Fonte: Gwen Stefani, Fergie (Facebook)
I ritorni di Gwen Stefani e di Fergie da soliste sulla scena musicale sono probabilmente i due più grandi rischi nell’industria discografica negli ultimi anni. Entrambe le artiste hanno infatti pubblicato nell’ultimo periodo i nuovi singoli per rilanciare la loro attività solista, che era stata in pausa per un po’ di anni.
Ricordiamo un po’ come ci eravamo lasciati con queste due signore… Gwen ha pubblicato i suoi due album solisti nel 2004 e nel 2006, mentre nel 2012 è ritornata in studio con i No Doubt; Fergie invece ha rilasciato nel 2006 il suo “The Dutchess” (da cui sono stati estratti 3 singoli numero 1 e altri due top 5, mica bruscolini) ed ha successivamente continuato con i Black Eyed Peas con altri due album.
Vediamo ora cosa ci propongono per gli anni ’10 queste due artiste che hanno lasciato un segno importante nel pop degli anni ’00.
Iniziamo con Gwen, che dopo la reunion con i No Doubt, la nascita del terzo figlio e l’inizio dell’avventura a The Voice USA, è tornata alla ribalta con “Baby don’t lie”, scritta con Ryan Tedder. Una canzone pop orecchiabile, molto vicina alle sfumature reggae del sound dei No Doubt, ma che non ha lo stesso impatto che aveva la precedente produzione solista di Gwen. Insomma, Gwen cominciò la sua avventura da sola con “What you waiting for?”, un pezzo scatenato e furioso, mentre qui abbiamo una canzoncina poco significativa, di cui magari potremmo imparare a memoria il ritornello, ma che poco riflette lo stile unico per il quale Gwen si è distinta dalla miriade di concorrenti nel panorama pop.
Neanche il video presenta particolari punti di forza: troppi colori, troppo psichedelico, difficile e fastidioso da vedere, e inoltre manca anche qualsiasi riferimento alla canzone che magari potrebbe anche salvarlo. Sicuramente uno dei video peggiori tra quelli diretti da Sophie Muller.
Passiamo ora invece a Fergie, la vocalist dei Black Eyed Peas, che torna ad avventurarsi di nuovo da sola con la sua “L.A. Love”, canzone che dal titolo sembrerebbe dedicata a Los Angeles, ma in realtà Fergie in tre minuti di canzone nomina più posti di quanti ne possiate leggere su un mappamondo nello stesso tempo. Anche qui ritroviamo un ritornello apprezzabile (La-lala-lala), e anche qui ritroviamo un brano che manca d’ispirazione. Un brano un po’ svogliato, con un sound hip hop alla west coast che riprende alcuni elementi del primo disco di Fergie, ma che sinceramente, a me non dice proprio nulla. Almeno Fergie ha fatto qualcosa di migliore con il video rispetto a Gwen: il filmato infatti riabilita un po’ la canzone, riesce ad accompagnarla adeguatamente facendola risultare nel complesso più interessante.
Alla fine dei conti abbiamo due popstar degli anni Duemila, che sembravano così avanti all’epoca, incapaci di riproporsi con la stessa forza e la stessa inventiva ai giorni nostri. Entrambe in passato ci hanno mostrato che sanno affrontare anche generi diversi (pensiamo a Cool o a Big Girls Don’t Cry) e possono stupirci, e spero vivamente che possano riuscirci di nuovo, perché rovinare in questo modo una carriera gloriosa fa male a loro, a noi ascoltatori, e alla storia del pop. Mi aspetto un riscatto da parte di entrambe.
A voi sono piaciuti i loro ritorni o vi aspettavate qualcosa di meglio? Fatemelo sapere nei commenti!!!!
Ciao a tutti!!!!