A cura della Dottoressa Anna Chiara Venturini, psicologa psicoterapeuta a Roma
Il cronotipo è una caratteristica degli esseri umani che indica l’essere particolarmente attivi in un preciso momento della giornata .
L’uomo è un animale diurno e le sue attività, come quelle degli altri animali diurni, sono regolate dal ritmo circadiano. Tuttavia, esistono differenti cronotipi in base alle variazione normale dei cicli sonno-veglia:
GUFO (20%): detto anche “serotino”, è maggiormente attivo la sera, preferisce andare a letto tardi, ha difficoltà ad alzarsi presto e a rendere nelle prime ore del mattino. Presenta il massimo della produttività nel pomeriggio-sera fino alle 2-3 di notte.
ALLODOLA (10%): detto anche “mattutino”, si alza presto ed è maggiormente attivo nella prima parte della giornata, rendendo di più in tarda mattinata e primo pomeriggio, per avere poi un calo in serata.
COLIBRI’ (70%): cronotipo intermedio
Ovviamente il cronotipo gufo è quello che risente maggiormente dei ritmi imposti dalla società, poichè, se costretto a risvegli mattutini precoci, può manifestare sonnolenza e scarsa concentrazione per tutto il resto della giornata. Le richieste che provengono dal mondo esterno non lo vedono infatti “reattivo” o “proattivo” per la prima parte della giornata e risulta difficile per lui pensare ad un coinvolgimento sociale e lavorativo proficuo.
Se il gufo risulta essere quello che “peggio si presta” alle richieste esterne ed alle pressioni della società, il colibrì si presenta , invece, come la tipologia con la maggiore capacità di adattamento alle variazioni degli stili di vita e con la migliore risposta alle richieste sociali.
E’ proprio per questo motivo che nel Nord Europa, per organizzare i turni di lavoro all’interno delle aziende, il personale viene, per esempio, sottoposto a varie tipologie di test volti ad individuare il cronotipo di appartenenza, così da aumentare la produttività e garantire maggiore sicurezza sul lavoro.
Ovviamente i cronotipi prevedono una variazione normale dei cicli sonno-veglia entro un range che va dalle 2 ore prima del normale risveglio o addormentamento, alle 2 ore dopo la media del normale tempo di risveglio o addormentamento. Se si eccede in queste variazioni si va chiaramente incontro a difficoltà sociali e lavorative da parte della persona, che risulta così essere impossibilitata allo svolgimento delle normali attività quotidiane in conseguenza ad un disturbo del ritmo circadiano del sonno.
Da cosa dipende il cronotipo?
Fondamentalmente i fattori predisponenti e scatenanti sono differenti:
1) abitudini acquisite in famiglia: se si è stati educati sin da piccoli ad andare a letto entro una certa ora sarà più facile essere allodole che si risvegliano di buon mattino
2)momenti e fasi di vita: nei week end e durante le ferie tutti noi amiamo dormire di più e tirar tardi la sera perchè sappiamo di non avere impegni l’indomani e di poterci svegliare senza orari ben precisi. Ma non solo. Se andiamo a considerare le differenti fasi di vita, è chiaro, per esempio, come gli input sociali spingano i giovani ad essere più gufi che allodole: uscire, fare tardi davanti al pc, sempre più spesso nell’arco della settimana fa slittare in avanti i bioritmi con gravi conseguenze sull’umore, sul comportamento e sul rendimento, sia esso scolastico o lavorativo
3)tipo di lavoro: va da sè che tali considerazioni sono valide se fatte, per esempio, a monte della scelta lavorativa: è chiaro che un gufo difficilmente si troverà bene e sarà efficiente in un lavoro di ufficio in cui alle 8 è necessario timbrare il cartellino, come del resto l’allodola farà difficoltà nello svolgere lavori notturni (es. metronotte)
4)basi biologiche: da un punto di vista fisiologico, entra infatti in gioco la melatonina, un ormone secreto dall’epifisi che determina l’addormentamento; quando infatti questo raggiunge il picco massimo in circolazione, ci addormentiamo. Nelle allodole questo picco viene raggiunto precocemente, mentre nei gufi questo è posticipato.
