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Gusto zombie o antilope?

Creato il 28 ottobre 2014 da Eva Guidi

Ci sono due modi per affrontare le difficoltà: disperarsi, autocommiserarsi e piangersi addosso tutte le lacrime del mondo, oppure rimboccarsi le maniche e non perdere mai la speranza e il suo dolce sorriso. Finisco ora di vedere la prima stagione di “The walking dead”: lo stomaco è leggermente provato, il battito del cuore accelerato e probabilmente mi si palesa davanti una nottata impegnativa. Ammetto che di fronte ad un’invasione di zombie zoppicanti e sanguinolenti non sarei in grado di mantenere lo stesso autocontrollo di un attore hollywoodiano, passare da una vecchina senza metà viso ad una doccia calda come se fossi appena uscita dalla lezione di yoga pomeridiana, ma riconosco che un po’ di esercizio di razionalizzazione e identificazione della gravità reale delle situazioni mi servirebbe. Sono infatti un soggetto ansioso, molte volte i medici mi hanno catalogata così analizzando le mie più strane forme di somatizzazione dello stress; non dico di affrontare tutto come se non esistesse più un domani, ma il mio livello di pessimismo cosmico è elevato e costante. Eppure è pieno il mondo di persone apparentemente stupide ed ingenue che si rivelano poi, ad una seconda analisi più approfondita, semplicemente positive. Nombeko è una ragazza sudafricana, nata in una baraccopoli, cresciuta in un bunker, vissuta con una bomba atomica in una fabbrica abbandonata, finita come ambasciatrice di nuovo in terra madre. Un’alzata di spalle e via, davanti alla droga, alle latrine, alla prigionia, alla sfiga prolungata. Ecco, ovviamente la metafora di Jonas Jonasson nel suo “L’analfabeta che sapeva contare” è portata ai massimi livelli contemplabili, ma il messaggio ultimo rimane efficace: take it easy! Dovremmo imparare a prendere le situazioni per quello che sono, non fasciarci la testa prima di rompercela (come dice sempre il mio nonno), mantenere la calma e viva la fiamma della speranza. Si può quindi sperare che lo zombie per oggi preferisca un pacchetto di cookies anziché il nostro braccio, così come si può credere fermamente nel fatto che spedire una bomba atomica al posto di 10 kg di carne di antilope non sia un errore diplomatico così grave come potrebbe sembrare.

E dire che ce l’ho anche tatuato su una spalla, don’t worry be happy; forse è proprio la posizione ad avermi fregato…

Meglio in fronte?

L'analfabeta%20che%20sapeva%20contare



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