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Guido Carocci, Valdarno: Signa – La Golfolina

Da Paolorossi

A Signa, la valle dell’Arno si trasforma completamente di carattere. Non più il fiume errante in mezzo all’ampia pianura limitata da poggi lontani; i poggi convergono invece verso il fiume, lo stringono fra le balze e i dirupi e sembra quasi che vogliano sbarrargli la via.

GOLFOLINA - IL MASSO DELLE FATE O DELLA GOLFOLINA - Foto tratta dal libro

GOLFOLINA – IL MASSO DELLE FATE O DELLA GOLFOLINA – Foto tratta dal libro “Il Valdarno da Firenze al mare”, 1906

Il punto più angusto di questo tratto della valle è la gola della Golfolina o Gonfolina, dove un masso gigantesco detto delle Fate, sporge verso il fiume, spingendosi quasi attraverso alla strada tagliata alla base del monte.

La località è orrida e pittoresca al tempo stesso e quel masso che fin da tempo remoto si trova designato come la Pietra Golfolina, è stato oggetto delle più fantastiche supposizioni de’ vecchi scrittori.

Molti di essi, a cominciare dal Villani, han detto che il monte che chiudeva la valle formando ne’ piani sotto a Firenze come un gran lago, venne artificialmente tagliato per dar esito alle acque ed il volgo designò anche il santo che per opera miracolosa ruppe le aspre rupi e regalò all’agricoltura ampi terreni già lacustri.

La scienza però ha facilmente dimostrato come fossero invece da accogliersi le ragioni di altri scrittori i quali affermavano che il taglio della Golfolina fosse naturale risultato delle corrosioni prodotte dalle acque nelle pietre arenarie che costituivano una potente barriera attraverso alla valle.

La stretta della Golfolina è formata dai poggi di Malmantile e di Artimino, alla base dei quali si cavano in gran quantità pietre che servono specialmente ai bisogni dell’edilizia fiorentina, dando vita ad una fiorente e profittevole industria.

 

( Guido Carocci, Il Valdarno da Firenze al mare, 1906 )


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