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“Guerre politiche” – Goffredo Parise

Creato il 22 novembre 2011 da Temperamente
“Guerre politiche” – Goffredo Parise

Eventi esterni mi hanno portata alla lettura di questo libro, e meno male. Fino a poco tempo fa, infatti, non avevo neanche immaginato di avvicinarmi a Guerre politiche e se non fosse stato argomento di un esame universitario probabilmente non avrei mai conosciuto e apprezzato quest'opera di Goffredo Parise, scrittore e, qui soprattutto, reporter.

Guerre politiche è la raccolta di quattro reportage, che danno vita a un vero e proprio romanzo, dove, però, la materia prima è la realtà e il protagonista l'autore stesso. Goffredo Parise vive il suo primo giorno di guerra in Vietnam, nel 1967. Al seguito dei marines ha modo di visitare questa zona di guerra, di partecipare alle azioni militari, di vivere sulla propria pelle la paura dei bombardamenti, della morte, e allo stesso tempo il fascino di quella terra, teatro di uno scontro tra due ideologie, ma soprattutto tra due tipi di uomini; l'uomo naturale (vietnamita) e l'uomo artificiale (americano). Il successivo reportage ci porta, insieme all'autore, ad assistere a un altro conflitto, quello tra la Nigeria e il secessionista Biafra. Qui Parise ci fa respirare l'orrore di una guerra determinata da interessi economici (si tratta di una zona ricca di petrolio), in cui le vittime sono milioni di bambini che muoiono di fame, utilizzati come "merce da propagandare", come strumento di pubblicità (l'arma più potente del mondo moderno) per l'opinione pubblica occidentale. Il Laos, invece, è un territorio tagliato fuori dal mondo, dove si abita in caverne-rifiugi, dove non c'è elettricità, dove ci si sposta soltanto a piedi. Qui si svolge la vita di uomini "naturali", che desiderano diventare come i cittadini europei. Mentre in Francia Le Corbusier ha voluto avvicinarsi alle armonie naturali, l'anonimo ingegnere del Laos ha voluto adoperare il cemento armato, elemento "occidentale", in un paesaggio interamente naturale. L'ultimo reportage, infine, ci porta in Cile, sconvolto dalla morte di Allende. Qui Parise fa parlare i cittadini cileni, appartenenti a diverse classi sociali, giudicando la parte più umile di quel popolo, [...]e diseredata, e illusa e delusa il vero e legale proprietario del suolo del Cile.

Avrei voluto soffermarmi di più, ma non vi voglio rovinare il gusto della lettura. Una lettura, che, come lo stesso Parise sottolinea in queste pagine, non è fatta di dati e informazioni, che pur ci sono, ma di sentimenti: i sentimenti degli individui che Parise ha incontrato nei suoi viaggi, che sicuramente lo avranno segnato. Non si può, infatti, rimanere indifferenti all'odore del sangue emanato da un soldato gravemente ferito, e neanche al soldato-bambino che con timida voce disse "Welcome in Biafra". Come non si possono dimenticare la vita semplice e quasi surreale nel Laos e le testimonianze e i racconti dei cileni. Credo che sia una lettura da fare, non solo per il suo valore storico, ma soprattutto per quello umano. Non resta che augurarvi buon viaggio.

Simona Leo

Goffredo Parise, Guerre politiche, Adelphi, Milano 2007


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