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Guglielmo Scilla - L'inganno della morte

Creato il 12 giugno 2013 da Drjekyllmisshyde
Guglielmo Scilla - L'inganno della morteOooooooooooooh Dr. Jekyll che scrive un post??? Sembra strano, ma è così. Ho finito tuuuutti glie esami universitari, ho concluso la stesura della tesi e ora... pacchia! Quindi, tra il tanto cazzeggio, riprendo a scrivere qualcosina su 'sta sottospecie di blog. Mi dovete perdonare, ma sto incriccato visto che sto proprio fuori allenamento.
Dunque, voglio esprimere un pensiero su questo libro che ho finito una ventina di minuti fa. Non è una recensione, non mi piace scrivere recensioni in un mondo (digitale) dove tutti si improvvisano recensori professionisti di 'sta cippa, per cui - ma credo che chi mi conosce lo sappia già - è solo un modesto parere.Ho iniziato a leggere questo libro perché mi ha incuriosito l'anticipazione di Mr. Ink, quindi, avendo un po' più di tempo per leggere un po' di tutto (anche se alla lettura non rinuncio mai), ne ho approfittato.
Senza spoilerare troppo: c'è un ragazzo, Daniel, che partecipa ad una gara per celebrare la Festa delle Fiamme, in onore a Tolomeo. Poco dopo la conclusione della gara muore, cadendo da una rupe, e piomba in un pittoresco aldilà. Qui si troverà ad indagare sulle misteriose circostanze che accompagnano la sua morte, perché qualcosa gli puzza. Si troverà ad affrontare Il Buio, Catrina - la madre di Tolomeo - e una serie di mostri mutaforma, fino all'epilogo che... ve lo dico tra poco, no spoiler tranquilli.
Premetto che all'inizio non avevo proprio associato il nome di Scilla allo youtuber che sbuca sempre qua e là sul canale di video online, principalmente perché non sapevo il nome, considerato che i suoi video non mi fanno impazzire, anzi... Quindi ci sono rimasto un po', sono stato molto titubante appena l'ho saputo, a libro iniziato, ma mi sono imposto di andare avanti.
Devo dire che la lettura, invece, non mi ha dispiaciuto. Un po' troppo stupidotta, in senso buono, la trovata della Festa delle Fiamme, ma va be', l'ho vista come un pretesto per sviluppare il resto della storia. Daniel è un adolescente che rimane adolescente con un linguaggio più adulto. Stessa cosa per gli altri ragazzi che conoscerà a Dyuturna, il nome di questa strana città che si trova nell'oltretomba. Purtroppo il linguaggio non differisce a seconda della caratterizzazione, con parole che un adolescente non si sognerebbe mai di usare.
Mi è piaciuto come ha costruito Dyuturna. Non toglierò nulla alla vostra immaginazione, ma sappiate che vi troverete in un aldilà totalmente diverso da come lo si potrebbe immaginare. Un mondo dove le anime appena arrivate vengono pescate da un lago nero. Con veicoli-rana, mezzi vivi, mezzi robotici, che fungono da taxi e che si chiamano liberando sottospecie di mosche giganti. La Cattedrale, il cuore della città dove risiedono strani segreti ed esseri strani: alla reception, lo sportello-iscrizioni, ci sono bambini-radice, la cui corteccia cerebrale è collegata tramite una specie di "arteria" ad un albero centrale, Lexis, che tutto sa e tutto conosce. Ogni anima ha un bodhee, una sostanza gelatinosa che funge da vestito, riproducendo le caratteristiche di qualsiasi tipo di indumento si desideri: comodo!Ogni anima ha un Custode, un Maestro e un Pastore, che la aiuteranno a passare le Nove Prove Ponderali per andare via da Dyuturna, visto che è una città di passaggio. 
Ma Daniel, come ho accennato, si trova invischiato in qualcosa di più grosso di lui che, eppure, lo riguarda. Tra diverse peripezie, indagini e domande irrisolte cercherà di risalire alla vera causa della sua morte. Perché quando era caduto dalla scogliera non era morto, in realtà. Una spaventosa figura nera gli aveva conficcato la lama della falce nel petto ed era stato in quel momento che era morto. Ma perché era stato assassinato? Chi era quella figura nera, che lui riteneva essere la Morte, ma che in realtà, come scoprirà lui stesso, non poteva essere? E' curioso come, in un certo qual modo, la vicenda si ricolleghi al mito di Tolomeo, con la presenza anche della madre di quest'ultimo, Morgana, ma poteva essere trattato meglio, la poteva elaborare in modo più approfondito. Fatto sta che questa riproposizione della leggenda tolemaica e questo nuovo modo di rappresentare l'aldilà sono stati molto originali. Non potendo spoilerare non potrei dirvi di più, e mi dispiace.
Una pecca sta nel fatto che lo stile è un po' impersonale, nel senso che non è nulla di che. In ogni caso è chiaro e scorrevole, però manca quel tocco di originalità che contraddistingue ogni scrittore che scriva una storia originale, visto che questa lo è. Peccato. L'altro problema l'ho trovato nel momento dei chiarimenti. Mi spiego. Quando Daniel ha un confronto con diversi personaggi e cerca di ripercorrere le tappe della vicenda della sua morte, la ricostruzione è confusionaria, non precisa. Principalmente perché vengono omessi i soggetti in dialoghi e spiegazioni che cambiano soggetto da una frase all'altra in continuazione. Ho fatto molta confusione per cercare di seguire la linea e capire di chi stesse parlando ogni volta che terminava una frase. Lì forse avrebbe dovuto essere più attento, anche se l'editor poteva metterci il suo zampino, eh...
C'è una cosa che mi ha fatto davvero incazzare: il finale inconcludente. Dopo il classico scherma dialogo-spiegazione/azione/dialogo-spiegazione/azione, alla fine si finisce con un nulla di fatto e tante domande che rimangono irrisolte. La cosa mi ha fatto domandare se Scilla non avesse in mente un seguito. In questo caso non so come la prenderei, sinceramente. La conclusione mi ha deluso alquanto, non lo nascondo. Anche se mi è piaciuta la spiegazione finale della motivazione della pioggia insistente che si abbatte sempre, in continuazione, su Dyuturna.
A metà tra il fantasy, il visionario e il racconto di mistero, è un romanzo che non mi sento di sconsigliare. Le trovate sono abbastanza originali, la lettura scorre piacevole, anche se, ripeto, lo stile piatto non la esalta, e per leggere qualcosa di diverso e fresco questo è un buon romanzo. Anche se alla fine rimarrete con una punta di amarezza e delusione. Complimenti a Scilla, ma spero migliori ancora!
Dr. Jekyll

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