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Guinness World Record di una storia in venti minuti

Da Flavialtomonte

Ho deciso di fare un Guinness record. Ne fanno tanti inutili in televisione, che il mio potrebbe sembrare il più interessante.
Voglio raccontarvi una storia in venti minuti. Chissà se ci riesco?

Ore 10.08 (fidatevi)

L’altro giorno ho fatto del mio meglio. Lo so che è difficile convincersene di esserne in grado, ma credetemi, ci sono quelle volte in cui sei soddisfatta di te stessa. In modo particolare quando quello che stai facendo, è proprio quello che desideri, che volevi, che pretendevi ecco. Per natura ci aspettiamo tanto da noi stessi. Possiamo anche sembrar eccentrici, ma parliamo spesso di noi: mattina, pomeriggio e sera. “Pronto, ciao, come stai? Sì, io bene, stavo preparando qualcosa da mangiare, che sono rientrata poco fa. Sono stata in posta: un’ora di fila! Dopo pranzo, mi riposo un po’ perché sono veramente stanca!” e poi dicono che le donne sono una razza difficile da comprendere.
Evidenziamo bene il messaggio che vogliamo trasmettere. Io sono stanca. Lo diciamo, mica lo lasciamo intendere? Non ci pensiamo due volte a lamentarci. Ecco perché siamo una razza difficile.
“L’importante è la salute!” mi ripeteva mia nonna. Espressioni poste nella gerarchia del genere femminile. La vecchiaia passa in secondo piano. Che poi son sempre rari quelli che muoiono di vecchiaia. Ieri, per l’appunto ho letto che Wilder vinse il Premio Pulitzer nel 1927 per l’interessante romanzo “Il ponte di St. Louis Rey”. Quel ponte ogni giorno era attraversato da milioni di macchine e persone. Uno di quei giorni, si stancò di reggerne il peso e crollò, insieme a cinque vittime. Perché proprio quelle cinque vittime? Meritavano veramente quella fine? Così un prete, si prese a cuore la disgrazia, e ne studiò le vittime: le dispose in categorie di buoni e cattivi. La risposta che voleva trovare era quella di sempre, quella di oggi, moderna ed egoisticamente ingiusta “Perché se ne vanno sempre i più buoni?”

Ore 10.19 (fidatevi anche qui, anche perché il Record stabilito non è stato raggiunto)
In compenso ho fatto una scoperta: è molto più interessante e spontaneo scrivere quasi senza pensare a ciò che vorresti scrivere. Eliminando le anticipazioni, le decisioni, i programmi, tutto quello che scrivi avrà un altro valore, forse il più vero, meno preciso sì, ma sicuramente molto più interessante per te e per i lettori che andranno a leggere.


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