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Guido Carocci, I contorni di Firenze

Da Paolorossi

I contorni di Firenze per la loro felicissima positura, per le ubertose e fertili campagne, per la dolce vaghezza delle colline, per la copiosità di luoghi pittoreschi, per la ricchezza di borghi, di ville, di abitazioni e per le sublimi meraviglie dei punti di vista, hanno ormai fama universale per avere ispirato i versi più gentili ed armoniosi a sommi poeti, offerto argomento alle più immaginose e sublimi descrizioni de' grandi letterati, dato il soggetto a insigni pittori per ritrar sulla tela le opere più mirabili della natura.

Quali impressioni non hanno offerto ed offron tuttora allo sguardo affascinato del visitatore i sublimi panorami che si distendono ai piedi delle colline di Bellosguardo, di S. Miniato, di Fiesole,

di Settignano, dell'Apparita, di Monte Oliveto, della Petraja? Quali sensazioni non prova colui che percorre i fertili vigneti, i profumati boschetti, i ben disposti giardini, che attorniano le superbe ville fondate da' nostri maggiori e che tante memorie ricordano?

Qui dove natura è stata benigna del più leggiadro de' suoi sorrisi , dove lo sguardo si posa tranquillo sopra un paesaggio sempre verde, sempre ricreante, non c'è edifizio, non c'è via, non c'è quasi modesto abituro che non vi ricordi una grandezza passata, che non sia stato testimone di un avvenimento glorioso , che non rammenti un nome di qualche grande che abbia qui avuto i natali o che qui abbia cercato un sollievo ed una distrazione alle pene, ai dolori, ai disinganni che non hanno mai fatto difetto nella vita dei nostri sommi ingegni.

I più antichi ricordi della nostra istoria ci parlano della potenza dei nostri maggiori, della fortezza dei loro castelli, delle loro inaccessibili e ben munite rocche che sorgevano sui poggi vicini alla città a sfidare la rabbia e la rivalità dei vicini, a chiudere e dominare i passi e le strade più importanti, per esigere atti di sommissione e per riscuoter tributi. Di questi castelli, di queste rocche noi vediamo tuttora o gli avanzi rovinosi in qualche poggio coperto di roveti e di ginestre o ne vediamo ridotte e modificate a seconda dei gusti e dei capricci de' tempi, mentre altre sorgono tuttora maestose e severe in tutta la bellezza medioevale, perché i loro proprietari hanno avuto cura di conservare questi preziosi ricordi di un passato che se aveva il suo male aveva anche le sue glorie le sue attrattive.

Successivamente sono sottentrati ai ben muniti resedj le grandiose ville, ai bastioni i giardini fioriti, agl' istrumenti guerreschi i giuochi d'acqua, artificiosissimi, alle severe sale adorne di trofei d'armi, li stanzoni bene arieggiati e resi più vaghi da dipinti, da mobilie dorate, da preziose stoffe : alla maestosità s' è preferito la comodità, alla rigidezza guerresca il lusso e la magnificenza. Così si son vedute sorgere le superbe ville medicee di Castello, del Poggio a Cajano, di Fiesole, di Careggi; s' è visto trasformare il castello di Montegonzi nella villa Salviati , quello de' Brunelleschi nella villa Medicea della Petraja, quel de' Guadagni nella principesca villa delle Falle, della Torre a Quona nella ricca villeggiatura de' Rinuccini; l'orgoglioso seicento ha fatto sorgere le pompose ville de' Corsini, de' Capponi, de' Corsi, de' Pucci, de' Guadagni, de' Martelli, de' Ricasoli, de' Gherardesca, de' Panciatichi , degli Ugolini , de' Ricci e di tante altre famiglie illustri che in esse trasfusero la loro ricchezza e la loro magnificenza.

Né di minore importanza sono i monumenti, gli edifizj dovuti alla pietà, allo spirito religioso , al culto antichissimo dell' ospitalità, edifizj che in varie epoche hanno avuto vita. Oltre alle parrocchie i nostri contorni erano sparsi di un numero straordinario di monasteri, di private cappelle, di spedaletti pei pellegrini e pei poveri infermi ed ancor questo offre largo campo alle ricerche degli studiosi.

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Firenze, Giugno 1875

( Guido Carocci, brano tratto dalla prefazione al libro "I contorni di Firenze" - Galletti e Cocci Tipografi-Editori, 1875 )

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