Alla luce di ciò è chiaro come non si possa parlare semplicemente di cronotipo e di “particolare attività” in un determinato momento della giornata; nell’essere gufi, allodole o colibrì si gioca la nostra intera vita lavorativa, sociale e perchè no, affettiva.
Immaginatevi una coppia in cui lei si sveglia alle 7 ed alla stessa ora lui va a letto: come pensate possano andare avanti? Quando riescono a parlare? Quando riescono a condividere momenti e attività? quando riescono a confrontarsi?
E’ chiaro che oltre alle affinità elettive, è importantissimo riuscire a conciliare l’andamento del ritmo circadiano dei partner per garantire una certa durata del rapporto.
Risvegli precoci e sindrome da addormentamento ritardato, se vissute sotto lo stesso tetto, possono provocare ansia, stress, malumori e atteggiamenti passivo aggressivi nei confronti del partner, accusato di essere assente o un “assonnato cronico”, sia che si tratti dell’allodola che tira sino a tardi, sia che si tratti del gufo che cerca di svegliarsi un pò prima del solito per andare incontro alle esigenze dell’altro.
Ovviamente, tutto questo può determinare gravi problemi all’interno della coppia:
-il comportamento quotidiano può diventare aggressivo nei confronti del partner “poco presente”
-la gestione della quotidianità può risultare estremamente difficoltosa in caso di convivenza, con ansia e stress situazionali
-problematiche di natura sessuale legate allo stress
-mancanza di comunicazione e condivisione
La coppia di fatto si ritrova a vivere due vite parallele che si possono sì incontrare, ma solo in brevi momenti durante la giornata, il mattino o la sera, un tempo ovviamente scarso sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo.
Cosa fare allora? Come può sopravvivere la coppia?
Anzitutto, sembrerà paradossale, ma è importante assecondare i propri ritmi, ( senza forzare i nostri bioritmi) e allenandoci ogni giorno a spostare le lancette più avanti o più indietro di qualche minuto, con un avvicinamento progressivo reciproco. Poco valore hanno infatti le urla dall’altra parte della casa volte a far svegliare il partner che la sera tira sino a tardi, come nemmeno molto efficaci sono i tentativi di tener sveglia la dolce metà dopo una certa ora. Una volta, due, possono funzionare, ma di certo alla lunga non sono rimedi che possono ovviare al problema dell’ inconciliabilità d’orari.
In secondo luogo, è importante istituire una sorta di “zona franca” , uno spazio quotidiano in cui la coppia può confrontarsi, prendere decisioni, e condividere, nel pieno rispetto dei propri orari e delle proprie prestazioni.
E’ inoltre fondamentale dialogare su bisogni e desideri insoddisfatti: “Tu dormi e io passeggio in un cortile”… Così recitava una canzone di qualche anno fa, ed è quello che rischia di fare una coppia gufo-allodola, arrivando al capolinea senza nemmeno accorgersene. Parlare di come si vive questa differenza, di come ci si sente e di cosa si potrebbe fare, in comune accordo, per venirsi incontro e condividere.
Infine, è importante fare attenzione alla coltivazione dei propri spazi. Se infatti, è sano e sacrosanto avere una propria dimensione all’interno della coppia, è bene però stare in guardia perchè si potrebbe correre il rischio di estraniarsi completamente. Ci si potrebbe cioè ritrovare a “correre da soli”, ognuno preso dal proprio ritmo e dalla propria vita.
Se dunque da un lato è bene rispettare il proprio cronotipo, per poterne ottimizzare tutti i vantaggi, dall’altro è necessario spostare reciprocamente le proprie lancette biologiche, considerando anche il fatto che, quando si è in coppia, il 30% degli uomini tende a dormire di più rispetto alla loro condizione da single, mentre le donne sono portare a mangiare di più: questo significa che il rapporto funge da elemento stabilizzante, migliorando la qualità della vita e quindi del sonno.
Utlimo articolo pubblicato “Quando la donna guadagna più dell’uomo: una rivoluzione sociale che fa scoppiare la coppia?”
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