Sulla porta c’è una fila di ideogrammi. Fuori è esposto anche il menù. Ma anche lì ci sono solo ideogrammi. Nella vetrina non ci sono neanche le solite riproduzioni in plastica delle specialità della casa iperrealistiche. Nulla. Scuoto la testa e passo oltre.
Ci sono poche situazioni sconfortanti come trovarsi di fronte a un ristorante giapponese senza poter capire cosa propone (in genere è specializzato in un solo tipo di piatto, nelle sue varie forme). Si può anche entrare e dire la famosa formula ‘o makase’ (fate voi, in pratica). Può essere divertente, ma si naviga al buio. E non sempre l’esperienza è del tutto piacevole, senza contare che il prezzo è spesso molto difficile da desumere dall’aspetto di un ristorante: potrebbe arrivarvi una botta da 10.000 yen tale da pregiudicare la vostra vacanza. A Tokyo capita. Non escluderei che poter leggere i menù sia uno dei motivi che inconsciamente mi ha spinto a studiare il giapponese.
Sia chiaro, non serve conoscere la lingua per visitare il Giappone (anche se qualche parola aiuta moltissimo). Per giunta, sul web ci sono decine di siti web che promettono consigli o ‘guide facili’, rinforzando l’idea che sia un paese ermetico e incomprensibile, oltre che estremamente costoso. Non è nessuna di queste cose, ma quando si tratta di cibo e di sake si può scalfire solo la superficie di una realtà profonda, complessa e dalle mille sfaccettature, inconoscibile, se non si viene presi per mano. Perché a Tokyo si può mangiare spendendo pochissimo o spendendo moltissimo. Ma potrebbe bastarvi una qualsiasi guida per sentirvi pienamente soddisfatti con sushi, tempura e ramen spendendo cifre ragionevoli. Però la capitale del Giappone è molto di più. E per orientarsi e per capire non basta nemmeno avere amici del posto: c’è bisogno di un esperto che ti accompagni e ti mostri la strada.
Io sono fra quelli che pensano che le buone guide di viaggio siano indispensabili. Aprono un grande ventaglio di possibilità se si consultano con intelligenza, senza seguirle la lettera. In genere metto nello zaino una Routard e un’altra guida ‘di complemento’, per approfondire un aspetto particolare del Paese che visito. In questa categoria includerei ‘Food sake tokyo’, un libriccino che ti consente di immergerti completamente nelle estasi gastronomiche che la capitale del Giappone può offrire. Non è un semplice elenco di ristoranti e negozi scelti con cura, ma una guida approfondita, scritta con competenza e passione da Yukari Sakamoto (chef e food blogger) e che racconta in modo sintetico, ma preciso e profondo, i vari aspetti della cucina giapponese: dall’aspetto culturale, ai comportamenti da tenere al ristorante, senza tralasciare le parole utili, con brevi vocabolari e frasari. Proprio quest’ultimo è un aspetto fondamentale e spesso sottovalutato nelle guide e che ho molto apprezzato. Una guida davvero consigliatissima a chi si prepara a visitare la capitale dell’est.
Cosa proporrà questo ristorante?
Ma è Tsunahachi,
uno dei ristoranti di tempura
dal miglior rapporto qualità prezzo
a Tokyo!
E meritano una citazione anche le splendide foto di Takuya Suzuki
Il libro è solo in inglese e lo trovate su Amazon. Fa parte della collana ‘terroir guides’ e sarei curioso di sfogliarne un’altra per vedere se sono fatte tutte così bene.