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Guido Schittone: “Vettel pilota completo” – intervista esclusiva

Da Carlo69 @F1Raceit

Roma, 27 aprile 2013. Guido Schittone, giornalista e commentatore sportivo, conosciuto da tutti gli appassionati del Motorsport, ci ha rilasciato questa intervista dopo le prime quattro gare del mondiale. Schittone ha risposto alle nostre domande sui passaggi salienti di questo inizio del mondiale, con una suo opinione sui fatti di Sepang ed un suo pensiero su due grandi protagonisti del mondiale: Sebastian Vettel e Fernando Alonso.

 

E’ iniziato il mondiale di F1 2013. Dopo 4 gare è in testa Sebastian Vettel con una Red Bull non sempre irresistibile: dietro di lui Kimi Raikkonen e Lewis Hamilton. Trova sorprendente questo inizio?

No, direi che la sorpresa, relativa, della classifica è rappresentata da Hamilton perché la Mercedes non era certa candidata al ruolo di protagonista del mondiale. Ma siamo solo all’inizio e quindi la classifica ha un valore assai relativo. I valori autentici della serie iridata vengono espressi in genere dopo le prime corse europee e non penso che il mondiale vedrà la stessa graduatoria tra qualche mese.

Dopo i primi quattro appuntamenti della stagione, quale pilota l’ha impressionata di più e quale scuderia vede in netta crescita rispetto allo scorso anno?

Il livello dei piloti è identico a quello della scorsa stagione: non ci sono sorprese. Quindi trovo difficile indicare il nome di un pilota capace di impressionarmi. Per simpatia direi che Kimi Raikkonen è una bella realtà. ma questo non è cosa nuova perché i campioni non si improvvisano e il finlandese era già stato positivo anche nel 2012. Come team aspetto al varco la Lotus: se saprà mantenere la costanza di prestazioni anche nelle prime corse europee potrà offrire qualche bella sorpresa. Quanto alla Mercedes i risultati dicono che sia in crescita: di sicuro l’apporto di un fenomeno come Hamilton si sta facendo sentire anche se il team resta relativamente lontano dai primissimi.

 Una sua opinione sui fatti di Sepang tra Vettel e Webber. Ritiene inoltre che la frattura potrà avere ripercussioni ed indebolire il team nel confronto tra squadre più compatte, come ad esempio la Ferrari?

Il campione è un cannibale, nel senso che non perdona nulla a nessuno e vuole solo vincere. La regola che il primo avversario da battere è il compagno di squadra è autentica. Vettel, tre volte campione del mondo, ha fatto ciò che chiunque al posto suo avrebbe messo in pratica nella stessa situazione. Non per difenderlo aprioristicamente ma basta rammentare le staccate che gli tirava Webber nel Gran Premio decisivo della scorsa stagione, quello del Brasile, per affermare che ha fatto bene, mettendo subito in chiaro chi comanda nel team. Che poi la simpatia umana vada a favore del perdente è un’altra questione. Non credo che questo modificherà di molto le strategie Red Bull. Ripeto l’anno passato Webber non è mai stato troppo tenero o particolarmente generoso con il proprio caposquadra.

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Sebastian Vettel ancora ha parecchi detrattori. Gli imputano la “colpa” di guidare una astronave. Lei  è stato da sempre un estimatore di Seb. Cosa risponderebbe a chi lo critica?

Non so chi possa mettere in discussione il talento di Vettel. Leggo ogni tanto commenti davvero curiosi e per nulla suffragati dai fatti. E ‘un asso, un pilota completo, ormai non spreca nulla ed è determinato a non mollare. Unisce la genialità velocistica di Hamilton con la visione strategica di Alonso. E ‘il numero uno. Ai detrattori consiglierei di osservare le immagini del primo giro del Gp del Bahrein e il sorpasso fatto ai danni di Alonso. Non credo di scandalizzare nessuno dicendo che è il numero uno.

 Come vede Fernando Alonso? Qualche voce riporta di un clima non idilliaco intorno a lui in Ferrari. Che ne pensa?

Alonso è un grande pilota e senza di lui, nel 2012, ben difficilmente la Ferrari avrebbe potuto ottenere i risultati conseguiti e lottare fino all’ultimo per il campionato del mondo. Detto questo trovo che troppo spesso gli venga perdonato tutto quanto e che si parli sempre di sfortuna. In Bahrein, per esempio, ha disputato una grande corsa e la rottura del drs non dipende certo da lui. Ma dire, come qualcuno sostiene, che avrebbe potuto vincere è una palla colossale, perché le gomme della Ferrari non resistevano come quelle della Red Bull e perché, cosa che è quasi passata sotto silenzio, Vettel l’aveva sorpassato con grandissima cattiveria al primo giro, affibbiandogli una lezione che psicologicamente è ben più dura da digerire dalla rottura del drs stesso. A Singapore ha sbagliato a tamponare il tedesco alla staccata della seconda curva e poi a non rientrare ai box, anche se qui le colpe vanno divise a metà. In qualifica, infine, non mi sembra mai perfetto: nel giro decisivo c’è sempre un piccolo errore che gli impedisce di centrare la pole position. Con questo non penso che in Ferrari possano dire male del loro pilota. Certo l’anno passato alcuni non hanno digerito le velate contestazioni che lo spagnolo aveva rivolto allo staff ma da qui a mettere in discussione Alonso e il suo ruolo ce ne passa. Quest’anno si giocherà il titolo fino alla conclusione ed è uno dei  candidati. Questo non toglie che anche lui sbaglia e ha i propri limiti. I continui peana, le esaltazioni, i trombettieri che squillano ad ogni suo respiro, però, non mi piacciono. Sembra che tutta la Formula 1 giri attorno ad Alonso e che i meriti delle sue prestazioni siano solo ed esclusivamente suoi. Non è così c’è anche una Ferrari che sta crescendo, anche se deve migliorare nella gestione strategica e in quella dei momenti critici che possono accadere un paio di volte all’anno.

 

 


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