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Guida alla metropolitana di Tokyo

Creato il 26 gennaio 2014 da Patrickc

Alcune informazioni pratiche per orientarsi nel ‘sistema nervoso’ della capitale giapponese (e non è così difficile, poi)

La ferrovia mi sta risucchiando nella pancia di Tokyo, in questo ventre enorme. E’ il Narita express che si sta muovendo lungo i binari, ma a me sembra che ci sia qualcosa che ci trascini inesorabilmente lungo questi fasci di nervi intrecciati che sono le ferrovie. Tokyo è un grande organismo. E le enormi stazioni dei treni e della metropolitana sono le sue sinapsi; le persone, le folle che si muovono al suo interno gli impulsi elettrici che le danno vita.  Sottoterra, in superficie, in aria sui binari sopralevati scorre la vita. L’immagine di questa città come un enorme organismo vivente, una pancia smisurata, un intreccio di nervi e arterie non mi lascia. Ce l’ho stampata in mente da un paio d’anni, da quando andai a vedere una mostra sul movimento architettonico giapponese del Metabolismo. Quello di Kenzo Tange e altri e che teorizzava, molto in breve, che gli uomini, la vita, si adattassero ai mutamenti dell’ambiente. O così l’avevo capito. Inevitabilmente questa idea faceva pensare alla città come a una cosa viva, che cresceva come un organismo assieme ai suoi abitanti, in un reciproco adattamento. Ed ero ancora ossessionato dalle immagini che avevo visto, come il modello di un’immensa megalopoli da 100 milioni di abitanti ipotizzata fra Tokyo e Osaka, mentre salivo sul terrazzo dell’edificio che ospitava l’esposizione, l’altissima Mori Tower. Ero da solo, circondato da un oceano di luci, a perdita d’occhio. Tokyo era una città oceano. E da quell’altezza le strade, i treni, sembravano  i vasi nei quali fluivano gli umori di un grande essere vivente. Mentre cercavo di resistere al vento gelido potevo sentire il rumore di fondo della città, il suo respiro.

Tokyo from Mori Tower

Arterie, sinapsi, reti nervose, in sottofondo il respiro della grande città
(Tokyo from Mori Tower, foto di Patrick Colgan)

La metropolitana di Tokyo

“Perché ami il Giappone?”, mi ha chiesto a bruciapelo Lorenzo, un ragazzo di 36 anni che vive da un anno e mezzo a Sendai, dove insegna italiano. Non so mai cosa rispondere esattamente a questa domanda. Amo la cultura, amo la sua natura, la sua cultura, anche in quegli aspetti che capisco o mi piacciono meno. Amo quella sensazione di riconoscere qualcosa, ma di non comprenderlo fino in fondo. Lorenzo mi interrompe: “Io amo il Giappone perché mi piacciono i giapponesi, il vero spettacolo di questo Paese. E secondo me è la stessa risposta che stai dando tu”.

Aveva ragione. Uno dei posti dove i giapponesi si possono osservare è la metropolitana (come racconta Tokyo ist Krieg). In questo microcosmo passano studenti, impiegati, pensionati. Dai bambini delle elementari in uniforme fino agli studenti, e ad anziane donne in kimono. Gente che dorme in piedi (un abilità unica dei giapponesi), altri assorti nel cellulare – circa la metà dei presenti – o nella lettura di romanzi o fumetti. Pochi parlano, ma è solo perché non sempre si è così fortunati da fare il tragitto assieme a dei colleghi. Come in tutte le grandi città in questi non luoghi si è assieme a tantissime altre persone, ma anche irrimediabilmente soli. E’ una visione superficiale, ma una visione d’insieme, oltre che un momento di vita condivisa, tipica di questa città. E’ già un inizio.

Quella del treno è una presenza pervasiva nella vita di questa metropoli che quasi non conosce il traffico automobilistico ed è onnipresente anche nell’esperienza del viaggiatore. Un pensiero fisso, perché è la metro a scandire, filtrare ogni spostamento. Il suo reticolato a prima vista appare assurdo, incomprensibile sulle mappe (e non comprende le linee ferroviarie di superficie). Ma è ostico anche per gli abitanti di Tokyo che si affidano quasi sempre ad app precise al secondo per orientarsi in questo labirinto.

