Ovviamente gli insulti per lui sono stati infiniti, sopratutto da militanti della sua stessa area politica. Tuttavia ancora nessun sedicente “libertario” ha ancora accusa il noto giornalista sportivo Guido Meda. Anzi, “Repubblica” assicura che è diventato addirittura “eroe del web per un giorno”, sempre che valga qualcosa. Il telecronista sportivo ha infatti salvato un giovane disoccupato dal suicidio: Meda era collegato su Twitter verso l’1.30 di notte quando ha notato i messaggi di sconforto lasciati da un utente e ha così cercato di confortare l’utente, ascoltando i suoi problemi e tentando di fornire un po’ di speranza. Ma quando il giovane, collegato dalla sua abitazione di Foggia, ha scritto: “La mia vita non ha senso, la faccio finita”, senza più rispondere ad altri messaggi del giornalista, Meda ha pensato bene di chiamare immediatamente la polizia della città in cui si trovava (Trento), convinto che quelle sarebbero state le ultime parole del giovane foggiano. I poliziotti hanno avvisato la questura di Foggia e gli agenti sono immediatamente andati a casa del ragazzo, sono entrati e l’hanno trovato ancora collegato al pc. Il foggiano – ha raccontato – è disoccupato, divorziato e da qualche tempo non ha neanche la possibilità di vedere sua figlia, che l’ex moglie gli nega di incontrare. Dopo l’intervento degli agenti, un ultimo post rassicurante: “Dopo una bella chiacchierata con gli angeli blu provo a dormire”.
Dopo aver ricevuto diversi complimenti, Guido Meda ha risposto: «Chiunque la notte scorsa al mio posto avrebbe fatto la stessa cosa». Troppo ingenuo a nostro avviso, oggi tanti non avrebbero mai chiamato la polizia (ovvero lo Stato), ma anzi, avrebbero incoraggiato l’aspirante suicida nel suo gesto, magari consigliando anche quali gocce prendere per “addolcire” la morte. Dicono così loro: «No, caro Travaglio. Non siamo matti. Siamo semplicemente libertari. Miriamo cioè ad una forte limitazione del potere dello Stato sulla vita (e soprattutto la morte) dei cittadini, massimizzando la libertà individuale e politica». La polizia dunque non doveva intervenire e Guido Meda -per i radicali e i nuovi paladini dell’autodeterminazione totale- non è altro che l’ennesimo ficcanaso.