
Spostarsi di notte, per le strade di quest’isola, non è impresa facile. Gran parte della viabilità è buona e, in teoria, si può arrivare dappertutto. La difficoltà varia in funzione del mezzo di trasporto di cui si dispone e dello stato di manutenzione delle strade.
Dopo grandi piogge, accade spesso che si aprano delle vere voragini. Il vento può far cadere dei rami d’alberi grandi come un passaggio a livello. Ma può anche capitare (molto raro, quindi… non per me) che per il forte vento le lunghe palme “sparino”, come fionde, le noci di cocco. M’è andata bene perché nello scendere dal “camion” sono stato colpito da questo enorme frutto, ma lo sportello m’ha fatto da scudo. Grande danno al “camion” ma posso raccontare questa rara esperienza. La moglie m’ha detto: “Per questo, quando cammino, io guardo sempre in alto”. Ovviamente è caduta dentro un tombino lasciato aperto in un marciapiede di Port Louis!
A piedi si possono percorrere solo alcuni metri, non più di qualche decina. La difficoltà maggiore sono, ancora, i cani. Quando non si vedono, si sentono, ma è difficile comprendere da quale parte provengano le loro…voci. Ancora più difficile è capire quali siano le loro intenzioni.
La bicicletta è un pericolo per chi la conduce ma anche per chi se la trova improvvisamente davanti. Sono praticamente tutte sprovviste di fanali anteriori e posteriori. In breve: si può morire o uccidere quasi senza accorgersene. Anche per i motocicli il pericolo non cambia. Quando ne sono provvisti, hanno delle lucine pallidissime appena percettibili e, spesso…troppo tardi!
Tutti invadono il centro della carreggiata e per passarli, in auto, senza “stirarli”, si devono fare evoluzioni come per sorpassare un autotreno. In questo (ma non solo) ci si accorge che siamo in Africa. Per chi è abituato ad una guida europea, non anglosassone, rimane una istintiva prudenza, dettata più dal fatto che si deve tenere la sinistra con guida a destra, che dalla reale oggettività dei pericoli…africani.
Se hai la buona sorte di trovare una villetta nella zona residenziale di Pointe Aux Piments, tienitela stretta. Qui si vive in una tranquillità assolutamente irreale per noi europei.
Subito appare indispensabile l’acquisto di un veicolo. Ho provveduto a comprare una bicicletta. Ma molto presto i continui saliscendi tipici di tutta Mauritius, m’hanno spinto a comprare un’auto. Cercavo una Mini “Moke” perché ho visto tanti films ambientati ai tropici, dove questa vetturetta appare quasi… inevitabile. Ne ho trovata una bianca, aveva un prezzo accessibile, l’ho comprata. Qui, le automobili, si buttano solo quando proprio non c’è più nulla da salvare, altrimenti, considerando che nuove costano cifre improponibili, è logico orientarsi per un usato decoroso. La “Moke” fa “colore” anche se bianca. La meccanica è molto semplice e la carrozzeria essenziale. La mia sembrava veramente perfetta.
Sbagliavo. Era stata abilmente riverniciata al punto che era proprio la vernice a tenere insieme tutta la carrozzeria. Per la parte meccanica…quella macchina ha conosciuto bene solo una casa: quella del meccanico. Mantenere quella “botta” di folklore tropicale m’è costata un patrimonio ed anche rivenderla non e’ stato facile. L’unica chance era quella di riuscire a trovare un Reunionese imbecille e…ce l’ho fatta! Poi…ho comprato un “camion”. Noi li chiamiamo “pic-up”. Qui sono definiti “Vans” o, se hanno anche la trazione integrale, 4×4. All’atto pratico, sono dei bestioni enormi, con cui avventurarsi in piccole stradine o mettere la retromarcia è impresa estremamente aleatoria specie di notte.

Il “camion” era un Mitsubishi 4×4 “Strada” 2500 cc.diesel. Era in ottime condizioni. Per alcuni anni sono rimasto sempre entusiasta di questo acquisto. Per i Mauriziani c’è il vantaggio che i “Vans” sono classificati come vetture da lavoro, quindi pagano un bollo minimo, come la “Moke”. Per me (straniero) la “vignette” (sempre il bollo) costa quasi quattro volte di più. Ma se faccio il confronto con l’Italia…mi sento ricco, perché da noi questi fuori strada sono super tassati e la nafta costa il doppio che a Mauritius.

Poi è arrivato il tempo della Nissan “Micra” ed infine l’attuale, splendida, “Megane” cabrio, che definisco, senza pudore (per il prezzo), l’auto giusta nel posto giusto. Sì, è stata la prelibatezza del Natale 2008.

Alberto Nacci
Foto di proprietà di Alberto Nacci






