove sono pronti quattro Tornado e quattro Eurofighter per la missione libica. Da ieri sera la base militare è off limits ai giornalisti e ai teleoperatori, a differenza del 19 marzo quando l’Italia decise di partecipare alla missione in Libia ma senza bombardamenti.

A Roma, intanto, non si placa la tempesta nella maggioranza per la scelta di bombardare. Martedì 3 maggio saranno esaminate in aula alla Camera, le mozioni presentate dalle opposizioni sulla Libia. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo di Montecitorio. La difficile gestione della missione militare in Libia e le tensioni che sta creando all’interno della maggioranza tra Lega e Pdl saranno al centro molto probabilmente di un colloquio oggi pomeriggio al Quirinale tra Silvio Berlusconi e il capo dello Stato Giorgio Napolitano.

Da Tripoli la polemica è rinfocolata dal vescovo cattolico della capitale libica, da subito molto critico verso la missione internazionale. Così ha tuonato Monsignor Martinelli all’agenzia di stampa Asianews del Pontificio istituto missioni estere:

Se il governo ha fatto questa scelta, forse è meglio per tutti che rassegni le dimissioni. Come si può affermare che tutto è normale e giusto? Se la guerra continuerà potrebbero scavarsi dei fossati incolmabili fra la popolazione libica e quella italiana, con conseguenze imprevedibili.

Le bombe stanno colpendo ovunque, non ci fanno dormire e stanno provocando il panico fra la popolazione. Proprio questa notte vi sono state esplosioni a pochi chilometri dalla nostra zona.

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Violenti combattimenti tra insorti libici e forze leali a Gheddafi sono sconfinati in Tunisia, quando i ribelli hanno perso il controllo del posto di frontiera di Dehiba-Wazin al termine di un’offensiva delle forze fedeli a Gheddafi, secondo testimoni sul posto.

I combattimenti sono sconfinati in Tunisia, a Dehiba, dopo che le forze di Gheddafi hanno attaccato il posto di frontiera.

questo è il racconto di Ali, un tunisino che ha soccorso i libici giunti a Dehiba. Un fotografo della Reuters ha constatato che le forze di Gheddafi hanno ripreso il controllo del posto di frontiera Dehiba-Wazin. Violenti scontri ancora a Misurata, concentrati intorno all’aeroporto, controllato dalle forze pro-Gheddafi. Lo riferisce l’emittente araba Al Jazeera, dopo che i lealisti sono stati costretti a ripiegare dagli attacchi degli insorti nell’area portuale della città. Pesanti scontri anche a Kufra, nel sud-est libico, al momento controllata dai ribelli.

Intanto, all’aeroporto di Bengasi sono atterrati oggi gli istruttori che l’Italia ha inviato, come annunciato, per addestrare le forze ribelli. Lo Stato maggiore della Difesa ha comunicato:

I nostri uomini sono destinati ad operare, insieme con i colleghi britannici e francesi, a sostegno del personale libico operante nel costituendo comando operativo del Consiglio Nazionale Transitorio.

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