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[Guest post] Lo storytelling per raccontare il proprio brand

Creato il 28 dicembre 2014 da Ireneferri

Questo è un guest post di Gloria Zaffanella, responsabile del marketing per l’azienda Stampaprint. Gloria mi ha contattata per parlare di storytelling legato al brand. Affido alle parole di Gloria la trattazione dell’argomento.

Lo storytelling e le potenzialità del brand

Comunicare è un’arte, sia a livello orale che a livello scritto.

Questo da sempre, perché il modo in cui si scelgono e si utilizzano le parole determina l’efficacia del messaggio che si vuole trasmettere. Certo, non sono gli unici “ingredienti” per il successo di una comunicazione: a questi, ad esempio, bisogna aggiungere i sentimenti che si vogliono trasmettere (e con i quali il messaggio stesso è annunciato), che vanno a toccare la parte più sensibile ed emotiva di ognuno di noi. Oppure il contesto in cui la comunicazione avviene, che amplifica la portata del contenuto.

Tra le varie modalità narrative, lo storytelling è un metodo molto utilizzato ultimamente per le potenzialità che mostra di avere. Si tratta di raccontare storie – facendo una traduzione letterale del nome – per divulgare contenuti della più svariata natura.

Sia che si tratti di pubblicizzare un prodotto o un marchio aziendale, fare personal branding o spingere all’azione (si pensi, ad esempio, ad una propaganda politica), questa comunicazione narrativa rappresenta una soluzione intelligente, che permette di distinguersi nel mare di informazioni che riceviamo quotidianamente.

Questo rappresenta uno dei principali motivi per cui scegliere di fare storytelling per parlare del proprio brand, dato che siamo continuamente stimolati – o forse sarebbe meglio dire bombardati – da messaggi pubblicitari, suoni e rumori, messaggi visivi, soprattutto nel mondo virtuale.

Tweet: Raccontare il nostro marchio attraverso una storia ci permette di essere notati e di essere…

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Come fare stotytelling per emozionare e trasmettere un messaggio

Questo avviene perché costruiamo una vicenda, con un inizio e una fine, dove inseriamo il nostro brand come elemento magico o come aiutante dei personaggi della storia in questione. La promozione del marchio avverrà grazie alla qualità della storia e all’emotività che è in grado di suscitare in chi la guarda.

Mi viene in mente la pubblicità della pasta Barilla che negli anni ’80 faceva commuovere: una bambina che, perso il pullmino all’uscita da scuola, va verso casa sotto la pioggia e, intanto, noi vediamo la mamma preoccupata che prepara il pranzo.

La vicenda colpisce ancora di più perché lungo la strada verso casa la bimba raccoglie anche un gattino zuppo d’acqua, che viene accolto con gioia dalla famiglia. Già il fatto che dopo quasi 30 anni questa pubblicità è ancora ben presente in memoria, spiega la forza che un racconto, anche semplice come questo, può avere. Questo perché la bimba, il gattino e la mamma preoccupata (con la pasta Barilla sullo sfondo) toccano la nostra sensibilità nel profondo e ci rendono partecipi della loro situazione.

Il coinvolgimento è una caratteristica fondamentale che il racconto del nostro brand deve avere. Non basta narrare una storia, infatti; questa dev’essere in grado di far sentire lo spettatore parte della vicenda, per potersi mettere nei panni dei personaggi e “vivere” insieme a loro la situazione.

Ecco perché, se voglio che il mio marchio sia notato, la storia dev’essere vera, cioè dev’essere un’esperienza reale o quantomeno altamente verosimile. Questo perché si presenta un fatto autentico, per cui il destinatario del messaggio non si sente un semplice bersaglio di marketing, ma si sente ascoltato e visto come persona.

Per questo i momenti della vita quotidiana sono un ottimo esempio, in quanto sono conosciute da tutti e, quindi, possono raggiungere un pubblico potenzialmente ampio. Si possono utilizzare anche storie legate alla tradizione popolare o provenienti dal mondo delle favole, che costituiscono un contesto comprensibile per tutti.

 Storytelling e messaggi emozionanti

Una buona storia deve anche contenere un messaggio, trasmesso in modo chiaro e inequivocabile, in modo che venga capito senza richiedere sforzi e, soprattutto, senza doversi “distrarre” dalla storia. Il messaggio è molto importante, perché poi sarà legato al marchio, e viceversa.

Se pensiamo alla pubblicità del cornetto Algida e alla storia d’amore che nasce tra i due giovani, la conseguenza immediata è quella di associare il lieto fine amoroso e il coraggio di agire e di credere in se stessi al cornetto Algida, il cui logo è un cuore (dagli anni ’90). Il marchio viene messo in evidenza proprio dalla storia in sé e dal suo messaggio e il prodotto alimentare è il compagno di riflessioni e di giornata dei personaggi.

Per realizzare una comunicazione narrativa efficace, dobbiamo puntare a descrivere il nostro marchio dal punto di vista del nostro vissuto e della storia che c’è dietro. Le qualità di un brand devono emergere in modo indiretto attraverso il racconto.

Ciò a cui dobbiamo mirare è incuriosire il destinatario, che attraverso la nostra storia desidera approfondire la conoscenza del brand. Inoltre, se la pubblichiamo su un social network, dobbiamo essere in grado di creare engagement e fare in modo che il nostro racconto venga condiviso.

Per raggiungere questo obiettivo, dobbiamo creare una storia che sia più vera possibile e che faccia leva sui valori condivisi dal nostro pubblico di riferimento. Prima di lanciarci a creare racconti, quindi, dobbiamo studiare qual è il nostro target e capire in che modo presentare il nostro marchio.

Naturalmente, la creatività è sempre la benvenuta, come ci ricorda la pubblicità della Milka e la simpatica marmotta che impacchetta le barrette,


Gloria

Gloria Zaffanella è Public Relation Manager di Stampaprint S.r.l., azienda leader in Italia nel settore della stampa online.


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