Tokyo subway map

Tokyo subway map

Le informazioni pratiche

Come muoversi nella metro di Tokyo

Nella metropolitana di Tokyo

Nella metropolitana di Tokyo
(foto di Jean Cristophe, da Flickr cc attribution-non commercial)

Ricevo spesso email da chi vuole viaggiare in Giappone e rispondo sempre volentieri. Molti sembrano oltremodo spaventati dagli spostamenti a Tokyo, dalla mancanza di indirizzi, dalla metropolitana. Quasi tutti sono miti, che affondano le radici in un passato in cui tutto era un po’ più ostico. In realtà spostarsi non è così difficile. Ormai tutti i nomi delle stazioni sono anche in inglese –  così come gli annunci – e ‘navigare’ la cartina non è difficile una volta che ci si prende la mano. Senza contare che con una connessione internet (c’è pure il wi-fi gratuito in alcune stazioni) si possono verificare e scegliere i percorsi sul fantastico hyperdia, sito in inglese con gli orari dei treni, degli aerei e della metro, molto precisi.

Ci si orienta però bene anche con le cartine, complesse, ma chiare. Una delle linee fondamentali, anche per orientarsi, è la linea Yamanote della Japan rail (ferrovia di superficie, ma in Giappone non c’è mai una distinzione netta con la metro. specie a Tokyo). La Yamanote è quel percorso tratteggiato che vedi nella cartina qui sopra e che racchiude in un cerchio il cuore della città. La userai spesso perché tocca alcune delle stazioni più importanti come Ueno, Shibuya, Akihabara, Tokyo, Shinagawa.

I tre strumenti indispensabili per spostarsi a Tokyo

Ci sono tre cose che a mio avviso sono molto utili, quasi irrinunciabili, per muoversi  in metro nella capitale nipponica.

Il sito è preciso al secondo e, come si può vedere,  comprende gli spostamenti a piedi (sempre che non ci si perda!)

Il sito è preciso al secondo e, come si può vedere, comprende gli spostamenti a piedi
(sempre che non ci si perda!)

  1.  La cartina aggiornata che ho pubblicato sopra al paragrafo precedente e che troverai in alberghi, ostelli e stazioni (da un lato in giapponese, dall’altro in inglese).
  2. la Suica

    la Suica

    Le carte Suica o Pasmo. Si tratta di due carte prepagate che si possono acquistare agli uffici Jr. La carta costa 2000 yen di cui 500 di cauzione e permette di pagare la metro, ma anche acquisti nei chioschi e nei distributori automatici. I biglietti della metro non hanno un costo fisso, ma varia da 150 a 300 yen a seconda della distanza. I calcoli a volte possono diventare complessi ed è vero che si può pagare il minimo all’inizio ed eventualmente aggiungere la differenza alla fine del tragitto, ma diventa una grossa seccatura. Con la Suica basta passarla ai tornelli all’ingresso e all’uscita e il prezzo sarà automaticamente sottratto. Quando la carta si esaurisce si può ricaricare negli onnipresenti sportelli automatici (in inglese). Da notare che sulle linee di ferrovia di superficie della Jr è valido, se lo utilizzi, il Japan Rail pass. A proposito di convenienza, da poco è stato inoltre introdotto un pacchetto molto conveniente  ‘Suica e Nex’ che si può acquistare all’aeroporto di Narita e che con 5.500 yen dà diritto ad andata e ritorno sul Narita express con Suica inclusa (già caricata di 1.500 yen); 3.500 la formula solo andata. Rispetto al passato lo sconto è del 50 per cento. Qui un post di Nicola in Giappone che spiega qualcosa di più sulla Suica.
    Piccola domanda retorica finale, ma una cosa così utile come la Suica non si può copiare anche nelle città italiane? (a proposito, a Istanbul c’è l’akbil-Instanbulkard, che è molto simile come concetto).

