Di Giulia Ferrari. D’estate i palinsesti si svuotano, fioccano le repliche e ci si ritrova a vedere dieci episodi scarsi a settimana contro i trenta che popolano i nostri calendari in autunno.
Si sa anche che c’è una sottile discriminazione verso le comedy e le sit-com. A parte fenomeni di massa come Big bang theory e How I met your mother, sono davvero poche le serie di questo tipo ad avere un largo seguito.
Abbiamo quindi deciso di fare una specie di guida ai pilot delle comedy che abbiamo visto quest’estate, anche se la verità è che non c’è molto da dire.
A tenere alta la bandiera del mockumentary c’è Almost Royal (BBC America). Girata in stile Borat, la serie segue le avventure di due ragazzi inglesi (Ed Gamble e Amy Hoggart), fratello e sorella, appartenenti ad una famiglia vagamente nobile (sono circa 47esimi in linea del trono).
I due sono a spasso per gli Stati Uniti, sono completamente ignoranti e non possiedono il filtro cervello-bocca, mettendo così in difficoltà gli americani con le loro domande fuori dal mondo. Se vi piace il genere, è trash quanto basta ed esilarante.
Sempre sull’argomento “persone che vanno all’estero e devono abituarsi” c’è il carinissimo Welcome to Sweden, ideato da Greg Poehler e prodotto dalla sorella Amy che fa anche un cameo nel pilot. Il protagonista è fidanzato con una ragazza svedese e andrà a vivere con lei nel vecchio continente, dovendo però fare i conti con le usanze del luogo (e con la famiglia di lei) che lo lasciano inizialmente spaesato. Ovviamente armatevi di sottotitoli perché lo show è praticamente per metà in svedese.
Ultima comedy, ma non meno importante, anche perché fra tutti è il migliore, You’re the worst (FX), con Chris Geere e Aya Cash. Due persone fondamentalmente instabili – lui uno scrittore inglese che ancora non ha sfondato, lei una publicist dei vip autodistruttiva e cinica – si rendono conto di non essere in grado di costruire una relazione sana con nessuno e decidono di provare a farlo uno con l’altro. L’idea sembra un po’ cliché, ma i personaggi (anche quelli secondari) funzionano bene, le storyline sono piuttosto originali e fa parecchio ridere, anche se chiaramente non è la classica serie con le risate registrate che fa ridere perché c’è uno che fa le pernacchie con le ascelle, l’umorismo è abbastanza crudele e vagamente british.Bonus: i preair
I pilot di queste serie non sono ancora andati in onda ma sono reperibili online per vie traverse.
Selfie: nuovo progetto ABC con Karen Gillan (Doctor Who) e John Cho (Sleepy Hollow), un adattamento un po’ alla lontana di My Fair Lady, ovvero lei va da lui perché ha bisogno di un makeunder e di disintossicarsi dai social network. Tutto sommato abbastanza insipido e che non penso durerà più di dieci puntate, ma si lascia guardare perché Karen Gillan è come sempre l’amore, nonostante abbia abbandonato il suo accento scozzese.A to Z: serie NBC prodotta da Rashida Jones (Parks and Recreation), con Cristin Milioti (How I met your mother) e Ben Feldman (Drop Dead Diva). La serie segue la storia d’amore fra Andrew e Zelda con un voiceover in stile Pushing Daisies (la voce è di Katey Sagal, la doppiatrice di Leela in Futurama, ma soprattutto è Gemma della serie cult Sons of Anarchy) e con i titoli degli episodi che seguiranno l’alfabeto. Il pilot per esempio si intitola Acquaintance, (perché Andrew e Zelda si conoscono), il secondo titolo inizierà per B e così via fino alla Z. Sì, è terribile.
Oltretutto i personaggi secondari sono caratterizzati col machete e fondamentalmente insopportabili. I protagonisti sarebbero anche carini se non avessimo già visto storie del genere qualche milione di volte. Il pilot comunque è pieno di rimandi a Ritorno al Futuro (c’è addirittura un cameo di Lea Thompson). Questo, e le sporadiche risate qua e là sono i motivi (non validissimi) per cui è salvabile, almeno fino al secondo episodio.