Il sapore del cibo dipende da una serie di fattori. Pesano anche il contesto, aspetti psicologici e fisici. Ci sono varie ricerche che lo confermano (1, 2 fra le più curiose lette negli ultimi tempi). Quindi non so se la mia percezione fosse alterata dopo cinque giorni di trekking, pioggia, vento e gelo sullo splendido Laugavegur in compagnia di tè e poche monotone provviste. Probabilmente lo era.
Non avrei però mai immaginato di trovare un ristorante curioso e accogliente come il Rub 23 nella piccola Akureyri (seconda città d’Islanda con circa 30mila abitanti). Dopo le fatiche del trekking, la memoria olfattiva e papillare era straordinariamente ricettiva.
Scelsi, forse un po’ casualmente, il ’tonno creolo’ (il meccanismo prevede la scelta di un pesce e una fra 23 ’accompagnamenti’, che sarebbero il ‘rub’ in questione) e ne ricordo ogni forchettata. Non so se è stato uno dei pasti migliori di sempre, ma sicuramente uno di quelli di cui ricordo in maniera più vivida colori e sapori. Se capitate da quelle parti, è decisamente consigliato. Specialmente se arrivate da un lungo digiuno.