  3.  Fondamentale il già citato sito Hyperdia, da consultare  quantomeno prima degli spostamenti più laboriosi o delicati come tempi (vedi foto).

Un video con le varie pubblicità della Suica, con i suoi vari utilizzi (da Nicola in Giappone)

Attento a non perderti nelle stazioni

Le stazioni sono enormi, in particolare quella di Shinjuku, quella di Tokyo, quella di Shibuya, e alle volte cambiare una linea può richiedere anche un chilometro di cammino  nei sottopassi. Non c’è quasi mai modo di saperlo a priori. Come se non bastasse non sempre le indicazioni sono chiarissime, e a volte scompaiono (la stazione di Shinjuku, per dire, la trovo diabolica da questo punto di vista). Alcuni cambi, infine, richiedono di uscire in strada e spostarsi all’aperto (come ad Asakusabashi o a Tokyo centrale). In genere il solito sito hyperdia è preciso anche sui tempi di spostamento a piedi.

Evita gli orari di punta nella metro

Molti hanno in mente le classiche immagini di sovraffollamento assurdo della metro di Tokyo con gli impiegati delle ferrovie che spingono le persone a forza dentro i treni. E’ una realtà – magari da andare a vedere con i propri occhi almeno una volta – ma è limitata ad orari tutto sommato ridotti. Fra le 7 e le 9 e fra le 18 e le 19.30 circa è sconsigliabile utilizzare alcune tratte, in particolare della linea Yamanote. Se devi spostarti con grossi bagagli è quindi meglio scegliere l’orario con cura perché rischi di non riuscire a salire.

Comportarti bene in metro

linea Yurakucho

linea Yurakucho, fermata Nagata-cho
(foto di Ykanazawa1999, da Flickr cc attribution-non commercial)

Ci sono poche regole, ma molto chiare. E vedrai che sono rispettate da tutti.

  1. Mettiti in fila ordinatamente. Il punto dove si fermano i vagoni è quasi sempre segnalato. Prima di salire attendi a lato della porta per far spazio a chi deve uscire.
  2. Non mangiare o bere in metropolitana. Si mangia sui tavolini negli Shinkansen e nei treni espressi, ma mai nella metro
  3. Spegni la suoneria del cellulare e non usarlo per telefonare
  4. Occupa meno spazio possibile e, se puoi, metti la borsa o lo zaino sul portaoggetti
  5. Nelle scale mobili se vuoi restare fermo sistemati a sinistra per lasciare passare chi ha fretta (curiosamente a Osaka si sta invece fermi a destra!)

Aggiungo una nota margine, una sorta di punto 6. Io ho una sorta di rispetto, di compassione e profondo senso di empatia per persone che fanno una vita tanto faticosa e passano ore della loro vita in metropolitana. Leggendo il libro Underground di Haruki Murakami (che è un grande saggio sulla metro di Tokyo, oltre che molte altre cose) si scopre come la ricerca di un posto a sedere sia una caccia quasi disperata per molti, quasi il senso della giornata. Io, spesso, scelgo di non sedermi apposta, specie nei momenti di maggiore affollamento: perché sono in vacanza e non prenderò il posto a una persona che è attesa da un’altra ora di viaggio e dieci di lavoro.

Tokyo non è solo modernità

todenarakawa

I tram della lina Toden Arakawa

Ricordati, il Giappone è più complesso degli stereotipi che lo rappresentano. C’è per esempio un angolo di Tokyo fuori dal tempo che non troverai sulle cartine e in molte guide. E’ quello dei tram della linea Toden Arakawa, ultima superstite di una rete un tempo estesa nata agli inizi del 900. La linea  ora tocca stazioni come Otsuka, Waseda, Arakawa, Sugamo. Si possono utilizzare Pasmo e Suica e il viaggio, che dura 50 minuti è molto affascinante e trasporta su questi mezzi sferraglianti in una Tokyo di un tempo, molto diversa da quella di Shinjuku e Shibuya. La linea è lunga 12 chilometri e va da Minowabashi a Waseda.

Link

Toden Arakawa line (Wikipedia)

Tram Toden Arakawa (Minube)

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