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Guest post: “Habemus Fair Play”

Creato il 19 maggio 2014 da Tifoso Bilanciato @TifBilanciato

Il mio commento sulle decisioni dell’Uefa è tutto sommato positivo.

Ho sentito servizi in tv in cui si è parlato di “montagna che ha partorito il topolino” perché City e PSG non sono state escluse dalle competizioni europee e questo, secondo alcuni opinionisti, vuole automaticamente dire che i “ricconi” potranno continuare a fare quello che vogliono fregandosene dei bilanci. Non mi sembra che questa ricostruzione sia corretta e vi spiego perché.

 

Per decenni il governo del calcio ha concesso ai proprietari più ricchi di spendere e spandere senza metterci bocca. Oggi, con queste sanzioni, si mette una (definitiva?) parola fine a tutto questo, e la dimostrazione sono proprio i casi City e PSG.

Non solo entrambe hanno patteggiato le decisioni con l’Uefa, riconoscendo quindi la legittimità del FFP senza lanciarsi in lunghe battaglie legali per difendere i loro diritti a spendere l’inspendibile sia dentro gli organi Uefa che fuori (e non era affatto scontato)… ma hanno anche accettato un accordo che prevede pene severe, pur senza arrivare all’eventualità estrema dell’esclusione dalle coppe.

Perché dico severe?

Perché entrambe hanno accettato di rientrare in ben fissati parametri relativi alle perdite di bilancio dei prossimi anni fino a raggiungere valori compatibili con il Fair Play Finanziario, il tutto rinunciando a contare come ricavi parte delle voci che hanno fatto gonfiare i loro bilanci nel recente passato. Quindi, al contrario di quello che si dice, le due proprietà dovranno per forza di cose fare dei sacrifici per mettere a posto i conti e queste pene ribadiscono in pieno il concetto che è finita l’epoca delle spese insostenibili. Intendiamoci: City e, soprattutto, PSG sono due grandi squadre che potranno continuare a comprare alcuni buoni o grandi giocatori, ma senza fare spese pazze in serie e diventando di colpo più “povere” di quelle che guadagnano più di loro in modo legittimo (come per esempio Real Madrid e Barcellona).

Inoltre, la riduzione della rosa non è affatto una punizione da minimizzare: giocare con 21 giocatori (di cui 4 provenienti dal vivaio del club e 4 dal vivaio nazionale) può essere un problema, in parte a causa di eventuali infortuni, ma soprattutto perché giocatori di medio-alto livello non accetterebbero di rimanere in una squadra che non li iscrive nella lista Champions per mancanza di posti disponibili. Quindi, oltre alle limitazioni di bilancio, viene posto un freno all'obiettivo di avere squadre “all stars” da parte di questi due club.

 

IL FUTURO DELLE ITALIANE

 

Volevo concludere con uno sguardo a quello che può succedere l’anno prossimo alle squadre italiane: credo proprio che difficilmente Roma e Inter sfuggiranno a una sanzione.

La Roma dovrebbe, stando agli ultimi dati, sforare di circa 15 milioni l’obiettivo massimo del “break-even” per il triennio 2011/14. Una cifra che, se non cambieranno i metodi di sanzione, porterà sicuramente a una multa e a un “commissariamento” dei bilanci successivi, con la richiesta di rimanere entro ben definite perdite di bilancio, mentre rimane in dubbio la possibilità di avere anche una riduzione di rosa per l’eventuale partecipazione alle coppe 2015/16. Nella penalizzazione potrebbe incidere anche il comportamento della Roma nel prossimo mercato. I milioni che arriveranno dalla Champions sono più o meno equivalenti a quelli che la Roma ha portato a casa con le plusvalenze nella scorsa stagione, che non sono però bastati a portare il bilancio in pareggio. Sabatini sarà quindi chiamato a fare un altro mercato virtuoso per coprire il buco residuo e personalmente credo che abbia tutte le capacità per farlo senza indebolire la rosa.

 

L’Inter, che quest’anno si è salvata perché non partecipava alle coppe, è in una situazione evidentemente peggiore, paragonabile a quella di City e PSG. Si presenterà con un deficit triennale superiore ai 130 milioni di euro e la prospettiva di aumentarlo ulteriormente anche nel 2014/15 nonostante la scadenza di molti contratti pesanti. Ritengo quindi probabile una penalizzazione del tutto simile a quella che ha colpito City e PSG, che però potrebbe avere effetti diversi: mentre City e PSG potrebbero avere problemi di spogliatoio e di gestione dei giocatori a causa della rosa ristretta, l’Inter, avendo meno “top player” in rosa e infortuni permettendo, potrebbe riuscire a superare in maniera quasi indolore la riduzione a 21 giocatori. A differenza di inglesi e francesi, però, i nerazzurri rischiano di essere molto più penalizzati dai vincoli di bilancio che verranno richiesti per le stagioni successive, che potrebbero compromettere la possibilità di perseguire nel migliore dei modi la politica di rafforzamento di una squadra che al momento non sembra competitiva ai massimi livelli (a differenza delle neo campioni di Inghilterra e Francia). Il tutto fermo restando che i vincoli sul bilancio dell’Inter saranno tanto meno dolorosi quanto Thohir riuscirà nel frattempo a far crescere i ricavi delle altre voci di bilancio e quanto la squadra riuscirà a qualificarsi per le future Champions League …

 

Il post è originariamente apparso sul Blog "Calcio e altri elementi", di Marco De Santis


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