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Guinness Pro12, venerdì parte la stagione più incerta degli ultimi anni

Creato il 02 settembre 2014 da Soloteo1980 @soloteo1980
(Credit Foto: GuinnessPro12)

I capitani delle squadre di Guinness Pro12 posano col trofeo celtico in occasione della presentazione a Londra (Credit Foto: GuinnessPro12)

Edimburgo – Venerdì 5 settembre, alle 7.35pm ora di Swansea e Limerick, le 20.35 italiane, comincerà ufficialmente la nuova stagione celtica, quest’anno griffata Guinness Pro12.

Sarà, senza ombra di dubbio, una delle stagioni più incerte degli ultimi anni, per diversi motivi.

Molti addii eccellenti, perché le Regions gallesi, prima di trovare l’accordo con la WRU che fermasse l’emorragia di talenti, si sono lasciate scappare molti top-players (tra questi, ci limitiamo a citare Leigh Halfpenny, che ha lasciato i Cardiff Blues per Tolone e Jonathan Davies, partito dagli Scarlets verso l’ASM Clermont Auvergne) e perché Leo Cullen e Brian O’Driscoll, nientemeno, hanno deciso di appendere il fatidico scarpino al chiodo.

Restando in Irlanda, Leinster  campione in carica dovrà sostituire BOD e, soprattutto, ritrovare un leader nei trequarti (problema che, ma lo vedremo più avanti, avrà anche l’head coach dell’Irlanda, Joe Schmidt, quando verrà l’ora delle convocazioni in vista dei test match autunnali); The Man himself, ieri ospite di BT Sport – con cui ha intrapreso la carriera di ‘pundit’ – ha indicato tre possibili sostituti: Luke Fitzgerald, che sta crescendo molto bene tra le fila dei Dubliners ma che, finora, si è espresso quasi sempre all’ala, Robbie Henshaw, talento purissimo di Connacht, con cui però ha giocato quasi sempre estremo, e Jared Payne. L’estremo/ala neozelandese di Ulster, che in novembre sarà eligibile per l’Irlanda, sarà uno dei sorvegliati speciali nelle prime fasi di questa stagione, così come la sua Region, Ulster, che non fa mistero (nonostante il doppio colpo dell’addio di Humphreys prima, e Mark Anscombe dopo) di puntare decisamente al titolo.

Munster vuole dimenticare le ultime due stagioni, che sotto la guida del neozelandese Rob Penney, sono state deludenti sotto tutti i punti di vista. Zero trofei, nonostante la semifinale di Heineken Cup il primo anno e la semifinale di Pro12 lo scorso, ma il problema palesato dalla Red Army è stata soprattutto la difficoltà di imporre il proprio gioco. Ad Anthony Foley, una leggenda della Region, spetterà il compito di riportare i Reds dove il loro blasone li vuole, anche se non sarà assolutamente un compito facile.

Connacht e NG Dragons si presentano, come lo scorso anno, come le due possibili outsiders; soprattutto i Galwegians, che sotto la guida di Pat Lam hanno trovato nuova linfa, sembrano pronti per contendere uno dei sei posti che garantiscono l’accesso all’Europa ‘che conta’. Scarlets (un po’ meno, anche dopo l’addio di Easterby) e Ospreys (soprattutto) saranno ancora le avversarie da battere per chi vorrà raggiungere i playoff, mentre i ‘nuovi’ Cardiff Blues sono, forse, la squadra più indecifrabile e che suscita la maggiore curiosità. I Dragons, guidati da capitan Lee Byrne, proveranno a regalarsi qualche scalpo eccellente ma, assieme alle due italiane, sembrano destinati ancora una volta a doversi guardare le spalle.

Le due italiane, appunto; coach Cavinato, in un’intervista esclusiva rilasciata lo scorso anno, ha detto che l’obiettivo delle Zebre è “chiudere tra settimo e nono posto”. Vista la campagna acquisti e le prestazioni estive, le prospettive sono buone. Per quanto riguarda il Benetton Treviso, dopo la grande delusione dello scorso anno, con la stagione della consacrazione andata in fumo con un pessimo avvio, l’addio di Franco Smith a dicembre e sconfitte pesanti rimediate, riparte quasi da zero. Nuovo head coach, Casellato, molte facce nuove, tre test estivi non attendibili (due dei quali giocati con tempi più corti) ma che hanno comunque evidenziato qualche punto debole. Sarà dura, ma ringraziando la ‘stramba’ soluzione della qualificazione alla Champions Cup, che ci garantisce comunque un posto, non resta che fare la corsa sulle Zebre. Resta da vedere se partecipare ad una coppa troppo fuori dalla portata delle nostre squadre sia qualcosa di positivo, o se non sarebbe forse meglio impegnarsi per provare a vincere la Challenge Cup.

In Scozia, invece, c’è grande fiducia nei mezzi a disposizione delle due squadre. I Glasgow Warriorshanno tutta la pressione sulle loro spalle, perché sono chiamati a migliorare il secondo posto dell’anno scorso e perché saranno la rappresentante del Cardo in Champions Cup. Qualche partenza eccellente, su tutte quella di Chris Cusiter e Ruaridh Jackson (strumentale quest’ultimo nel game plan del coach) , ma l’arrivo di James Downey al centro e, soprattutto, la conferma della maggior parte dei punti fissi dell’anno scorso, danno a Gregor Townsend un’ottima base su cui partire. Al contrario, Edinburgh Rugby ha pescato molto dal mercato, soprattutto dall’emisfero sud; l’arrivo di Phil Burleigh dagli Highlanders, che può giocare al centro ma che, molto probabilmente, verrà anche utilizzato apertura, ma soprattutto la firma del namibiano Anton Bresler (che tornerà a disposizione tra poco meno di un mese) potrà davvero fare la differenza. Il gruppo a disposizione di Alan Solomons sembra ben assortito, nelle due uscite estive si sono viste buone cose ma bisognerà vedere se i Gunners riusciranno ad imporsi anche in fase di possesso, oltre che attuare alla perfezione i dettami di Omar Mouneimne in fase difensiva. Entrambe le squadre, poi, hanno deciso di puntare sui giovani prodotti dal vivaio (l’EDP) anche e, soprattutto, in chiave-nazionale.

Si vedrà, fin dalla prima giornata, quali saranno le squadre in grado di essere subito competitive, in un campionato che, come abbiamo visto nella stagione scorsa, dovrebbe rimanere incerto fino, almeno, a primavera inoltrata.

Per il dettaglio sulle gare della prima giornata, appuntamento a domani.


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